2019-09-21
Banca Carige è salva dal fallimento ma rasa al suolo Malacalza fa muro
Aumento di capitale da 700 milioni. Scongiurato l'intervento pubblico. Valori azzerati, e resta la questione dei soci.Ieri alle sette del mattino davanti all'hotel Tower di Sestri Ponente c'era già gente in coda. Alle otto per essere presenti all'assemblea degli azionisti che ha approvato il piano di salvataggio di Carige, si erano già formate due lunghe file. Bastava, insomma, fermarsi davanti all'ingresso dell'albergo per capire la portata dell'evento. Erano presenti 1.400 delegati a votare da 20.426 azionisti.Quella di ieri è stata infatti una giornata storica per la più importante banca ligure: l'assemblea dei soci ha approvato il piano di salvataggio dell'istituto di credito, che vale 700 milioni di euro di aumento di capitale e 200 in bond. All'incontro era presente il 43,3% del capitale sociale della banca. Il piano di rilancio è stato approvato a gran voce: il 91% dei presenti ha votato a favore. Se dunque gli azionisti possono avere una speranza che la banca torni a camminare sulle sue gambe, ci sono ancora diversi interrogativi la cui risposta definitiva si potrà avere solo dopo la diffusione del verbale d'assemblea tra una trentina di giorni. Il primo quesito riguarda il maggior azionista della banca, Vittorio Malacalza. All'avvio dell'assemblea era presente il 47,5% del capitale (poi alcuni risparmiatori hanno lasciato prima della conclusione): la Malacalza Investimenti, che possiede il 27,55% delle azioni, non si è registrata. Vittorio Malacalza, invece, è arrivato in mattinata dicendo di essere «presente in qualità di piccolo azionista», poi intorno alle 14 ha lasciato la sala prima del suo intervento e non è più rientrato (l'incontro si è concluso poco dopo le 16 di ieri). In parole povere, la famiglia Malacalza non si è mossa: il primo era presente ma, non ha depositato la sua quota. Non si sono nemmeno presentati, invece, i due figli dell'imprenditore, Davide e Mattia, quelli cui – insieme a Vittorio – fanno capo le azioni dell'azienda di famiglia.Resta quindi in primo luogo da capire come si sia mosso il primo azionista del gruppo: di fatto, non presentandosi all'assemblea e dunque non esprimendo un parere, Malacalza Investimenti ha scelto di far votare gli altri investitori, senza portare la croce di essere l'azionista che avrebbe potuto dirigere l'istituto verso la liquidazione. Del resto, votare contro avrebbe significato gettare il sistema bancario italiano in un nuovo periodo di turbolenza. Infatti il solo pensiero di una liquidazione coatta amministrativa della banca, una delle possibilità che si sarebbero potute palesare senza il rafforzamento del capitale, avrebbe significato un esborso per il sistema bancario di 9 miliardi. Una cifra che, semplicemente, le banche italiane non si possono permettere. I Malacalza, in pratica, hanno acquisito un «dividendo» accondiscendendo alla diluizione del loro investimento, che è di oltre 400 milioni di euro. Ora resta da capire se, come e quando lo incasseranno. Se sottoscriveranno l'aumento, dovranno mettere mano al portafoglio e potrebbero salire ancora nel capitale di Carige. Se invece non lo faranno, Malacalza Investimenti potrebbe decidere di vendere una parte delle sue azioni. Gli stessi dubbi valgono per la Compania Financiera Lonestar di Gabriele Volpi che detiene il 9,087% della società. La ricapitalizzazione sarà distribuita per 312,2 milioni allo Schema volontario, per 63 milioni a Casse Centrale Banca, per 85 in opzione ai soci attuali e per 238,8 al Fitd. Schema volontario e Fondo interbancario hanno poi offerto alla Cassa trentina un'opzione di acquisto sulle proprie quote, esercitabile tra il luglio 2020 e fine 2021. Amco (la ex Sga), dal canto suo, interverrà rilevando 3,1 miliardi di crediti deteriorati.Ora, però, partono i ragionamenti sul futuro della banca. «L'aumento di capitale sarebbe bello e importante farlo entro l'anno», spiega Fabio Innocenzi, amministratore delegato del gruppo. Dopo l'aumento di capitale verrà convocata una nuova assemblea dei soci per ricostituire gli organi sociali. E il titolo dovrà essere riammesso agli scambi. «La sospensione delle quotazioni è stata decisa col commissariamento, in linea di principio potrebbe anche essere revocata prima della fine del commissariamento stesso, ma devono deciderlo le authority», ha detto il commissario Raffaele Lener.L'iniziale ottimismo del piano di rilancio, lascia dunque spazio a diversi quesiti. Una volta conosciute le mosse dei principali azionisti, sarà il momento di capire come riportare all'utile la banca. Di gestirla, insomma, come non avveniva da tempo.
Jose Mourinho (Getty Images)