2024-10-05
«Balilla» nei campi? Li voleva il Pd
La Cgil, dopo il silenzio sui guai di Stellantis, ritrova la voce e attacca Francesco Lollobrigida: «È sfruttamento». Ma il primo a proporre il servizio civile fu l’allora ministro Maurizio Martina.Debolissimi con John Elkan che ha messo in cassa integrazione metà dei lavoratori ex Fiat e chiude a doppia mandata Mirafiori e Pomigliano d’Arco, ma fortissimi, contro chi si dà da fare per costruire una prospettiva ai giovani anche in agricoltura. È la Cgil di Maurizio Landini pronta a andare in piazza per la cittadinanza rapida ai migranti, che si accompagna ad Aboubakar Soumahoro - l’onorevole cogli stivali ma anche con la moglie e la suocera che sono a processo perché si ritiene sfruttassero i braccianti di colore - che sul caporalato sussurra appena, ma fa la voce grossa contro il ministro per le risorse agricole e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida reo di aver dato corso a un’idea che risale al 2001 governante Giuliano Amato con tutto il codazzo della sinistra benpensate: cioè il servizio civile in agricoltura. Amato è l’autore dell’introduzione in Italia del servizio civile, pensato all’inizio come alternativo alla leva militare poi fatto diventare un percorso formativo per i giovani. Accostarsi al mondo agricolo era ritenuto dal legislatore cosa buona e giusta. Fin quando non ci ha messo mano - per dirla alla Landini - «il governo delle destre». Dal 2 ottobre e fino al 28 novembre si possono presentare le richieste per avere accesso al servizio civile agricolo. La domanda può essere presentata dagli enti iscritti all’Albo di servizio civile universale che devono elaborare programmi specifici per circa mille operatori volontari. Altri mille ragazzi e ragazze possono essere richiesti per attività di tutela ambientale. Gli enti che vogliono ospitare ragazzi e ragazze per il servizio civile sono tenuti a indicare il territorio di riferimento e il numero massimo di operatori volontari attribuibili è di 50 operatori in caso di intervento su territorio regionale oppure di più province o città metropolitane della stessa regione e di 100 volontari sul territorio interregionale. E questi limiti valgono sia per le attività agricole che per quelle ambientali. Ma la Cgil evidentemente nella foga polemica non deve aver letto il decreto. Perché attacca insieme alla sua Flai (è il sindacato rosso degli operai della terra) con la solita litania che il governo delle destre incoraggia lo sfruttamento. Nella sua nota il sindacato di Maurizio Landini, quello che licenzia senza colpo ferire i propri dipendenti, scrive: «Lo Stato deve combattere lo sfruttamento, non incentivarlo. Il lavoro agricolo deve essere riconosciuto e valorizzato, non ridotto a un’esperienza di servizio civile che rischia di abbassare ulteriormente i già fragili standard retributivi del settore.» Segue immancabile richiamo alla Costituzione per chiudere con un colpo a effetto: «Non si può banalizzare il problema del ricambio generazionale con uno strumento che rischia addirittura di instillare nelle nuove generazioni l’abitudine al sotto-salario». Segue spiegazione della centralità agricola, quasi mai rivendicata dalla Cgil. Che è molto distratta perché non si ricorda che Maurizio Martina, già segretario del Pd, ora alla Fao, quando era ministro agricolo - era il 19 novembre 2017 - aveva testualmente detto: «Un servizio civile obbligatorio di alcuni mesi per tutte le ragazze e i ragazzi italiani e non tra i 18 e i 24 anni sarebbe un primo supporto economico importante e un importante percorso formativo. Iniziative come queste possono fare l’Italia e gli italiani più di tante parole«. Sia detto per inciso, Maurizio Martina il servizio civile lo voleva in agricoltura.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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