
Nasce Aeroitalia, nuova concorrente di Ita
Mentre Ita è alle prese con la rabbia dei lavoratori dei call center, a Fiumicino si presenta una nuova compagnia: Aeroitalia. Un nuovo concorrente su un mercato già difficile.
Per di più lanciato da un investitore che pure aveva fatto la corte all’Alitalia: il magnate sudamericano Germán Efromovich, il «salvatore» della compagnia aerea Avianca, rilevata in bancarotta nel 2004. Accanto a lui il banchiere francese Marc Bourgade, amministratore delegato di Flying Solutions DWC, con base a Dubai. «Non è il momento migliore per lanciare una nuova compagnia di bandiera. Ma non cerchiamo scuse.
Saremo a break even nel giro di un anno» ha dichiarato a Verità&Affari l’amministratore delegato di Aeroitalia, Gaetano Intrieri, manager di lungo corso nel settore aereo con esperienze in Cit, Alitech, Gandalf, Itali Airlines , Italiatour Airlines.
IL DEBUTTO
Aeroitalia, nata a Roma Fiumicino e con uffici nella Capitale, partirà grazie ad 80 milioni di investimento con 6 aeromobili. Il primo volo è previsto per il 2 maggio da Ciampino per Bruxelles.
Ma la società, che inizialmente farà voli charter per l’estate, farà base a Forlì. Almeno finché non si raggiungerà un accordo con Aeroporti di Roma per lo scalo di Fiumicino, opzione fortemente sostenuta dal sindaco Esterino Montino. Anche per compensare le «perdite» occupazionali subite con il ridimensionamento dell’ex Alitalia. «Il nostro obiettivo è di arrivare ad avere 25 aerei entro fine 2023, di cui 15 a corto raggio e 10 a lungo raggio» ha spiegato Intrieri nella conferenza stampa di presentazione della compagnia precisando che «il capitale iniziale è di 5 milioni di euro ma entro fine anno arriverà ad 80».
Quanto al fronte occupazionale, attualmente la compagnia ha assunto 150 persone. Ma conta di arrivare a 500-600 entro l’estate per arrivare a regime fino a 1500 unità. Nella prima fase la società opererà come charter, poi in autunno partiranno le rotte da Forlì verso il Mezzogiorno ed infine ne 2023 si passerà al lungo raggio per per collegare l’Italia al Sud America. «Questo nuovo arrivo era uno degli obiettivi a cui abbiamo contribuito in questi anni, nel momento in cui entrava in crisi definitivamente Alitalia per una serie di errori madornali - ha dichiarato il sindaco di Fiumicino, Montino -. Si è aperta sul mercato italiano una grande opportunità, non concentrata solo su Ita, grazie anche ad investitori stranieri. Spero, Fiumicino sia il centro di questa operazione».
ITA E IL CASO CALL CENTER
Intanto, i lavoratori Covisian, società che gestiva i call center dell’ex Alitalia, hanno occupato la sede di Palermo per manifestare contro Ita che ha deciso di internalizzare il servizio clienti. Hanno chiesto l’immediata apertura del tavolo di confronto tra sindacato, governo, Ita e la società di call center per scongiurare i licenziamenti di 543 persone. Peraltro senza che Ita applichi la clausola di salvaguardia che vorrebbe l’assorbimento dei lavoratori Covisian all’interno di Ita per lo svolgimento delle attività di call center.
A rischio i 221 di Covisian assunti poco meno di sei mesi fa e che potrebbero rimanere a casa dall’1 maggio e i 322 di Almaviva in cassa integrazione. «È l’ennesimo tassello del progetto di ridimensionamento di Ita - ha spiegato Antonio Amoroso, responsabile del settore trasporti della Cub - Per non parlare del fatto che è incredibile che una società pubblica non si presenti ad un tavolo di trattativa organizzato dal ministero del lavoro a tutela dell’occupazione». L’ennesima anomalia nella storia dell’ex compagnia di bandiera, ormai arrivata al capolinea.
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Maros Sefcovic, commissario europeo per il Commercio (Ansa)
I dem avevano intimato al premier di non trattare con Donald Trump perché spettava all’Europa. Adesso che il commissario Maros Sefcovic è negli Usa per chiudere un accordo al 10% danno la colpa al governo italiano. E chiedono di riferire in Parlamento sul negoziato.
(Guardia di Finanza)
I Finanzieri del Comando provinciale hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di tre persone, accusate dei reati di corruzione e turbativa d'asta.
L’operazione, condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha permesso di far luce su gravi irregolarità commesse nell’ambito delle vendite giudiziarie immobiliari da parte di alcuni curatori fallimentari e professionisti delegati.
Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un consolidato sistema illecito basato su rapporti di collusione tra gli indagati e i professionisti incaricati delle aste giudiziarie. Questi ultimi, violando i doveri connessi al loro ruolo di pubblici ufficiali, pilotavano le aggiudicazioni a favore di soggetti compiacenti riconducibili all’organizzazione.
Secondo quanto emerso, il meccanismo corruttivo aveva come effetto l’esclusione di altri potenziali offerenti, con aste non pubblicate e aggiudicazioni a prezzi irrisori rispetto al valore reale degli immobili. Emblematico il caso della vendita di un bene del valore di oltre 700.000 euro, aggiudicato per soli 27.000 euro, dietro il pagamento di una tangente in contanti da 40.000 euro da parte di un cittadino di nazionalità indiana.
Gli indagati, per abbattere progressivamente il valore della base d’asta, hanno falsamente attestato l’esecuzione di ben 17 aste pubbliche mai effettivamente svolte. L’obiettivo era quello di permettere la partecipazione esclusiva del soggetto corrotto, l’unico che era a conoscenza della vendita all’incanto.
Nel corso delle perquisizioni eseguite presso le sedi societarie e le abitazioni dei soggetti coinvolti, sono state rinvenute macchinette conta-soldi e circa 30.000 euro in contanti, ritenuti parte del sistema illecito.
Il procedimento è attualmente nelle fasi delle indagini preliminari e, fino al giudizio definitivo, vige la presunzione di non colpevolezza.
L’attività investigativa conferma l’impegno della Guardia di Finanza nella tutela della legalità e della trasparenza nelle procedure pubbliche e giudiziarie.
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- Calano gli inattivi e salgono i contratti a tempo indeterminato. Bene gli over 50, giovani più in difficoltà. Resta il nodo salari.
- Il presidente di Max Mara blocca il progetto del nuovo Polo della moda a Reggio Emilia: «Clima politico divisivo. Il sindaco del Pd si è schierato con la Cgil senza confrontarsi».