2022-04-20
«Autogrill valuta nozze con Dufry»
Indiscrezione di Bloomberg: l’operazione potrebbe portare alla nascita di un gruppo leader nel settore dei duty free. Il titolo schizza in Borsa fino a 7,32 euro: +12,3%.Far uscire Atlantia dal mercato azionario, mantenere il controllo sulla spagnola Abertis e investire nello sviluppo del gruppo nel mercato globale delle infrastrutture: sono queste le tre sfide che la famiglia Benetton si sarebbe posta con la sua offerta pubblica di acquisto (Opa) insieme con il fondo statunitense Blackstone per Atlantia. A dirlo è il quotidiano iberico Cinco Dias L’obiettivo della capogruppo Edizione, fa sapere sempre il quotidiano spagnolo, sarebbe quindi quello di evitare che altri fondi o colossi delle infrastrutture interessati ad Atlantia, come ad esempio Brookfield, Gip e la spagnola Acs, abbiano un potenziale alleato nel capitale per il lancio di un’offerta concorrente. Per portare a casa l’operazione la famiglia Benetton ha infatti messo sul piatto, d’accordo con Blackstone, 23 euro per ciascuno dei 552,4 milioni di azioni (66,9%) di Atlantia che non controlla. Ma, per vincere questa gara, bisogna prima di tutto mettere i bastoni tra le ruote ai possibili avversari. Così Edizione, che già detiene il 33,1% della società, avrebbe contattato il secondo azionista, il fondo di Singapore Gic. L’obiettivo è chiaro: Gic deve stare dalla parte dei Benetton, anche perché così la sua quota varrebbe 1,572 miliardi di euro. Il rapporto tra il fondo asiatico e la holding della famiglia Benetton è stato da sempre proficuo, visto che le due società hanno interessi comuni anche sul capitale di Cellnex. «L’aspetto tra i più interessanti è che Atlantia da acquirente sta diventando acquisita. È un punto di grande diversità rispetto al passato», spiega alla Verità Andrea Giuricin, professore di economia dei trasporti all’università Milano Bicocca e ad di Tra consulting, società di consulenza specializzata nel mondo dei trasporti e delle utilities. «Dai tempi dell’offerta di Florentino Pérez in cui ci fu il rischio di perdere Atlantia per i Benetton e di riportare Abertis in terra spagnola di acqua sotto i ponti ne è passata molta. Questa offerta che arriva dai Benetton e da Blackstone è molto interessante, è la seconda giunta quest’anno in termini di valore e porta l’azienda a una valorizzazione complessiva da 58 miliardi di euro, compreso il debito», dice, «Il punto è che il business aeroportuale, che è stato in crisi negli ultimi due anni per via della pandemia, ormai si appresta a crescere e Atlantia è destinata a diventare un’azienda sempre più internazionale dove ha già interessi, oltre all’Italia, ad esempio in Francia e Stati Uniti. Il gruppo è poi molto forte anche nel campo delle autostrade e, anche in questo settore, dopo anni di magra per il coronavirus, ora ci sono opportunità di crescita interessanti. Certo, le incognite restano, ma le opportunità ci sono ed è per questo che un fondo come Blackstone si mostra interessato alla partita. Vediamo se andrà in porto, mal le stime sul traffico e sul margine operativo lordo futuro sono interessanti».A testimoniare il focus sugli aeroporti l’indiscrezione, diffusa da Bloomberg, secondo cui Dufry, il più grande operatore di duty free al mondo, e Autogrill stanno valutando un’aggregazione che creerebbe un nuovo gruppo leader globale nel settore del travel retail. «Il gruppo è interessato a valutare diverse opportunità strategiche e a tal fine intrattiene interlocuzioni anche con operatori del settore nell’obiettivo prioritario della promozione dello sviluppo di Autogrill e del perseguimento della creazione di valore per tutti gli stakeholder», ha commentato Autogrill dopo che il rumor ha fatto schizzare il titolo in Borsa, dove il gruppo controllato dalla famiglia Benetton ha chiuso con un balzo del 12,3% a 7,32 euro.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco