2023-04-21
Le auto elettriche Usa tagliano i listini. I cinesi le imbarcano. L’Ue resta a guardare
La fabbrica di auto elettriche cinesi Nio (Getty Images)
Tesla abbassa i prezzi per far fronte alla concorrenza e ai diktat di Joe Biden. Pechino invade i mercati via mare. E la Bce alza i tassi.La contesa mondiale dell’automobile sta assumendo sempre più i contorni di un testa a testa tra Cina e Stati Uniti, con l’Europa in ritardo e probabile spettatore pagante. La Cina, in particolare, si sta spingendo verso una integrazione verticale spinta, in modo da controllare tutta la catena del valore per poter dominare l’intero settore a livello mondiale. Ora persino il trasporto via mare viene integrato nella supply chain cinese. Quello dei trasporti via mare è del resto un settore in grande fermento, come dimostra la trattativa avviata da Vincent Bolloré per la cessione di Bolloré logistics al gruppo francese Cma Cgm. L’azienda guidata da Rodolphe Saadé, di cui fa parte l’italiana Ceva logistics, avrebbe già fatto un’offerta per cinque miliardi di euro.Alcuni marchi cinesi come Saic (proprietaria del marchio Mg), ma anche Chery e Byd stanno predisponendo flotte adibite al trasporto via mare di automobili, così da invadere il mondo con i propri prodotti. Questo anche a causa del calo della domanda interna, che spinge all’export i gruppi cinesi. Proprio in questi giorni al terminal di Vado Ligure è approdato un carico di auto Mg del gruppo Saic, grazie alla collaborazione tra il gigante cinese dei trasporti marittimi Cosco e l’italiana Grimaldi. Saic intende utilizzare in pianta stabile i terminal di Vado Ligure e di La spezia per inoltrare poi via terra sul mercato italiano ed europeo i propri veicoli. Negli Stati Uniti, Tesla, la casa automobilistica di Elon Musk, ha aperto ieri le contrattazioni alla Borsa di New York con un tonfo dell’8%. Wall Street non ha gradito l’annuncio sui risultati trimestrali, con i margini di profitto lordo in calo a causa degli sconti sul prezzo praticati su alcuni modelli di veicoli elettrici. Musk ha spiegato che l’azienda sta attuando una strategia di crescita sul mercato a parziale discapito dei profitti, anche a causa della nuova legislazione Ira (Inflation reduction act) voluta dal presidente Joe Biden. Questa ha ridotto il credito di imposta a favore degli acquirenti del modello base Model 3 Rws da 7.500 a 3.750 dollari, perché i minerali delle batterie provengono dalla Cina e dunque vengono penalizzati dalle norme fiscali. Tesla è ricorsa più volte a sconti significativi sul prezzo per contrastare la concorrenza che negli Usa comincia a farsi sentire, soprattutto sui modelli meno costosi. Sono soprattutto Ford, Volkswagen e Jeep ad essere impegnati nella rincorsa a Tesla, che grazie proprio all’Ira e ad investimenti miliardari costringono Elon Musk a produrre di più e tagliare i prezzi.In Cina, Tesla è ormai alla guerra dei prezzi con i produttori locali (Nio, Byd, Xpeng) ed ha tagliato i listini del 14% quest’anno, rendendo le auto prodotte localmente meno costose di quelle prodotte negli Usa di ben il 50%. In Cina, nel 2022 Tesla ha venduto 1,3 milioni di veicoli. E l’Europa? Bruxelles è molto impegnata ad autoinfliggersi politiche ambientali inflazionistiche, mentre Francoforte cerca di frenare l’inflazione con rialzi dei tassi di interesse. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ancora ieri nel corso di una conferenza tenutasi presso l’École Polytechnique di Parigi ha affermato che «l’inflazione è ancora troppo alta, lo è da troppo tempo e la nostra politica monetaria deve utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per riportarla all’obiettivo del 2% nel medio periodo». Le dichiarazioni di Lagarde fanno il paio con la diffusione, avvenuta ieri, dei verbali dell’ultima riunione della Bce. Il board di Francoforte, che alla prossima occasione dovrebbe alzare i tassi di altri 25 punti base, fa sapere che «le eccezionali tensioni in corso sui mercati finanziari sono fonte di notevole incertezza per le prospettive economiche» e che queste «potrebbero portare a un indebito inasprimento delle condizioni di credito o a un significativo deterioramento della fiducia, pertanto comportano un’ulteriore incertezza per le valutazioni di base sulla crescita e sull’inflazione». Se la Bce frena sulle aspettative di crescita, Commissione, Parlamento e Consiglio europei stanno facendo di tutto per rendere indigesta la transizione ecologica ad aziende e cittadini, calando dall’alto pacchetti di norme invasive e costosissime. Soprattutto, la Commissione non sembra avere molto chiare le dimensioni dello sforzo industriale da compiere per restare al passo di Cina e Usa. L’Europa resta tuttora fortemente dipendente dalle materie prime di importazione e la strategia di crescita per linee interne non sembra dotata della necessaria risolutezza. A quanto pare, i funzionari di Bruxelles non solo non hanno idea di come funzioni un’impresa o una famiglia, ma neppure di cosa sia una politica industriale di lungo termine.
(Totaleu)
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Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)