2023-05-29
Attenti: i dati sul clima sono tutti manipolati
Nei database ufficiali, gli eventi meteorologici avversi del passato sono sottostimati. E i modelli scientifici usati dai «catastrofisti» hanno più volte sbagliato le previsioni.«La temperatura della Terra non sale dal 2014». Lo studioso Christian Gérondeau: «Gli ambientalisti sono religiosi fanatici: l’evidenza per loro non conta».Lo speciale comprende due articoli.Il format è lo stesso usato in pandemia e sempre di emergenza si tratta: prima sanitaria, ora climatica, così com’è uguale il linguaggio del terrore («il tempo è scaduto»). Al centro c’è l’essere umano, il cittadino cui viene chiesto di farsi carico dell’emergenza di turno, stravolgendo i suoi comportamenti sociali: in pandemia ha dovuto imparare a star distante dai suoi simili, a lavorare e studiare da casa, a non lavorare né circolare liberamente se non vaccinato. Oggi, in nome della crisi climatica, gli si chiede di abbandonare la macchina o, se proprio non può farne a meno, di acquistare una costosa auto elettrica; in alcune città gli si consente di circolare non oltre il raggio di 15 minuti dalla sua abitazione, imponendogli un lasciapassare a pagamento se vuole oltrepassare la sua zona; gli si domanda di rinunciare all’aereo per i suoi spostamenti (in Francia è entrata in vigore la legge che vieta tratte aeree che possono essere sostituite dal treno), gli si chiede di spegnere il condizionatore, gli si impone di ristrutturare la sua casa. Il mantra è sempre lo stesso, piove e la colpa è tua, uomo, e dei tuoi comportamenti non appropriati. E, come è accaduto durante la pandemia, anche oggi, per giustificare misure via via sempre più restrittive, a correre in soccorso dei decisori politici c’è sempre la cosiddetta «scienza», quella che due anni fa ha stabilito che la vaccinazione fosse necessaria per bloccare il contagio - salvo poi constatare che era falso - e oggi ha stabilito che le temperature stiano aumentando in maniera anomala per colpa dell’uomo. Lo dice il premio Nobel per la fisica 2021 Giorgio Parisi («Il comportamento umano sta gettando le basi per un drammatico aumento della temperatura del nostro pianeta»), lo ha certificato Ursula von der Leyen che, visitando l’Emilia Romagna dopo l’alluvione, ha deciso che bisogna «ripristinare l’equilibrio stravolto tra la natura e l’ambiente edificato»: alla presidente della Commissione europea poco importa che, tra le vituperate cementificazioni, rientrino quei serbatoi di laminazione che - se costruiti - avrebbero impedito le esondazioni dei fiumi romagnoli, come la buona pratica della regione Veneto insegna. La «scienza ufficiale» è sempre pronta a supportare le decisioni della politica, e viceversa, in un comodo circolo vizioso all’interno del quale l’attestazione delle responsabilità concrete degli amministratori della polis è ormai un miraggio. Non è più semplice dire che il pianeta muore per colpa di chi lo abita? Così stanno facendo i vari Mario Tozzi («Non è colpa di un destino avverso», ha detto il geologo, «ma della bulimia costruttiva che negli anni ha sacrificato pezzi sempre più grandi di territorio»), politica e media danno manforte: «Stop al consumo di suolo, a una politica energetica che vuole continuare a bruciare fonti fossili» ha chiesto il deputato verde Angelo Bonelli, mentre per Roberto Saviano «negare il cambiamento climatico come fa questo governo è un atto gravissimo di cui l’Emilia Romagna sta pagando care le conseguenze». Diluvia, governo ladro, insomma. Un professore associato di filosofia politica della Luiss, tal Gianfranco Pellegrino, vorrebbe che il negazionismo climatico diventasse reato. È inspiegabilmente complicato, per i nuovi sacerdoti del clima, ammettere che neanche il sancta sanctorum della religione ecologista, l’Ipcc (Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico) attribuisce una relazione causale probabile tra riscaldamento globale antropico ed eccessive precipitazioni. Basta leggere l’ultimo (il sesto) rapporto del Gruppo emanazione delle Nazioni Unite per scoprire che, al di là di quanto riportato nella Sintesi (il famoso riassunto per i decisori politici, che semplifica le 2.409 pagine del report), c’è poca convergenza sulle cause e sull’esistenza stessa di variazioni significative negli ultimi anni, men che meno ad opera dell’uomo. Per quanto riguarda le precipitazioni estreme sulla regione mediterranea, Ipcc è categorico: non c’è unanimità sulla tendenza al riscaldamento del pianeta, c’è inconsistenza dei dati e limitata evidenza che ci sia un contributo umano alla situazione odierna.E anche quel conto alla rovescia - «Il pianeta sta morendo!» - gridato al megafono dagli ecovandali che bloccano città e musei con le sovvenzioni dei miliardari filantropi coordinati da McKinsey, è una forzatura. Anche se si cerca disperatamente di farlo credere, non c’è evidenza che gli eventi estremi stiano aumentando, dice l’Ipcc. Le temperature si avvicinano a quelle del periodo definito medieval climatic optimum, quando le Alpi si attraversavano tutto l’anno camminando dove oggi ci sono i ghiacciai e quando, com’è noto, Venezia non era sott’acqua. Un altro mantra ripetuto ossessivamente dalle star televisive del clima è che «non è vero che non ci sia unanimità nella comunità scientifica» sui cambiamenti climatici: chi non si allinea rappresenta soltanto una «“minoranza» di «negazionisti del clima» che va isolata e punita (come da format pandemico). A presunta dimostrazione di questa convergenza scientifica si evoca Parisi: «Lo dice il Nobel». Eppure, è stato proprio chi ha ereditato la prestigiosa onorificenza, il premio Nobel per la fisica 2022 John F. Clauser, a smentire fermamente le tesi di Parisi sul clima e a criticare l’uso dei modelli nel clima, equiparati poco più che a pronostici da stregoni: «La narrazione popolare sul cambiamento climatico», ha dichiarato Clauser, «riflette una pericolosa corruzione della scienza che minaccia l’economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. La fuorviante scienza del clima si è trasformata in una massiccia pseudoscienza giornalistica ad effetto choc. A sua volta, la pseudoscienza è promossa da altrettanto fuorvianti agenti di marketing, politici, giornalisti, agenzie governative e ambientalisti. Non c’è una vera crisi climatica». La comunità scientifica, insomma, discute eccome. Clintel (Climate Intelligence), think tank internazionale indipendente fondato nel 2019, riunisce oltre 1.550 scienziati ed esperti di tutto il mondo, concordi nell’affermare che «non esiste un’emergenza climatica». In Italia, tra i 168 aderenti spiccano nomi autorevoli della comunità scientifica come il professor Antonino Zichichi, l’ingegner Roberto Vacca, l’ex presidente della Società europea di fisica Renato Angelo Ricci, il professor Franco Prodi - cui in questi giorni è stata affibbiata la surreale etichetta di «negazionista del clima» -, il professor Alberto Prestininzi, l’ex viceministro Guido Possa, il professor Enzo Pennetta, l’accademico dei Lincei Giuliano Panza, il professor Aurelio Misiti, il presidente della Società geologica italiana Uberto Crescenti, il professore emerito Paolo Blasi e, non ultimo, il professor Franco Battaglia. All’estero, i nomi degli aderenti sono altrettanto autorevoli. Tutti pericolosi negazionisti? Il rapporto dell’Ipcc misura il riscaldamento del pianeta in circa 1,1° dalla seconda metà del 1800 al periodo 2011-2020. «L’archivio geologico», spiegano gli scienziati di Clintel, «rivela che il clima della Terra è variato da quando il pianeta esiste, con fasi naturali fredde e calde. La “piccola era glaciale” si è conclusa solo nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento». Le analisi dei dati - ad esempio quelle dello European Severe Weather Database (Eswd) - dimostrano inoltre che è in atto un fuorviante over-reporting degli eventi meteorologici estremi recenti, a fronte di un ambiguo under-reporting di quelli avvenuti nel passato. Secondo Clintel, «il mondo si è riscaldato significativamente meno di quanto previsto dall’Ipcc sulla base di una forzatura antropogenica modellata. La politica climatica si basa su modelli inadeguati».Le estrapolazioni dell’Ipcc sono in effetti cambiate nel tempo e, da quando esistono, non si sono rivelate corrette. Chi prevede che cosa succederà nel 2100, si premura sempre di aggiungere la formula magica «se la situazione non cambia». Se per caso avrà avuto ragione, dice «il mio modello ha funzionato», se ha torto minimizza: «Era solo un modello». Così ha fatto il matematico Stefano Merler pronosticando, erroneamente, 150.000 terapie intensive occupate a giugno 2020. «Era solo un modello» e in effetti chi ha sbagliato è chi ha dato credito alla sua profezia. I pronostici dell’Ipcc hanno lo stesso valore: sono formulati intorno a modelli matematici, non sono certezze, e come tali andrebbero utilizzati. Il problema è che, anche se nessuno è in grado di attribuire un valore di probabilità affidabile alle profezie, la politica se ne serve per imporre cambiamenti drastici alla popolazione. Per concludere, contro gli eventi climatici estremi ci si difende con una corretta gestione del territorio, come ci ricordavano già nel 1977 le campagne di Pubblicità Progresso che evocavano piani organici delle acque e buona gestione del territorio. Combattere con divieti e macchinette elettriche avide di risorse non ci porterà lontano. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/attenti-i-dati-sul-clima-sono-tutti-manipolati-2660715704.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-temperatura-della-terra-non-sale-dal-2014" data-post-id="2660715704" data-published-at="1685304274" data-use-pagination="False"> «La temperatura della Terra non sale dal 2014» «La temperatura della Terra non si alza dal 2014». Christian Gérondeau, ingegnere, ex consulente di diversi primi ministri francesi e responsabile delle politiche di sicurezza stradale per la Francia e per l’Unione europea è uno degli esperti francesi di Clintel, think tank indipendente che riunisce 1.550 scienziati in tutto il mondo concordi nell’affermare che «non esiste un’emergenza climatica». L’Ipcc non è d’accordo con queste affermazioni. «Il dossier clima è intervenuto nell’agenda politica in maniera del tutto artificiale». In che senso? «Negli organigrammi di queste istituzioni, i dirigenti vengono tutti da Greenpeace e dall’Unione per la Conservazione della Natura (Iucn)». Cosa c’entra l’Ipcc? «È anch’essa un’emanazione delle Nazioni unite e i suoi rappresentanti sono politici indicati dai governi nazionali, funzionari ambientalisti non esperti». In realtà riunisce esperti e scienziati. «Non sono questi ultimi a trarre le conclusioni ufficiali delle Sintesi dell’Ipcc, che poi finiscono sulle scrivanie dei capi di governo…». L’Ipcc orienta l’opinione pubblica e i governi. «La ragione del successo di queste teorie è che hanno un substrato religioso. Partono dal presupposto che l’uomo è colpevole. I rappresentanti di queste tesi sono come ayatollah». Addirittura? «Sì, ed è questa la loro forza: non si convincono neanche di fronte all’evidenza, come i capofila - i Verdi tedeschi - insegnano. Sono convinti che salveranno l’umanità. Siamo tornati al Medioevo, quella del clima è ormai una religione e, come sa, allora chi osava dire che la Terra girava intorno al Sole, e non viceversa, era bruciato vivo. Oggi non bruciano nessuno, ma isolano chi non si allinea». E la politica? «Certo che c’è, ma viene dopo. I politici come Emmanuel Macron hanno capito che il clima è un tema elettorale molto forte. C’è dunque una congiuntura d’interessi, ma all’origine c’è una base di tipo religioso, che ha fatto presa su istituzioni e governi, tra cui quello francese, per impedire ai Paesi poveri di dotarsi di centrali a carbone per avere elettricità a basso costo. Una decisione criminale presa per dogmatismo, ma anche per codardia, se non per interesse elettorale miope». I grandi gruppi investono molto nel green. «Alcuni hanno denaro da spendere e vogliono stare in pace con la coscienza. Poi ci sono società come Total, che pubblicizza l’energia eolica rinnegando una storia d’investimenti nel petrolio». In Francia le posizioni del governo sono condivise? «Nel mio Paese ci sono 94 esperti e scienziati nel Clintel. Nessun politico, però, osa contrapporsi alla religione ufficiale. Forse il partito più aperto è il Rassemblement National di Marine Le Pen. Anche all’Académie des Sciences (una delle più antiche e prestigiose istituzioni scientifiche europee, insieme con l’Accademia dei Lincei, ndr.) qualcuno si è defilato». Avete presentato le vostre evidenze? «Certo, ma non serve a nulla. Uno scienziato dell’Ipcc ha inviato 45 osservazioni all’ultimo Rapporto: non ne è stata recepita neanche una. Dicono che c’è “consenso”, non è così». Siete connessi con gli scienziati internazionali? «Sì, il problema è che le istituzioni ufficiali sono manipolate dagli adepti di questa religione, impermeabili alla logica. Sono apostoli che rifiutano il confronto: si credono depositari della religione di Stato. Ma prima o poi finirà, come tutte le guerre di religione».
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.