2021-10-24
Assalto alla Calabria: a Roccella registrati 10 sbarchi in 36 ore
Con Recep Tayyip Erdogan che ha spalancato le porte della rotta turca, non si contano più gli arrivi sulle coste calabresi: nella cittadina ionica giunti quasi nove volte i migranti del 2019. Le strutture dell'accoglienza sono allo stremo.La rotta turca si è infuocata e, come minacciato dal califfo Recep Tayyip Erdogan che al Consiglio europeo non è riuscito a chiudere l'accordo sui flussi migratori, il nastro trasportatore dei taxi del mare ha cominciato a trasferire verso la Calabria afghani, iracheni ed egiziani in quantità industriale. Gli ultimi 300, a bordo di un peschereccio, mettono a dura prova la tenuta del sistema d'accoglienza calabrese. A Roccella Jonica l'unico presidio di prima accoglienza è nelle mani della Croce Rossa e di un gruppo di volontari. Qui non si vedevano ondate di questo tipo dai tempi dei curdi: dieci sbarchi in 36 ore. Undici nel mese di ottobre. Tra Roccella, Bova Marina e Bagnara sono approdati in 1.254. Da inizio anno sono 3.250 quelli giunti solo a Roccella. Quasi nove volte il numero di migranti del 2019 e più del doppio di quelli arrivati nel 2020. E negli ultimi due mesi in tutta la Calabria si è arrivati a quota 7.000. Ben 4.651 sulle coste reggine (53 sbarchi). Con una escalation negli ultimi due mesi: 25 tra gennaio e agosto e 28 da settembre a oggi. Chi monitora la costa ha avanzato il sospetto che, per gli ultimi sbarchi, a largo gli immigrati siano arrivati con navi più grandi e che ci siano stati poi dei trasbordi sui barconi che si avviano verso la costa. Dopo aver danneggiato l'imbarcazione vengono chiamati i numeri d'emergenza per il soccorso. Giovedì notte, infatti, con un telefono satellitare è stata contattata la centrale operativa dei carabinieri di Reggio Calabria per segnalare che una cinquantina di immigrati stavano per sbarcare sull'impervia spiaggia di Cala Janculla di Seminara, che non è raggiungibile via terra. Arrivati sul posto i carabinieri ne hanno rintracciati 56 tra iracheni e iraniani, scaricati probabilmente da un'imbarcazione che ha preso subito il largo. Il Comune di Bagnara calabra ha approntato all'ultimo secondo un centro d'accoglienza nel palazzetto dello sport. Il Viminale, per tamponare, ha promesso l'arrivo della solita nave quarantena, spostandola dalla Sicilia, per garantire il periodo di isolamento, e un tendone militare da montare sulla banchina del porto per tirare su almeno una struttura di prima accoglienza. Nel frattempo, però, è ricaduto tutto sui sindaci, che hanno dovuto improvvisare strutture comunali. Il sindaco di Roccella, Vittorio Zito, ha già detto chiaramente: «Roccella Jonica ha fatto tantissimo, ma non può fare l'impossibile. Nessuno è tenuto all'impossibile e a nessuno può essere chiesto l'impossibile. Speriamo che nei prossimi giorni qualcosa si muova, prima che sia tardi». Dal piccolo Comune (6.400 abitanti) lamentano di non avere «né autonomia di spesa né forza finanziaria per sopportare questo gravoso impegno». La situazione è drammatica. E lo scorso giovedì per la prima volta non si è riusciti a dare dignitosa sistemazione a cento sbarcati, che hanno passato tutta la notte e gran parte della giornata successiva seduti sulla banchina del porto, senza servizi igienici e con i vestiti che indossavano da una settimana. Ma i buonisti continuano a chiamarla accoglienza. E poi c'è un problema sanitario da non sottovalutare, visto che 28 sbarcati sono risultati positivi al tampone. Le difficoltà sono state ammesse anche dal prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, che in un'intervista al Quotidiano del Sud ha spiegato: «Il problema su Roccella è questo, visto l'incalzare degli sbarchi non abbiamo il tempo necessario per intervenire sulla struttura posta lungo la statale 106 (il centro di prima accoglienza, tarato per 150 ospiti ndr). È in divenire l'istituzione di un hotspot e la ristrutturazione dell'immobile utilizzato per la primissima accoglienza. Finora non c'è stato il tempo di procedere agli adempimenti che sono già in programma per i prossimi mesi». Nel frattempo bisogna arrangiarsi.Sono tre, invece, gli scafisti degli sbarchi del 19 e 20 ottobre fermati ieri: si tratta di un egiziano e di due libanesi. L'attività di polizia giudiziaria del Commissariato di Siderno, poi, ha permesso l'identificazione e l'arresto di due egiziani, uno colpito da ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Milano, l'altro destinatario di un decreto di espulsione del prefetto di Terni. Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha scritto al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese e ai prefetti di Reggio Calabria e Crotone: «Lei signor ministro ha consentito e consente il mantenimento di una situazione disumana e di grave pericolo per la salute e l'ordine pubblico. I calabresi e gli italiani non ne possano più di presunte politiche dell'accoglienza che, invece, non sono altro che la creazione di lazzaretti che sono l'avamposto di un possibile esercito di futura criminalità». E in Calabria ad aspettarlo c'è la 'ndrangheta.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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