
Michele Anzaldi minaccia un'interrogazione perché i grillini avrebbero avvicinato dei dirigenti del ministero dell'Economia: «Indebite pressioni». Loro però ne facevano anche di più.Michele Anzaldi, il pasdaran renziano per eccellenza, già in commissione vigilanza Rai su indicazione del Pd, già portavoce dell'(ex) segretario Matteo Renzi, si scaglia contro il M5s per i colloqui che i grillini avrebbero avuto negli ultimi giorni con alcuni dirigenti del ministero dell'Economia. Anzi, annuncia di aver addirittura presentato un'interrogazione parlamentare al Mef «affinché valuti se non sia urgente avviare un'indagine interna e dica quali iniziative intende intraprendere per tutelare dirigenti e funzionari che sarebbero stati sottoposti a indebite pressioni». Anzaldi attacca in particolare Stefano Buffagni, il deputato che dirige il comitato sulle nomine per i pentastellati, accusato di essere molto vicino a Davide Casaleggio e alla Casaleggio Associati. La causa scatenante è l'incontro della scorsa settimana tra Buffagni e Fabrizio Palermo, direttore finanziario di via Goito. Siamo un passo dalle nomine in Cassa depositi e prestiti, tra i partiti c'è tensione sul rinnovo di Claudio Costamagna e Fabio Gallia. A quanto pare la permanenza di Costamagna appare sempre più probabile, anche se circola la possibilità che arrivi l'inossidabile Giuseppe Guzzetti, in scadenza in Acri. Quel che non si capisce è se le dichiarazioni di Anzaldi siano collegate alle preoccupazioni sul fatto che il Giglio Magico renziano perda posizioni oppure si siano semplici dimenticanze di come il Pd di Renzi abbia gestito in questi anni Cdp. La storia è lunga. E a chi la ricorda scappa da ridere, perché di mezzo ci sono pure degli accordi con palestre Yoga e Ashtana. Ma andiamo con ordine. Perché a chi rinfaccia alla Casaleggio Associati di avere conflitti d'interesse con il partito, forse si potrebbe ricordare che Andrea Marcucci, attuale capogruppo al Senato per i dem, vanta qualche criticità con Cdp. La sua famiglia infatti è proprietaria della Kedrion, colosso della farmaceutica, specializzata in emoderivati e vaccini. Andrea dal 2010 è consigliere dell'azienda dove l'amministratore delegato è il fratello Paolo. Proprio Cdp ha deciso nel 2012 di investire 100 milioni di euro e occupare il 25,1% di Kedrion, che di fatto è il maggiore operatore italiano ed il quinto operatore a livello mondiale nel settore dei plasmaderivati. Qualche settimana fa fece notizia il fatto che i renziani, da Maria Elena Boschi a Luca Lotti fino al tesoriere del Pd Francesco Bonifazi e lo stesso Renzi, si fossero riuniti proprio negli uffici della Kedrion in via Veneto, per quel famoso caminetto che scatenò le proteste di tutto il partito. Ma a parte Marcucci, nato politicamente con la Margherita, c'è un altro esponente di peso del Giglio Magico a vantare stretti rapporti con Cdp. È Marco Carrai, lo storico Richelieu dell'ex presidente del Consiglio, mancato 007, che nel 2014 sponsorizzò la nomina di Simonetta Iarlori come chief operating officer di via Goito. Perché proprio lei? Le malelingue sostengono che l'incarico sia nato nelle stanza del potere di Carrai, perché la Iarlori è stata per diversi anni legata a Vittorio Giaroli, già socio proprio del Richelieu renziano nella Wadi Srl e nella Cys4, la società di intelligence. Non è un caso che la sua recente nomina come capo del personale dentro Leonardo abbia già scatenato una ridda di commenti, per di più negativi. D'altra parte in Cdp ricordano bene come si muoveva la Iarlori. La prima cosa che fece fu una convenzione con Ryoga, ovvero il centro aperto a Roma da Marco Bernabè, figlio di Franco Bernabè, vicepresidente di Telecom, in affari con Carrai. Per di più Marco è anche socio della Cys4. Tutto si tiene. Per di più nel 2014 la Iarlori, durante la presidenza di Franco Bassanini, propose in Cdp di utilizzare la sala presidenza, con tele e quadri dal valore inestimabile, come sala Yoga aziendale. La proposta non fu particolarmente apprezzata.
2025-09-14
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