2024-07-31
«Ascopiave vuol crescere con le utenze A2A»
L'amministratore delegato di Ascopiave Nicola Cecconato (Imagoeconomica)
L’ad dell’utility del Nord Est: «Abbiamo presentato un’offerta per 490.000 punti di distribuzione del gas in Lombardia, diventeremmo il terzo player del Paese. Aumentano utili e incassi. Riforma del settore? C’è chi chiede solo 7-8 ambiti territoriali, sarebbe un errore».Giornata di conti in casa Ascopiave, ma non solo. L’utility controllata dai Comuni delle province di Treviso, Belluno, Pordenone e Venezia, che serve circa 870.000 utenti ed ha una rete da 14.500 chilometri, ha infatti annunciato al mercato la presentazione di un’offerta non vincolante per l’acquisizione di asset che comprendono circa 490.000 pdr (le utenze) di distribuzione gas in Lombardia (Brescia, Bergamo, Cremona, Pavia, Lodi), ora gestiti da A2A. L’operazione fa parte di un processo di crescita che tra affari andati in porto e altri saltati sul filo di lana (gli impianti di stoccaggio di Edison passati di recente a Snam) nelle intenzioni del presidente e amministratore delegato, Nicola Cecconato, dovrebbe caratterizzare anche il prossimo futuro della società. I fondamentali della semestrale sono in crescita. A partire dall’utile di 18,5 milione che segna un incremento del 38% rispetto all’esercizio precedente, per arrivare ai ricavi che sfiorano i 100 milioni (erano a quota 83,9 nello stesso periodo del 2023) e al margine operativo lordo (l’indicatore più attendibile sulla redditività di un’impresa) in progressione del 27,6% da 38 a 48 milioni.Presidente iniziamo dalle note positive.«Non possiamo che essere soddisfatti, abbiamo chiuso il primo semestre con risultati in miglioramento e un contributo positivo da parte di tutte le aree di business. Segnalo in particolare la performance del comparto delle energie rinnovabili che, nel semestre, ha realizzato un margine operativo lordo di 11,6 milioni di euro, in decisa crescita rispetto allo scorso anno».Ci sono fattori esterni che vi hanno favorito?«I buoni risultati dipendono innanzitutto dai volumi di produzione prossimi alle medie storiche e da un regime dei prezzi di vendita che è tornato a condizioni normali di mercato, dopo che tutto il settore aveva subito le restrizioni del precedente governo, entrate in vigore nel 2023».Non ci sono solo i numeri però. Oggi avete annunciato al mercato un’offerta per 490.000 pdr di distribuzione gas in Lombardia che appartengono ad A2A.«Abbiamo ottenuto un periodo di negoziazione in esclusiva, fino al 15 dicembre 2024, per portare avanti la due diligence e nel caso arrivare alla sottoscrizione di un accordo vincolante. Si tratta di un primo passo con l’obiettivo di negoziare accordi contrattuali di comune soddisfazione e ottenere le autorizzazioni necessarie da parte delle autorità competenti».Ci sono le prime indicazioni sul valore degli asset, con forchette di prezzi abbastanza flessibili. Può darci qualche conferma?«No guardi siamo in una fase iniziale e qualsiasi parola su quest’aspetto rischia di essere fuorviante. Quello che posso dirle è che si tratta di un’operazione molto importante che ci farebbe diventare il terzo player nella distribuzione di gas in Italia, con un salto del 50% rispetto alla nostra attuale capacità che oggi si attesta a quota 870.000 pdr (utenze)».Il settore è in grande fermento, in questi giorni potrebbe esserci novità anche rispetto all’offerta di Italgas per l’acquisizione del 100% del capitale di 2i Rete Gas da F2i: un affare da circa 5 miliardi. Si parla anche di spinte della stessa Italgas per una riforma del sistema che riduca gli Atem (ambiti territoriali ottimali assegnati attraverso gare d’ambito) dagli attuali circa 180 a 7-8 a livello nazionale. Siete d’accordo?«Non penso che un disegno del genere possa portare dei vantaggi in generale. Finirebbe con il favorire i grandi operatori che non avrebbero praticamente più concorrenza, a discapito delle piccole e medie realtà come la nostra».Il disegno finale sarebbe quello di dare più forza ai grandi player per integrare di più la distribuzione elettrica con quella del gas.«Evidentemente sì. Se passasse una riforma del genere ci troveremmo davanti a una vera e propria nazionalizzazione del sistema. E a proposito di gare gas, certamente una semplificazione della normativa che governa le gare e la ridefinizione della dimensione degli Atem della distribuzione gas appare necessaria tuttavia deve essere individuata una dimensione minima efficiente a livello industriale e la garanzia di un adeguato livello di concorrenzialità e partecipazione degli operatori alle gare».Di recente siete stati vicini a ottenere un’esclusiva per l’acquisizione degli impianti di stoccaggio a Collalto (Treviso), Cellino (Teramo) e San Potito e Cotignola (Ravenna), con una capacità complessiva di più di 1 miliardo di metri cubi di gas, da Edison. Alla fine però l’ha spuntata Snam.«Eravamo interessati, certo, ma alla fine il venditore ha preferito prendere un’altra strada. Anche quella sarebbe stata un’operazione importante, considerate le nostre dimensioni, che testimonia la volontà di crescere, sempre però senza fare il passo più lungo della gamba».