2023-01-23
Arrivano i 20 milioni per il fondo anti cancro
Francesco Zaffini (Fdi): «L’emendamento tra i segnalati: andrà in porto, in linea con il governo».Sul fronte dei fondi da stanziare il contrasto ai tumori c’è una buona notizia. I 20 milioni sfumati a fine di dicembre ed espulsi dalla legge Finanziaria ricompariranno grazie al Milleproroghe. Ne abbiamo parlato ieri collegando la questione al tema dei divieti sul fumo e oggi riceviamo confermo dell’importante passo avanti. «L’emendamento che mira a reintrodurre i 20 milioni per l’anno appena iniziato e il prossimo da destinare al fondo per l’implementazione del piano anti cancro», commenta Francesco Zaffini, senatore di Fdi e presidente della Commissione sanità e Affari sociali, «è tra i segnalati. Possiamo con una certa serenità immaginare che non ci siano sorprese e quindi ripristinare ciò che non è stato possibile fare a dicembre per mere questioni tecniche». E soprattutto, tiene a precisare Zaffini, contrariamente a quanto avete scritto non c’è divergenza di vedute tra la maggioranza e il ministro Schillaci. Posso testimoniarlo personalmente, proprio in relazione alle attività emendative». Bene una ottima notizia idopo anni in cui la prevenzione contro il cancro è stato accantonato per far posto alla pandemia. Scopriremo fra qualche anno i reali effetti sulla popolazione dell’enorme montagna di test e di attività di prevenzione saltati o posticipati. Ovviamente il tema fumo e divieti sui quali il ministro Schillaci insiste viaggiano per certi versi su un piano parallelo. «In Europa, negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali, circa il 40% dei nuovi casi e il 50% delle morti per tumore sono potenzialmente prevenibili in quanto causate da fattori di rischio evitabili. Tra questi, indubbiamente, il fumo di tabacco rappresenta il principale singolo fattore di rischio essendo associato all’insorgenza di circa un tumore su tre e a ben 17 tipi/sedi di tumore oltre al cancro del polmone», si legge nella relazioni illustrativa allegata all’emendamento al Milleproroghe. «Mangiare sano, mantenere il giusto peso corporeo, fare regolarmente attività fisica e moderare il consumo di bevande alcoliche può ridurre fino al 30% il rischio di ammalarsi di tumore, un rischio particolarmente elevato per le persone obese». Ovviamente nulla da eccepire. Ma da qui a passare alla pratica del totale divieto c’è di mezzo un mondo e soprattutto un interrogativo. Ieri in una intervista al Corriere della Sera il titolare della Sanità ha spiegato che la stretta deve essere totale perché le sigarette alternative inducono gli adolescenti a cominciare sì senza fumo ma con nicotina e che «non è dimostrato che le altre sigarette siano meno nocive». Al di là del fatto che la maggior parte degli adolescenti entra nel mondo del fumo con le bionde, il suo ministero sul tema delle e-cig e delle non combuste nel 2022 si è limitato a dire che non si può dimostrare la minore o pari nocività. Un unicum. In altri Paesi esistono dati e ricerche che lo dimostrano. Da noi no. Perché? Bisognerebbe cominciare a usare la scienza per risolvere i problemi del tabacco e non l’approccio fideistico dei divieti assoluti.