2024-07-20
Arrestati i capi di tre coop: «Mandavano negli ospedali dei medici non specializzati»
Inchiesta della Gdf: le società, separate solo formalmente, avrebbero vinto gli appalti mentendo sul personale a disposizione per poi fornire dottori senza qualifiche.Un cartello di tre cooperative sociali, apparentemente distinte per struttura sociale e di gestione ma secondo gli inquirenti rispondenti a un’unica regia per truccare i bandi di gara per il reclutamento di medici e infermieri «gettonisti», sarebbe stato sgominato dalla Guardia di finanza di Modena a conclusione di una articolata indagine della locale Procura. Gli amministratori sono finiti in carcere (si tratta di Alessandro L., Artemio S. e Mauro G.) con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture e autoriciclaggio.L’inchiesta, partita da una semplice attività di controllo amministrativo delle Fiamme gialle su un’azienda con sede a Sassuolo, avrebbe portato a scoprire l’esistenza di una vera e propria direzione unitaria per accaparrarsi gli appalti delle Asl di ben otto regioni per un valore complessivo di base d’asta di circa 30 milioni di euro. Sono state 39 le gare passate al setaccio dagli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale modenese nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023, dunque anche nel pieno dell’emergenza pandemica. Di queste dieci sono state assegnate in Lombardia, sette in Piemonte, due in Liguria, quattro in Emilia Romagna, una nelle Marche, quattro nel Lazio, cinque nel Molise e sei in Veneto. Le ditte finite nel mirino dei pubblici ministeri si presentavano in maniera autonoma e indipendente alle gare pubblicate dalle Aziende sanitarie ma in realtà sarebbero state «collegate e gestite», spiegano fonti delle Fiamme gialle, «da un unico centro decisionale e di interessi». Un burattinaio, presumibilmente ancora ignoto, che le istruiva sui passi da fare e sulle decisioni da prendere. La partecipazione in contemporanea di più ditte serviva, secondo gli inquirenti emiliani, ad assicurarsi margini di manovra e operativi altrimenti impossibili da ottenere in una gara pubblica. Come? Presentando «offerte coordinate», spiegano ancora dalla Guardia di finanza, «in modo da assicurarsi la vittoria o, quantomeno, aumentarne le relative probabilità falsando la concorrenza nelle procedure».In base alle indagini dell’ufficio giudiziario, le cooperative sarebbero state quasi del tutto sprovviste di strutture tecniche e di personale nonostante i requisiti esibiti al momento della partecipazione alle procedure all’incanto, giudicati falsi dagli investigatori. I tre amministratori erano soliti presentare alle commissioni aggiudicatrici liste di medici, con relativi curriculum, titoli e specializzazioni, che sarebbero però stati ignari di essere stati coinvolti. Soggetti che «in realtà non collaboravano con le società e in taluni casi neppure erano a conoscenza di essere stati inseriti in un appalto specifico» che, tuttavia, servivano come «specchietto per le allodole» al fine di convincere le Asl della bontà delle proposte.In alcuni casi, gli approfondimenti delle Fiamme gialle hanno consentito di scoprire che negli allegati alle offerte tecniche erano riportati nomi di professionisti sanitari del tutto inesistenti. «Nomi di fantasia o storpiati», sottolineano ancora gli inquirenti, «che servivano solamente a fare massa e a conquistare più punti in vista dell’assegnazione». Quei pochi, tra medici e infermieri, di cui effettivamente le coop avrebbero disposto, sarebbero stati quindi mandati allo sbaraglio con turni massacranti e, spesso, in contesti professionali di specializzazioni diverse da quelle maturate, «così causando pericolose criticità alle strutture ospedaliere e situazioni di pericolo per i pazienti». Soprattutto considerando che le aree per cui i «gettonisti» venivano ingaggiati erano quelle del pronto soccorso, della guardia medica pediatrica o del supporto anestesiologico.Il giochetto avrebbe consentito ad Alessandro L., Artemio S. e Mauro G. di poter accumulare un vero e proprio tesoro grazie ai contenutissimi costi di gestione delle coop. I militari hanno per questo provveduto a sequestrare i conti correnti delle tre società e relative quote oltre ad auto di grossa cilindrata e apparecchiature telefoniche e informatiche di ultima generazione per un totale di 300.000 euro. Una somma, comunque, ben distante dai 4 milioni di euro che, secondo i calcoli degli investigatori, sarebbe stata ottenuta nei cinque anni di attività. Tracce di denaro spedito in Lituania sono state individuate analizzando i flussi di entrata e uscita dei conti delle coop. «Un sistema usato per schermare gli incassi», dice al nostro giornale un inquirente modenese, «e impedire provvedimenti di confisca». Una mossa che è costata ai tre indagati anche un’ulteriore accusa di autoriciclaggio per altri 700.000 euro. I tre indagati affronteranno domani l’interrogatorio di garanzia.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.