2021-02-08
Ancora tensioni in Nagorno-Karabakh. L'Italia in ritardo nel riconoscere la regione
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La marcia di dicembre per le vittime armene nel conflitto (Ansa)
Nel consiglio regionale del Piemonte è stato presentato un ordine del giorno da parte di Silvio Magliano affinchè siano date risposte ai cittadini italiani di origine armena. «Chiedono alle autorità governative italiane di riconoscere questo piccolo Paese, affinché divenga un interlocutore diretto del nostro Governo»La guerra durata 44 giorni tra Armenia e Azerbaijan, terminata il 9 novembre, ha cambiato la mappa del Caucaso meridionale, in particolare basi economiche del Nagorno-Karabakh e dell'Armenia. Ora per gli azeri è corsa alle estrazioni minerarie.Il Nagorno-Karabakh e le aree circostanti sono infatti ricche di giacimenti di oro, rame e altri metalli preziosi. Per decenni, le entrate minerarie hanno contribuito a sostenere la repubblica del Nagorno-Karabakh. Basti pensare che nel 2019 il 13% del pil della regione dell'Artsakh arrivava dal settore minerario. Durante la guerra hanno perso terreno. Al momento si registrano ancora tensioni al confine, con i caschi blu dell'Onu a monitorare la situazione. In Italia da mesi diverse amministrazione locali propongo provvedimenti di solidarietà nei confronti dell'Armenia. Ma spesso le minacce armene hanno avuto la meglio. Sono state inviate mail intimidatorie a consiglieri comunali che hanno presentato mozioni per l'indipendenza della repubblica di Artsakh. Nel totale silenzio dell'ormai caduto governo di Giuseppe Conte c'è però chi ha ancora a cuore la causa del Nagorno-Karabakh. Così in consiglio regionale del Piemonte è stata presentata una mozione per una pace duratura nella regione. A firmarla è il consigliere Silvio Magliano che nel testo ricorda appunto come «per settimane la popolazione civile e tutte le strutture (compresi gli ospedali, le scuole, le abitazioni e i centri di protezione civile) del territorio dell'Artsakh (Nagorno Karabakh) sono state bersaglio degli attacchi missilistici da parte delle forze armate dell'Azerbaigian, con il supporto dei militari dell'esercito della Turchia e con il dispiegamento di combattenti terroristi provenienti dal Medio Oriente».Non solo. Si ricorda come popolazione armena dell'Artsakh (Nagorno Karabakh) è un simbolo per tutto il popolo armeno, disperso «nel mondo a causa del primo Genocidio del XX secolo perpetrato dalla Turchia Ottomana». Per Magliano «è arrivato il momento che la comunità internazionale riconosca ufficialmente questo territorio – che è già de facto una Repubblica con la propria forma di Stato e di Governo con democratiche elezioni – e la sua popolazione». I cittadini italiani di origine armena, riuniti nell'Unione degli Armeni d'Italia, «chiedono alle autorità governative italiane di riconoscere questo piccolo Paese, affinché divenga un interlocutore diretto del nostro Governo». Secondo Magliano «proseguono nel frattempo, pur tra notevoli difficoltà, le interlocuzioni e gli incontri del Gruppo di Minsk, nel tentativo di trovare una mediazione diplomatica». Per questo motivo, secondo Magliano, «è cruciale un impegno istituzionale a tutti i livelli, regionale compreso, volto allo sprone delle Autorità nazionali affinché intervengano con ogni possibile iniziativa volta a ripristinare una verità storica e a creare le condizioni per una pace duratura, per la quale il riconoscimento dei diritti della popolazione dell'Artsakh costituisce un prerequisito».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)