2024-03-19
«Non pensateli con le ali, gli angeli li vedono i mistici ma li sentiamo tutti»
Caravaggio, Riposo durante la fuga in Egitto, 1597. Nel riquadro, Padre Renzo Lavatori (Getty Images)
Padre Renzo Lavatori, sacerdote esperto di entità celesti: «Sono pura luce, a Padre Pio sono apparsi. Il loro tocco può svegliarci, basta che li preghiamo».Giotto, in un affresco alla cappella degli Scrovegni, a Padova, ha dipinto angeli con il viso straziato dal dolore per la morte di Cristo. Raffaello, nella Madonna Sistina, conservata a Dresda, li ha raffigurati come bimbi riflessivi. Caravaggio, nell’olio su tela Riposo durante la fuga in Egitto, ha figurato un ragazzo algido e alato che suona il violino. Ma gli angeli hanno un volto? Qual è la loro missione? E, sia chi ha fede sia chi ha dubbi, si ricorda di loro? Padre Renzo Lavatori è nato nel novembre 1938 in un borgo in provincia di Ancona, Monte Roberto. Ordinazione sacerdotale, a Senigallia, il 14 marzo 1964. È emerito di Teologia dogmatica alla Pontificia università urbaniana e ha dedicato una vita a studiare queste entità celesti. La summa è contenuta nel suo libro del 2014 L’angelo, un fascio di luce sul mondo (Lindau). Vive a Roma e continua la sua catechesi. Chi è un angelo?«Secondo la dottrina cattolica, l’angelo è un essere puramente spirituale creato da Dio, senza corpo, superiore all’uomo, che è spirito e corpo. È stato creato ad ministerium Dei, per il ministero di Dio, per lodarlo e glorificarlo, per avvicinarlo all’uomo e avvicinare l’uomo a Dio».Pertanto non ha le ali. «L’angelo non ha una fisionomia carnale, umana. Quindi le raffigurazioni degli artisti, dove hanno le ali, sono inverosimili, non autentiche espressioni degli angeli, che non hanno il corpo. Le ali sono il simbolo della loro dinamicità - sono velocissimi - e anche della loro ubiquità: possono essere in più posti e sono sempre pronti al comando di servire e lodare Dio». Quali sono le tipologie degli angeli? «La Chiesa, per quanto questo non rientri nei dogmi di fede, ha fatto propria la posizione di un autore del 4° secolo, Pseudo-Dionigi, che ha scritto De coelesti hierarchia. Basandosi sull’Antico e sul Nuovo Testamento, li ha sistematizzati in una gerarchia organica che Tommaso d’Aquino ha fatto sua, degradanti da Dio verso l’uomo ed elevanti dall’uomo verso Dio: nove cori angelici, divisi per tre. I primi tre, serafini, cherubini e troni, sono totalmente riferiti ad adorazione e glorificazione di Dio. La seconda categoria comprende le dominazioni, i principati e le potestà e, la terza, le virtù, gli arcangeli e gli angeli. Il termine angelo, che ora consideriamo in tutti questi tre cori, di fatto, in senso stretto, è solo l’ultimo gradino, ossia l’angelo custode». Quella delle gerarchie è solo un’ipotesi?«L’esistenza degli angeli è un dogma di fede, mentre questi nove cori sono più un’opinione, pur molto valida. Per quel riguarda il dogma, il Quarto Concilio Lateranense, del 1215, ha osservato che “il problema del male del mondo è perché c’è l’angelo cattivo”». L’anticristo, con gli altri demoni. «Gli angeli sono stati creati tutti buoni, prima degli uomini. Alcuni di loro, capeggiati da questo Lucifero o Satana, non hanno accettato la subordinazione creaturale al loro Creatore, Dio. Hanno voluto essere come Lui. Mentre l’arcangelo Michele, ha detto “sì, Dio noi ti serviamo”, Satana ha detto “no, non ti servo, tu devi servire me”. Nel libro di Tobia, l’arcangelo Raffaele prende forme umane per liberare la futura sposa di Tobia da Asmodeo, demone dell’infedeltà coniugale». E la missione degli arcangeli qual è?«Gli arcangeli hanno particolari missioni da svolgere verso l’umanità e la Chiesa dopo la venuta di Cristo. Nella Bibbia ne sono nominati solo tre, nella tradizione di parla di sette. Ad esempio a Roma, a Santa Maria degli Angeli, c’è questa bellissima icona con i sette arcangeli e i loro rispettivi nomi. I tre contenuti nella Bibbia sono Michele, Raffaele e Gabriele». L’arcangelo Gabriele è quello dell’Annunciazione…«Sì, lui è l’Annunciatore, con il suo messaggio alla Vergine Madre di Dio. Artisticamente è stato rappresentato in migliaia di modi, si sono sbizzarriti. Ma com’è fatto l’angelo?».Com’è fatto?«Alcuni mistici, come Padre Pio da Pietrelcina e Natuzza Evolo, li hanno visti. Non hanno forma umana, ma sono come uno sprazzo di luce, raggi di luce fortissimi, la luce che riflette quella di Dio. Noi poveri mortali non li possiamo vedere né raffigurare».Per rivolgerci al nostro angelo custode, le nostre madri ci hanno insegnato una preghiera ricca di grazia, Angelo di Dio. «Gli angeli sono messi uno accanto a ciascun essere umano. Sono gli angeli custodi. Ognuno di noi ce l’ha, alcuni dicono fin dal concepimento materno, altri da quando siamo battezzati e diventiamo cristiani. Qui non c’è una spiegazione dogmatica, ma con il battesimo questa unione e profondissima empatia tra l’angelo e l’uomo si rafforzano, perché Dio non è che crea l’angelo in serie, lo fa “su misura” della creatura umana, quindi un ego celeste simile all’ego umano dell’uomo custodito. Mikhail Bulgakov, parla di una sinantropìa dell’angelo, unione dell’angelo con l’uomo, e sinangelìa, unione dell’uomo con l’angelo». Un vero amico invisibile…«L’angelo custode è il nostro più grande amico. Però, purtroppo, non lo conosciamo, né lo preghiamo. È trascurato. Il suo compito è di accompagnarci, giorno dopo giorno, verso la conquista della vita eterna. Se lo preghiamo, ci illumina, ci fa capire dov’è il bene e dov’è il male. Se cadiamo nel peccato, lui ne soffre, perché vuole sempre unire l’uomo a Dio e Dio all’uomo. Quando c’è una difficoltà, ci aiuta, ad esempio per trovare un lavoro, ci conforta nel dolore, è presente anche alla fine della vita terrena nel passaggio verso la vita eterna. Nella liturgia antica, l’angelo accompagna il protetto davanti a Dio e diventa suo difensore, facendone risaltare le doti positive. Lo vuole salvo nel regno di Dio».Dunque sarebbe vicino a noi anche nel momento della morte che, tuttavia, non è dato sapere con quali modalità si verifichi. «La morte è la separazione tra il corpo e l’anima, un momento delicatissimo. Negli ultimi momenti c’è una lotta, perché il nemico, il diavolo, vuole strappare l’anima da Dio e lì l’angelo custode interviene». Nel documentario Clausura, del 1958, di Sergio Zavoli, la superiora delle Carmelitane dice: «Quando una consorella muore, grande è la nostra gioia».«La morte è venuta nel mondo dopo il peccato originale. Eravamo stati creati immortali, anche nel corpo. L’antica liturgia dice Vita mutatur non tollitur, “La vita viene cambiata, ma non tolta”. Quando le monache muoiono è la gioia, incontrare il loro Sposo con le lampade accese». Che rapporto ha con gli angeli?«Io prego molto, con tanta fede, ma non ho rapporti particolari né visioni. So che ci sono e sento la loro presenza, una protezione».E, nello specifico, il suo angelo custode le dà una mano nella quotidianità? «Sì, certo. Per esempio, quando ho un appuntamento al mattino e mi devo alzare molto presto, alle volte la sveglia non mi funziona. Ma, la sera prima, prego l’Angelo di Dio, “dammi tu un tocco”. Se l’orologio non suona, un tocco c’è. E mi sveglio. Anche quando andiamo in macchina, se lo preghiamo, ci può evitare un incidente. E aiutare nel parcheggio. Io dico, “Angelo di Dio, che sei il mio custode, fammi trovare un parcheggino”. In quell’attimo un’auto esce e posso parcheggiare. Bisogna avere una familiarità con il nostro angelo».I politici ascoltano il loro angelo custode? «Bisognerebbe che lo pregassero. Si può invocare l’angelo custode di un amico, quindi anche di un politico, affinché siano aiutati. Ma non dimentichiamoci di dominazioni, principati e potestà, che governano i movimenti cosmici, la storia dell’uomo, allontanano le potenze negative. Dobbiamo pregarli: senza questa fede loro non possono far nulla».Anche notabili della Chiesa possono dimenticarsi del loro angelo custode? «(sorride) Ah qui andiamo in un mistero, sì…». Nel film di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino, due angeli percepiscono i pensieri degli abitanti della città. Gli angeli hanno questa facoltà?«Solo Dio conosce i nostri pensieri. L’angelo custode non può conoscerli, se non li manifestiamo. Se piango, possono capire che sto soffrendo…».Quando per strada s’incontra una persona aggraziata che ci aiuta nel bisogno, capita di dire: «Un angelo». «Per essere precisi, a un uomo, a una donna, bisognerebbe dire “tu sei come un angelo”». Negli epitaffi, i bambini defunti sono assimilati ad angeli.«Rimangono creature umane. Quando ero ragazzo, si diceva, “è morto un angioletto”. Era un detto bonario, ma non esatto». Si può pregare il nostro angelo custode affinché possiamo rivedere il nostro gatto o cane dopo la morte?«Gli animali non hanno l’anima, ma uno stato vegetativo. Non si può battezzare il cane prima di morire. Sono creature di Dio, ma con una determinazione terrena. Ma questo tema non è angelologico…».Padre Renzo, si potrebbe obiettare a questa sua affermazione che Paolo VI disse a un bambino piangente per la perdita del suo cane: «Lo ritroverai nel Regno di Dio». Ma l’angelo custode sostiene l’anima anche nel Purgatorio? «L’angelo custode aiuta la purificazione, per raggiungere la comunione con Dio, che è il Paradiso. E sono convinto che il mio e il suo angelo custode ci hanno aiutato per fare una bella intervista».
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