2022-10-27
Ancora silenzio sui sanitari sospesi. E finalmente si sveglia il sindacato
Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Il ministero tace. Tuttavia, per reintegrare medici e infermieri, basterebbe una firma.Si comincia bene, ma si poteva cominciare meglio. Giorgia Meloni ha dichiarato che non si ripeteranno gli stessi errori compiuti in pandemia ed è bene, ma ci sono delle cose che si possono fare immediatamente. Su tutti, il reintegro dei sanitari non vaccinati. La Federazione nazionale del CubB pubblico impieg, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio e al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per chiedere l’abrogazione del dl 44/21 e il reintegro immediato dei sanitari ancora sospesi per non aver effettuato il vaccino contro il Covid, o per non esser stati al passo con i richiami. Anche dopo eventuali reazioni avverse, reazioni che troppo spesso, non venivano certificate. Una lettera datata 25 ottobre merita di esser letta con attenzione il prima possibile. Il segretario nazionale del Cub, Maria Teresa Turetta scrive: «Nonostante la fine dello stato di emergenza, le leggi in vigore ancora discriminano e danneggiano irragionevolmente e ingiustamente decine di migliaia di cittadini, in particolare sanitari e amministrativi del comparto sanità, negando loro il diritto al lavoro (articoli 1, 4, 35 della Costituzione) e al sostentamento economico, proprio e della propria famiglia (articolo 36 della Costituzione)». La Verità ha raccontato moltissime storie di medici e operatori sanitari che per un motivo o per l’altro non hanno potuto o voluto vaccinarsi e che per questo hanno perso il loro lavoro insieme allo stipendio. Per questo nella lettera si chiede «il reintegro immediato dei sanitari ancora sospesi dal lavoro e la revoca di tutte le sanzioni amministrative irrogate». Un provvedimento, questo, che andrebbe fatto subito, per ridare dignità a chi ha sempre lavorato rispettando tutte le leggi e lavorando in qualsiasi condizione. Per lo Stato, finora, i medici e i sanitari erano eroi (solo a parole per altro), esclusivamente se vaccinati. Tutti gli altri sono stati considerati figli di un Dio minore, non meritevoli di continuare a salvare vite, di assistere i malati e fornirgli le cure. Ormai è stato chiarito che il vaccino protegge dalla malattia severa, ma non è in grado di limitare il contagio. Anzi, il vaccino ha portato le persone a essere meno attente, favorendo quindi la circolazione del virus. È per questo che nella lettera si chiede pari dignità, tra vaccinati e non, anche per quanto riguarda gli accessi ai familiari dei pazienti ricoverati negli ospedali e degli ospiti delle Rsas. A sostegno di queste motivazioni anche le recenti notizie pervenute dall’Europarlamento da parte della portavoce della casa farmaceutica Pfizer, Janine Small (responsabile per i Paesi emergenti) che il 10 ottobre scorso ha dichiarato: «Il nostro farmaco non è mai stato testato per prevenire l’infezione da Covid. E d’altronde nessuno ci ha mai chiesto di farlo». Per mesi però ci hanno convinto del contrario. Lo stesso ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, in una conferenza stampa indimenticabile, disse che vaccinarsi sarebbe servito a proteggere gli altri, a fermare il contagio. Una bugia che purtroppo è stata concausa di vittime ulteriori. Persone fragili, ad esempio, che credevano di essere al sicuro con accanto persone vaccinate. Le stesse persone che invece trasmettevano il virus a loro insaputa. Il cambio di passo sulla gestione della pandemia è stato annunciato dal presidente del Consiglio e le premesse, all’indomani della fiducia ottenuta con quel discorso, sono ottime. Ora però è il tempo dei fatti, dei dossier urgenti. Questo è uno di quelli: semplice e veloce perché non costa nulla, se non una firma. Tutto questo per ridare dignità ai sanitari e riportarli finalmente in corsia. L’obiettivo è eliminare l’obbligo vaccinale, revocando tutte le norme che hanno violato diritti fondamentali dei lavoratori e limitato le libertà individuali.