2023-10-31
Anche senza Timmermans la Ue resta posseduta dal demone green
Wopke Hoekstra (Getty images)
Verso la conferenza di Dubai. L’Ue proporrà di bloccare i combustibili fossili non coperti da tasse sulla Co2. Così legherà le mani ai prossimi leader. Intanto Antonio Guterres, in piena crisi mediorientale, se ne va sull’Himalaya.Venerdì il cdm che valuterà la proroga Nel tutelato ben 9 milioni di italiani.Lo speciale contiene due articoli«Sono qui in Himalaya dove i ghiacciai si stanno sciogliendo a un livello record. Come in Groenlandia, come in Antartide. Il livello del mare sta aumentando. E qui vediamo inondazioni, vediamo frane, vediamo comunità colpite in modo drammatico. Dobbiamo fermare questa follia». L’appello è stato lanciato dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in un video dall’Himalaya. Dove Guterres ha pensato di ritirarsi per qualche giorno dopo i contrasti con Israele in seguito al suo discorso sulle responsabilità del massacro del 7 ottobre. Intanto, il coordinatore per gli aiuti umanitari dell’Onu Martin Griffiths è atteso a Tel Aviv dopo che il ministero degli Esteri - sollecitato da alcuni Paesi stranieri - gli ha concesso il visto per alcuni giorni. Guterres ha invece preferito il tetto del mondo al Palazzo di vetro. Meglio occuparsi dello scioglimento dei ghiacciai e di un’altra guerra, quella climatica. Il tema, del resto, è di attualità visto che ieri è iniziata la plenaria della Pre-Cop28 ad Abu Dhabi. La ventottesima conferenza Onu sui cambiamenti climatici, si terrà infatti a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Sarà il nuovo commissario per il Clima dell’Unione europea, Wopke Hoekstra, a rappresentare la delegazione dei ventisette Stati membri, che parteciperanno anche come singoli Paesi. E sarà, dunque, Hoekstra a dire per conto di Bruxelles che bisogna abbandonare i combustibili fossili che non sono compensati dai sistemi di cattura del carbonio. Lo ha anticipato lui stesso commentando l’ultimo rapporto sullo stato dell’energia in Ue («State of the Energy Union Report») pubblicato a ottobre 2023: «L’Unione europea deve accelerare nella riduzione delle emissioni di gas serra, in particolare nel settore agricolo. Nel mandato della Cop28, tutti gli Stati membri hanno concordato che i sussidi ai combustibili fossili che non affrontano né la povertà energetica né la transizione equa, devono essere eliminati prima possibile», ha detto.Un impegno complicato, visto cosa sta succedendo in Medio Oriente. Ma nonostante il cambio improvviso di scenario dalle conseguenze ancora imprevedibili, e nonostante l’esecutivo Ue sia alla fine del mandato in vista delle elezioni che si terranno tra pochi mesi, la strategia del nuovo commissario sembra la stessa del suo predecessore Frans Timmermans. Ovvero portare avanti l’accordo per bloccare l’utilizzo dei combustibili fossili che non siano coperti dalla tassa sulla Co2, in aperta contraddizione con quello che fa il resto del mondo. E con l’obiettivo politico di legare le mani anche alla futura squadra che guiderà la Commissione europea.Nel frattempo, il Financial Times ieri ha scritto che il Regno Unito e la Ue spingeranno per porre fine ad alcune forme di sussidio per le attività di estrazione di combustibili fossili durante una riunione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) il mese prossimo. Questa mossa, ha evidenziato il quotidiano della City, si basa sull’impegno di alcuni Paesi dell’Ocse ad allineare le istituzioni finanziarie pubbliche agli obiettivi dell’accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi.Alla plenaria di ieri è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. La Cop28 deve dare «indicazioni chiare, verso percorsi realistici che portino a obiettivi tangibili», ha detto il ministro. Sottolineando che «triplicare la capacità di energia rinnovabile globale e raddoppiare il tasso di efficienza energetica attuale, ridurre drasticamente le emissioni di metano, eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili e adottare misure di mitigazione ambiziose in tutti i settori economici sono tutti obbiettivi alla nostra portata. Ma l’azione ambiziosa deve sostanziarsi anche nel giusto equilibrio in tutti i pilastri dell’Accordo di Parigi». Poi ha aggiunto che «il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine dell’Accordo di Parigi richiede una trasformazione fondamentale di tutte le economie e un grande cambiamento nella struttura dell’economia globale, dei mercati finanziari e degli investimenti». Secondo Pichetto «politiche climatiche e scelte energetiche sono facce di una stessa medaglia, non si può parlare delle prime senza affrontare il tema della riduzione della nostra dipendenza dai combustibili fossili e al contempo assicurare la sicurezza energetica». Ieri a Abu Dhabi il ministro dell’Ambiente ha incontrato il ministro emiratino dell’Industria e delle Tecnologie avanzate, Sultan Al Jaber, presidente designato della Conferenza delle Parti di Dubai. «Nel confronto ho rinnovato il pieno e ambizioso impegno dell’Italia a dare seguito operativo agli impegni presi a Sharm El Sheikh», ha spiegato Pichetto Fratin, sottolineando la volontà di spingere sulla partecipazione di una delegazione di «Youth4Climate», la «nostra grande rete di ragazzi protagonisti dell’azione climatica, al Summit dei leader». Lo stesso ministro, però, lo scorso 21 ottobre era stato chiamato «nonno Pichetto» dai giovani attivisti di Ultima Generazione con tanto di sfottò nella nota stampa sull’ennesimo blocco stradale organizzato a Torino. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/anche-senza-timmermans-la-ue-resta-posseduta-dal-demone-green-2666100615.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="se-si-passa-subito-al-mercato-libero-piu-200-euro-nelle-bollette" data-post-id="2666100615" data-published-at="1698694889" data-use-pagination="False"> Se si passa subito al mercato libero più 200 euro nelle bollette Un decreto Energia in via di definizione, che sarà presentato il 3 novembre al Cdm. Una data cruciale per capire se il governo prorogherà il mercato tutelato dell’energia e del gas o se invece cederà alle pressioni dell’Ue e lascerà invariata la data del 1° gennaio 2024, per l’entrata in vigore del mercato libero. Al momento ci sono circa 9 milioni di utenze domestiche che sono interessate dalla novità dato che risultano essere ancora legate al mercato tutelato dell’energia e che, nel caso, dovranno passare a quello libero. Passaggio non privo di insidie. Se infatti si confrontano alcuni indici di spesa delle offerte, disponibili sul Portale offerte, con la spesa annua del mercato di maggior tutela si scopre, stando ai dati pubblicati da Arera, come la spesa media sul mercato libero sia attestata, per un cliente tipo domestico residente a Milano, con 2.700 kWh di consumo annuo e 3 kW di potenza, sia pari a 1.933 euro, contro i 1.720 euro di quella riferita al mercato tutelato. Se ci si focalizza sul 10% delle offerte più convenienti presenti sul mercato libero si può osservare come il costo annuo, rispetto al mercato tutelato, risulti essere leggermente inferiore (1.693,41 euro contro i 1.720 euro). Di contro, il 10% delle offerte meno convenienti del mercato libero hanno fatto registrare una spesa annua di circa 2.937,78 euro. A questo si aggiunge che, secondo i dati della Arera, che ogni sei mesi pubblica un monitoraggio sull’evoluzione dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas, a giugno scorso le offerte di elettricità sul libero mercato erano circa 2.000, e solo 200 risultavano essere più convenienti, rispetto alle tariffe della maggior tutela. Discorso analogo per quanto riguarda il gas, dove sono presenti più di 2.000 offerte e solo due risultano essere più vantaggiose rispetto alla tariffa regolata. Numeri che fanno riflettere e ai quali non si possono non aggiunge anche le attuali tensioni a livello internazionale che continuano a mettere sotto pressione il mercato dell’energia. Viene dunque da chiedersi se sia veramente necessario passare al mercato libero nel 2024, a fronte di incognite economiche così rilevanti. Sicuramente, ed è innegabile, ci sono delle offerte convenienti sul mercato libero, ma bisogna selezionarle con attenzione, e avere anche la fortuna di riuscire a rientrare nel 10% delle offerte più convenienti presenti sul mercato in quel preciso momento. Opportunità, che ovviamente non sarà destinata a tutte le utenze del mercato tutelato. L’obiettivo del governo non è infatti quello di eliminare il mercato libero, ma di prendere tempo, riorganizzare la situazione delle assegnazioni delle aste e trovare una soluzione per fare in modo che il passaggio dal mercato tutelato a quello libero, non colpisca, soprattutto, le fasce più deboli delle popolazione, con un aumento nella bollette dell’energia e del gas. Questo anche perché, è vero che ci sono strumenti come il «Portale offerte», messi a disposizione dei cittadini per poter vagliare le varie offerte degli operatori, ma molti ne conoscono l’esistenza e il funzionamento. La mancanza di informazioni adeguate può infatti rappresentare un problema, di non poco conto. A questo si aggiunge anche la possibilità di creare, ulteriore confusione, in un momento in cui il settore vive cambiamenti repentini che determinano variazioni di prezzo non controllabili a causa delle varie crisi internazionali. E un possibile aumento dell’aggressività, da parte degli operatori del mercato libero per ottenere i clienti, prima che venga completato il meccanismo delle aste. L’Italia ha infatti un numero di società di vendita molto superiore a quello degli altri Paesi: 658 operatori contro i 397 della Spagna, i 63 francesi, i 20 inglesi e i 15 irlandesi.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi