2021-12-22
Si sbloccano le nomine dell’Anas. L’assemblea conferma Isi e Valente
Domani l’ok ai vertici, dopo le verifiche sulla compatibilità del nuovo presidente.Dopo una settimana in apnea, con il rischio di un nuovo stallo, sembra esserci stato il via libera sul ricambio dei vertici di Anas, ormai in proroga da otto mesi. Nelle scorse settimane Ferrovie dello Stato aveva indicato i nomi del nuovo amministratore delegato e del nuovo presidente, rispettivamente Aldo Isi ed Edoardo Valente. Dopo la decisione della controllante era arrivato anche il nulla osta del ministero dell’Economia di Daniele Franco. Eppure martedì scorso è stata di nuovo rinviata l’assemblea al 21 dicembre. Ieri c’è stato un nuovo rinvio a giovedì 23. Cosa è successo? Questa volta ad abbattersi su Anas sono stati la burocrazia e i codici militari. Sui nomi, come detto, non sembravano esserci più problemi, dopo mesi in cui si erano susseguite le ipotesi di nominare un uomo dei Benetton come Ugo de Carolis o Maria Annunziata Giaconia, attualmente amministratore delegato di Mercitalia rail. Isi, 50 anni, dal 2018 è stato l’amministratore delegato di Italferr, la società di ingegneria del gruppo Fs. Valente, generale di corpo d’armata della Guardia di finanza, classe 1959, ha ricoperto numerosi incarichi, compreso quello di vice capo di gabinetto del ministro dell’Economia tra il settembre 2012 e il luglio 2015 quando in via XX Settembre si sono alternati Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni e Pier Carlo Padoan. Come detto, martedì 14 l’assemblea di Anas avrebbe dovuto ratificare la decisione e invece si è di nuovo tutto arenato sul nome di Valente. Nelle scorse settimane il Tesoro aveva chiesto all’ufficio legislativo di esaminare il quesito posto da «Ferrovie dello Stato italiane spa. relativo alla nomina del nuovo presidente dell’Anas, con specifico riferimento all’applicabilità dell’articolo 994 del Codice dell’ordinamento militare», ovvero quello che dispone come «il militare in ausiliaria non può assumere impieghi, né rivestire cariche, retribuite e non, presso imprese che hanno rapporti contrattuali con l’amministrazione militare». Il ministero della Difesa ha specificato che non vi erano ostacoli. I problemi sono comparsi con la Guardia di finanza e l’Agenzia del demanio, tanto che Fs «ha ulteriormente reso nota, a seguito della ricognizione svolta dagli uffici dell’Anas sui rapporti contrattuali tra la stessa società e gli enti che compongono l’amministrazione finanziaria, l’esistenza di rapporti con l’Agenzia del demanio e l’Agenzia delle entrate». Per questo motivo sono stati richiesti per sicurezza altri pareri, anche perché il 16 dicembre a muoversi è stato anche il magistrato della Corte di conti delegato Anas muovendo nuovi rilievi. Alla fine, l’ultima relazione spiegava come alla «luce dei sopravvenuti apporti del Comando generale della Guardia di finanza e della società richiedente, pare allo scrivente ufficio che, mentre non sussistono profili di incompatibilità e inconferibilità in ordine alla nomina del designato ove risulti collocato nella categoria della riserva, ove invece il medesimo risulti collocato nella categoria dell’ausiliaria [...] , l’interessato, coerentemente alla normativa dalla stessa società richiamata, dovrà necessariamente trovarsi collocato nella categoria della riserva». Alla fine proprio ieri è arrivato il nulla osta dell’Avvocatura generale dello Stato. Quindi giovedì Isi e Valente saranno confermati ai vertici come indicato da Fs. Sul tavolo ci sarà da affrontare il piano di raccordo con il governo sul Pnrr. Tra candidature sfumate e burocrazia si è perso troppo tempo.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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