2023-09-06
L’atterraggio d’emergenza di Amato. «Le date errate? Ho una certa età»
Giuliano Amato (Imagoeconomica)
L’ex presidente della Consulta si corregge ancora dopo l’intervista al nostro giornale: «Il missile francese è una mia ipotesi, ma sulla base in Corsica Emmanuel Macron può fare chiarezza. Su Gheddafi forse mi sono sbagliato».L’ultima puntata (per adesso), della telenovela delle dichiarazioni e delle retromarce dell’ex premier Giuliano Amato sulla strage di Ustica ha avuto luogo ieri sera, presso la sede dell’Associazione della stampa estera. Alle 18:15, un orario inusuale per una conferenza stampa Amato, arrivato spaccando il secondo, si è seduto davanti a una sala gremita di giornalisti e telecamere, che, fino al suo ingresso nella sala, sembrava più un incontro tra colleghi dopo le vacanze. E anche ieri i distinguo, iniziato con lo scambio di mail tra Amato e La Verità non sono mancati: «Non ho ritrattato niente. Nell’intervista non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica. Ho detto che portavo avanti l’ipotesi più ritenuta più credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo la verità da offrire ma il mio scopo era provocare se possibile un avvicinamento alla verità. E non ho detto a Macron di chiedere scusa ma di occuparsi della cosa: se dimostra che è infondata bene, se no deve chiedere scusa». E tanti saluti una volta per tutte al roboante titolo «Ustica, onta per Parigi, Macron chieda scusa», con cui Repubblica aveva titolato l’intervista che ha dato il via alle danze. Titolo che Amato, nel suo scambio con La Verità aveva già liquidato così: «Dei titoli con cui un articolo o un’intervista vengono presentati - Lei lo sa quanto me - non risponde l’autore». Poi l’ex premier ha minimizzato quanto chiesto al presidente francese: «Al giovane presidente francese Macron, che aveva due anni all’epoca, chiedo che ci liberi dalla questione Solenzara (la base militare in Corsica da cui potrebbe essere partito il caccia che lanciò il missile contro il Dc9, secondo una delle piste investigative, ndr)». Anche la retromarcia su chi, nel 1980, avrebbe avvertito il leader libico Muhammar Gheddafi dell’intenzione di abbattere il suo aereo, la retromarcia di Amato rispetto alla sua intervista è proseguita sulla falsariga delle sue risposte al nostro giornale. «Un errore, segnalato anche da figli di Craxi», ha detto il Dottore Sottile. Aggiungendo poi: «Inizio ad avere una certa età e ho ammesso che non sono in grado dire se l’errore l’ho fatto io o se lo fece chi mi disse che Craxi informò Gheddafi. E’ un fatto che lo informò nell’86 (quando il leader libico sfuggì a un bombardamento, ndr)». A noi aveva detto aggiustando il tiro rispetto all’intervista: «Su chi informò Gheddafi è ben possibile che ci sia stata confusione di date, fra l’86 (quando fu Craxi) e l’80, quando, secondo Zanda oggi, furono i Servizi. Onestamente non riesco a dire se la confusione l’ho fatta io o se l’ha fatta chi mi parlò di Craxi come informatore di Gheddafi». Sul rischio che le sue dichiarazioni avessero potuto (o voluto) creare tensioni tra il governo italiano e la Francia, come paventato dal ex generale Leonardo Tricarico, Amato ha dribblato dando ancora una volta l’impressione di essersi reso conto di aver scatenato una tempesta che non aveva minimamente previsto: «Perché tensione con la Francia? Ho letto questa cosa della tensione con la Francia. A parte che sono molto amico della Francia, io non condivido la testata che Zidane piantò nello stomaco del nostro Materazzi e su questo per me la questione è ancora aperta. Ma, devo dire, è l’unica questione ancora aperta tra me e la Francia. Con i francesi in genere ho un rapporto eccellente. La mia chiamata a Macron è una chiamata da amico, non da ostile». E anche alla domanda sul ruolo della Nato nella vicenda di Ustica, la risposta è stata evasiva. Per l’ex ministro dell’Interno il ruolo della Nato «non è completamente chiaro. La Nato, ai fini del chiarimento di ciò che accadde, ha in parte collaborato e in parte no». Eppure era stato lui, nella sua intervista a Repubblica, a chiamare in causa il Paese più importante dell’alleanza: «La versione più credibile è quella della responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno». Destreggiandosi tra risposte che ricalcavano un suo scritto pubblicato ieri sempre da Repubblica, citazioni colte e aneddoti, Amato è però incappato in una nuova contraddizione, stavolta legata alle posizioni dell’ammiraglio Fulvio Martini, direttore del Sismi nel 1986, quando l’ex premier, allora sottosegretario del governo Craxi, si occupò per la prima volta di Ustica. «Io ricordo che Martini non mi disse nettamente che era stato un aereo francese. Ricordo le sue perplessità quando venne fuori l’Ifremer come possibile impresa alla quale affidare il recupero, del relitto», ha detto ieri Amato. Che però, nel 2001, deponendo sotto giuramento nel processo contro alcuni ex generali dell’Aeronautica, aveva raccontato uno scenario diverso: «No, io parlando con lui e parlandogli delle ipotesi che mi parevano prevalenti sul... sulla tragedia […] ritenevo che fossero prevalenti gli elementi che portavano alla esplosione di fonte esterna, e quindi al missile, mentre Martini propendeva per la esplosione di fonte interna». Inutili le domande su un’altra vicenda controversa, la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980: «Non ne so abbastanza. La strage di Ustica, anche se non so se sarei in grado di superare l’esame sulla sentenza Priore, la conosco, della strage di Bologna so molto meno». Salvo poi ammettere che «esiste questo tema: ci sono situazioni importanti rispetto alle quali abbiamo la percezione di una verità fasulla o incompiuta». Un po’ come la sua conferenza stampa, tanto che uno dei presenti al termine ha commentato così: «Non ha detto nulla».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.