2023-10-25
Amato vacilla sulla poltrona di panna
Giorgia Meloni irritata dalla nomina del dottor Sottile, da parte di Alberto Barachini (Fi), al comitato su editoria e algoritmi. Organo non ancora insediato. E comunque di limitata rilevanza.Poltrona sì, poltrona no. Ma in ogni caso, poltrona di panna montata. La presidenza della Commissione «algoritmi» sull’intelligenza artificiale, destinata all’ex premier Giuliano Amato, è in bilico per via delle tensioni tra Forza Italia e Fdi dopo la messa in onda degli audio di Andrea Giambruno, giornalista Mediaset ed ex compagno di Giorgia Meloni. A una settimana dall’annuncio, la commissione non si è ancora insediata e quindi, teoricamente potrebbe anche saltare. Però, al di là del caso politico e delle tensioni vere o presunte, si tratterebbe in ogni caso di un organismo solo consultivo e con un raggio di studio limitato agli impatti dell’Ia sul mondo dell’editoria. Insomma, una buona vetrina per Giuliano Amato, 85 anni e un’indomita passione per interviste e convegni, ma poco altro. La notizia della designazione di Amato, ex delfino di Bettino Craxi e poi in perenne carriera fino alla presidenza della Corte Costituzionale, terminata il 18 settembre dell’anno scorso, era uscita sui giornali la scorsa settimana e la Verità ne aveva scritto giovedì scorso. Avevamo ironizzato garbatamente sull’età avanzata del giurista, che avrebbe dovuto spiegarci il futuro e indirizzarci con le sue competenze. Anche perché l’omologo inglese, Ian Hogarth, invece ha 38 anni ed è un imprenditore digitale con laurea in «information engineering» a Cambridge.La scelta di Amato ha la paternità di Alberto Barachini, sottosegretario all’Editoria in quota Forza Italia, ma soprattutto giornalista di Mediaset e persona assai vicina alla famiglia Berlusconi. Ieri sera, da Palazzo Chigi è filtrata sulle agenzie «l’irritazione di Giorgia Meloni», che sarebbe stata tenuta all’oscuro della nomina. Inutile dire che in una fase come questa, dopo che i famosi audio di Giambruno sono usciti dal cassetto di un programma Mediaset (dove erano rimasti per quattro mesi) e con la possibilità che ce ne siano degli altri anche più imbarazzanti, una nomina partorita da un sottosegretario che viene dal Biscione non passa inosservata. Perplessità? Dispetti? Al di là dei retroscena, c’è il fatto che si sta parlando di una commissione dall’utilità dubbia. Chi conosce i temi dell’innovazione e dell’azione di governo sa che gran parte di queste commissioni serve a poco. Anche quando sono molto pompate dai media, come fu quella guidata da Vittorio Colao, che nell’aprile del 2020 fu incaricato dall’allora premier Giuseppe Conte di studiare la «Fase 2», ovvero la ripresa economica post-Covid. Di solito queste commissioni sfornano pareri, dossier e proposte varie che puntualmente finiscono in un cassetto. Quando poi le chiamano «task force», lo schianto è praticamente certo. La task force Algoritmi non sembra partire con un destino migliore, perché sarà solo consultiva, anche se avrà l’appellativo di «commissione d’indagine». Indagherà, ma senza budget e, soprattutto, rivolgerà il proprio sapere solo al mondo dell’editoria, per cercare di capire come l’intelligenza artificiale andrà a cambiare il lavoro nelle redazioni di tv, siti internet e giornali. Analoga commissione potrebbe essere istituita per capire il futuro di avvocati, ingegneri, agronomi, architetti, medici, magistrati. Ma è facile immaginare che i giornaloni faranno a gara, tra qualche mese, per intervistare l’immarcescibile Amato, ansioso di annunciare: «Vi potete salvare, ma dovete fare come vi spiego io». Sarebbero invece da tenere d’occhio le mosse di Agid, che si sta già occupando di tecnologie, lavoro e finanziamenti legati al mondo dell’intelligenza artificiale, il tutto a 360 gradi. Si tratta dell’Agenzia per l’Italia digitale, istituita dal governo di Mario Monti e oggi sotto la responsabilità di Alessio Butti, sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica. Chissà che Meloni, quando ha criticato la nomina di Amato, più che mandare un segnale a Forza Italia pensasse ai veri progetti sull’Ia.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.