2021-06-03
Altri 6 boss pronti a uscire di cella
Ieri vi ho raccontato la storia di Giovanni Brusca, il mafioso che, nonostante abbia una fedina penale da film dell'orrore e sulla coscienza anche la morte di un ragazzino, strangolato e poi sciolto nell'acido per farne sparire il cadavere, a 64 anni è un uomo libero. Essendosi pentito e avendo collaborato denunciando i propri complici, Brusca è stato premiato con uno sconto di pena. In pratica, per la lunga serie di omicidi (si stima che in qualche modo siano attribuibili a lui circa 150 assassinii) è stato condannato a soli due mesi di carcere per ciascun delitto. Cinicamente per lui si può parlare di una sentenza un tanto al chilo, anche se naturalmente la legge è rispettata, perché chi collabora con la giustizia può essere anche un serial killer ma è trattato come una mammoletta e coccolato dai pm. Ciò detto, i premi per il boss non si limitano alla scarcerazione dopo soli 25 anni, ma si accompagnano ad altri comfort. Oltre alla libertà, Brusca godrà di uno stipendio a carico dei contribuenti. La somma al momento non è nota, ma pare che superi quella di molti pensionati, i quali pur avendo lavorato una vita faticano a ottenere dall'Inps un assegno mensile che arrivi a 1.000 euro. Nel caso del killer di Cosa nostra invece si parla di 1.500 euro, ma non è tutto. Se le persone oneste devono farsi bastare la pensione, saldando affitto e bollette, Brusca avrà a disposizione una casa, ovviamente gratis, e riceverà anche 500 euro per ogni familiare a carico. Senza dire poi della tutela di cui godrà, anche quella a spese dello Stato. In pratica, si guadagna di più ammazzando le persone che ammazzandosi di lavoro. Immagino che a questo punto, come il sottoscritto, siate abbastanza indignati, ma vi invito a trattenere la rabbia perché la storia non è finita. Il killer del piccolo Giuseppe Di Matteo, il ragazzino tenuto in catene per due anni e il cui corpo fu poi sciolto nell'acido per non lasciare tracce, non è il solo criminale che lo Stato tratta in guanti bianchi. Da una rapida indagine condotta dal nostro Fabio Amendolara sono emersi i nomi di altri mafiosi e camorristi in procinto di tornare in libertà, molti dei quali con la stessa cortesia riservata al killer di Giovanni Falcone. Dei pluricondannati sulla rampa di lancio per uscire dal carcere pare ci sia Francesco Schiavone, detto Sandokan, un camorrista pentito che al pari di Francesco Bidognetti, altro pezzo da novanta della criminalità organizzata in Campania, sarebbe vicino alla fine della pena. Tra i boss che potrebbero presto lasciare la cella si segnalano anche altri capi della Cupola come Leoluca Bagarella, autore di svariati omicidi oltre che tra i responsabili della strage di Capaci, e i due fratelli Graviano, che nel curriculum possono vantare l'organizzazione degli attentati del 1993, a Roma, Firenze e Milano, oltre che l'omicidio di don Pino Puglisi. Infine, si prepara alla libertà anche Giovanni Strangio. In altri tempi questi signori sarebbero stati definiti avanzi di galera, assassini da lasciare dietro le sbarre per tutta la vita. Ma grazie alla cosiddetta legislazione premiale, ovvero agli sconti di pena per chi collabora, e a quella che pur non premiale riduce le condanne annullando di fatto l'ergastolo, tutti questi stinchi di santo potrebbero presto circolare a piede libero e, in qualche caso, siccome non hanno neppure sessant'anni, ricostruirsi una vita. Come nel caso di Brusca, magari con l'aiuto dello Stato, con un nome nuovo e un salotto ultimo modello è uno stipendio a vita. Sì, sarà anche come dicono in coro gli ex magistrati Luciano Violante, Pietro Grasso e Giuseppe Ayala che lo Stato può permettersi di scarcerare i mafiosi perché ha vinto. Ma a leggere la storia di Brusca e dei suoi compari di delitti si capisce una sola cosa è cioè che il cittadino onesto ha perso e paga sempre il conto di delitti che non ha commesso.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)