2022-03-15
Altra figuraccia per la Rai di Fuortes. Persa la battaglia sul taglio dei Tgr
Il Tribunale del lavoro di Roma condanna Viale Mazzini per condotta antisindacale: non può cancellare le edizioni notturne delle testate regionali. Critiche politiche bipartisan all’operato confuso dell’ad.Che si tratti del Teatro dell’Opera di Roma o della Rai, per Carlo Fuortes lo spartito non cambia: decisionismo di facciata, avaro sì ma di risultati. E così è stato anche stavolta, visto che il tribunale del lavoro di Roma ha avuto gioco fin troppo facile nel condannare l’ad di Viale Mazzini per comportamento antisindacale, in relazione a una faccenda che poteva essere risolta in modo molto più veloce, lineare e snello. Si parla della cancellazione dell’edizione notturna del Tg delle testate regionali, un atto non privo di raziocinio, dato che andava a incidere su una trasmissione di pochi minuti, infarcita di repliche di servizi di edizioni precedenti, molto ambito dagli anchorman locali in virtù dello straordinario notturno in palio senza particolari fatiche. Ebbene, la semplice operazione non è andata in porto perché Fuortes ha ritenuto di procedere senza curarsi degli accordi scritti vigenti tra Rai e sindacati, che prevedono - non senza anacronismi - tutta una serie di passaggi formali e di informative da rendere alle rappresentanze sindacali, sebbene il parere di queste ultime non sia vincolante ai fini della decisione dei vertici aziendali. Ciò rende ancora più evidente la leggerezza con cui si è mosso, che ora dovrà far pagare all’azienda le spese processuali e la pubblicazione della sentenza sulle principali testate, oltre ovviamente a ripartire da zero in tutta la procedura. E che l’ad avesse pasticciato era risultato evidente quando, dopo avere annunciato la decisione di tagliare l’edizione notturna del Tgr in commissione di Vigilanza scavalcando brutalmente il sindacato, ha poi tentato di recuperare, convocando gli stessi per un’informativa che risultava ormai fuori tempo massimo.Uno scontro di questo tenore si era già visto all’Opera di Roma quando, in qualità di sovrintendente appena nominato, Fuortes comunicò l’intenzione di procedere a dei tagli, non volle incontrare i sindacati e aggirò lo sciopero degli orchestrali per le rappresentazioni del «Lago dei cigni» mettendo un nastro registrato, facendo così arrabbiare anche il pubblico che si sentì defraudato.Cantano ovviamente vittoria i sindacalisti di Viale Mazzini: in una nota l’Usigrai, che aveva impugnato la decisione di Fuortes attraverso l’Associazione Stampa romana e d’accordo con la Fnsi ha evidenziato il modo di fare confuso dell’ad: «Bene abbiamo fatto a non rispondere a quello che il giudice ha definito “un tentativo di correre ai ripari” dopo che ci era stato impedito un reale confronto attraverso l’annuncio della decisione già presa da parte dell’ad Fuortes davanti alla Commissione di Vigilanza. La violazione, scrive il giudice, appare palese. Il tenore inequivocabile delle frasi pronunciate dall’ad nella sede istituzionale e la precisazione della data in cui la terza edizione sarebbe stata cancellata non dà adito a dubbi su quanto è avvenuto». Da parte sua, la Rai ha replicato con una laconica nota nella quale «prende atto del decreto del magistrato» ma, allo stesso tempo «si riserva di impugnare il provvedimento per vedere riconosciute le proprie ragioni».Ma anche nella politica, sia in chi aveva contrastato a suo tempo la nomina di Fuortes sia in chi sostiene la necessità di operare i tagli, l’esito di questa vicenda ha suscitato più di una perplessità. Ci va giù pesante Fratelli d’Italia, che è intervenuta con Federico Mollicone e con Daniela Santanchè. Per la senatrice si tratta dell’ennesima figuraccia in Rai del presunto «governo dei migliori». E suona come una bocciatura verso lo stesso Fuortes, che tanto aveva sostenuto questo taglio, ma anche dello stesso governo che lo ha scelto». Anche dentro il Pd c’è chi ha accolto positivamente la sentenza, come la capogruppo in Vigilanza Valeria Fedeli, la quale ha ricordato che «c’è sempre un obbligo di condivisione e confronto sulle decisioni che coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici come anche la qualità del servizio pubblico informativo che la Rai deve garantire», così come il M5s ha chiesto a Fuortes e al cda Rai di tornare sui propri passi e di «ripensare questa decisione».Il presidente della Commissione di Vigilanza, l’azzurro Alberto Barachini, subito dopo la decisione del Tribunale ha scritto una lettera a Fuortes, in cui ha ricordato che l’organismo parlamentare da lui rappresentato aveva approvato un atto di indirizzo in cui gli era stato chiesto di calibrare meglio le proprie azioni rispetto a tale decisione, ha denunciato «i rischi di un modo di procedere che ha portato la Rai ad assumere decisioni senza coinvolgere preventivamente non solo i propri interlocutori sindacali, ma neppure un soggetto istituzionale come la commissione parlamentare di Vigilanza» e infine ha chiesto, «a nome mio personale e delle componenti politiche nella Commissione, di fornire un immediato riscontro delle iniziative che l’Azienda intenderà assumere in materia, alla luce dell’atto di indirizzo della Commissione e della pronuncia giurisdizionale».