2021-05-13
Sostegni bis: 100 milioni ad Alitalia. I ristoratori saranno felici
Giancarlo Giorgetti (Getty images)
Ristoratori e partite Iva ricevono aiuti con il contagocce e la maggioranza non trova la quadra su Industria 4.0 e Superbonus. Ma il Sostegni bis soccorre l'ex compagnia di bandiera a cui presto serviranno nuovi fondi. Rispetto al passato non è cambiato nullaMentre i partiti di maggioranza tirano la coperta del decreto Sostegni bis e litigano sui fondi per i ristori, Industria 4.0 e Superbonus c'è una certezza che non scalfisce mai la scelta del governo di turno: i soldi ad Alitalia. Il decreto sarà pronto. Mentre i partiti di maggioranza tirano la coperta del decreto Sostegni bis e litigano sui fondi per i ristori, Industria 4.0 e Superbonus c'è una certezza che non scalfisce mai la scelta del governo di turno: i soldi ad Alitalia. Il decreto sarà prontola prossima settimana con il rischio di un nuovo voto di fiducia, ma dentro conterrà 100 milioni di euro da destinare all'ex compagnia di bandiera. Il Mise in una nota ha fatto sapere che non si tratta di aiuti di Stato ma della necessaria liquidità per consentire di pagare gli stipendi e fare il pieno ai velivoli della flotta. Già il decreto Ristori bis del governo Conte aveva infilato nelle pieghe degli articoli altri 80 milioni di euro. Pure quelli passati sotto il vaglio del'Ue e finiti nelle casse di Alitalia come fosse una semplice Pmi costretta a chiudere i battenti per le norme anti Covid. Purtroppo, non ci vuole un indovino per comprendere che la voce di altri 700 milioni sia molto vicina alla realtà. Il governo non lo può dire, perché correrebbe il rischio di dilatare ancora di più le trattative con Bruxelles nell'acquisizione degli asset di Ita. Nel complesso, resta da capire quale sia la strategia di rilancio del vettore e quali aerei potrà acquisire per il lungo raggio. In pole position c'è Boeing. Il Mise sa che chiudere un accordo con il produttore americano porterebbe un vantaggio trasversale. Boeing e Leonardo sono in causa per le attività sul 787 in Puglia. L'ad di Leonardo Alessandro Profumo ha portato in tribunale l'azienda di Seattle, la causa è in stand by. Ma gli americani non hanno gradito il gesto e a quanto risulta alla Verità avrebbero fatto capire a chi gestisce il dossier Alitalia che la partita potrebbe chiudersi con uno scambio alla pari. Nulla poi escluderebbe che la stessa Leonardo possa essere coinvolta tramite la ex divisione aerostrutture. Certo, sono dettagli interessanti che però poco attraggono i piccoli imprenditori italiani, i ristoratori e tutte le partite Iva. Che da oltre un anno ricevono l'elemosina sotto forma di ristori, indennizzi e contributi. A che titolo il governo deve contribuire a pagare gli stipendi di una azienda seppur commissariata ma formalmente privata? La domanda è retorica perché vale solo nel caso di Alitalia. D'altronde, il governo Draghi su ciò è in linea con il suo predecessore che aveva già previsto per l'ex compagnia di bandiera ben 3 miliardi di euro. I piccoli imprenditori potranno al massimo consolarsi con le proroghe. Tra le varie scelte in discussione per il Sostegni bis c'è anche l'ipotesi di ampliare ulteriormente la rateizzazione delle rate per tutti coloro che hanno perso almeno il 30% del proprio fatturato a causa de Covid, e che sono già oggetto di provvedimenti economici ad hoc. Per quanto riguarda invece Industria 4.0, qui la questione è più complicata perché il Movimento 5 stelle aveva chiesto che la norma fosse inserita nel primo provvedimento utile. Settimana scorsa però la Ragioneria dello Stato ha «bocciato» Industria 4.0 e il Superbonus, scombussolando gli equilibri del governo. Secondo voci della maggioranza sarebbe difficile, visto lo stanziamento di denaro che si porta dietro (24 miliardi), che Industria 4.0 possa essere inserita in questo decreto. Il Movimento 5 stelle non rinuncerà però facilmente alla misura e questo potrebbe causare congestioni all'interno del Consiglio dei ministri dei prossimi giorni. C'è invece un tema centrale nel Sostegni bis apparentemente tecnico, ma fondamentale per le future scelte strategiche di Cdp. È il patrimonio destinato che stando alla bozza del testo sarebbe stato garantito anche per gli anni successivi al 2022. «La norma intende consentire l'apporto di liquidità al patrimonio destinato, in alternativa, parziale o totale, all'apporto di titoli di Stato. Una possibilità di questo tipo era contemplata per il 2020, ma il lungo lavoro necessario per l'applicazione del patrimonio destinato al rilancio non ha permesso di poterne fruire», si legge nella bozza. Al di là del politichese, se l'emendamento venisse approvato definitivamente si potrebbero superare una serie di complicazioni, legate soprattutto all'oscillazione del valore dei titoli di Stato, riscontrate nell'attuazione degli apporti al patrimonio destinato e per Cdp significherebbe poter intervenire nel sostegno delle attività produttive con una nuova ottica economia di scala. Un po' quello che Mario Draghi avrebbe in mente per Viale Goito. Cosa pensi degli sprechi Alitalia invece resta un mistero.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)