2024-06-29
Al primo dibattito, è subito «RimbamBiden»
Prova disastrosa del presidente Usa nel confronto televisivo con Trump: il democratico è apparso in confusione, suscitando le ironie dell’avversario: «Non lo capisco e non si capisce neanche lui». Lo staff del repubblicano alla «Verità»: «Performance dominante».Donald Trump si è aggiudicato il dibattito di giovedì sera con Joe Biden. Il sondaggio flash condotto dalla Cnn subito dopo la conclusione del confronto ha rilevato che per il 67% dei telespettatori è stato il candidato repubblicano il vincitore della serata. Non a caso, grande soddisfazione è arrivata dal team dell’ex presidente. «La performance dominante del presidente Trump ha reso la scelta degli americani estremamente chiara: mentre Biden crollava sotto il peso del tentativo di difendere il suo terribile record di fallimenti, il presidente Trump ha ricordato alla nazione la forza e la sicurezza di cui disponevamo solo pochi anni fa», ha dichiarato ieri in esclusiva alla Verità il senior advisor di Trump, Brian Hughes. D’altronde, la performance televisiva di Biden ha lasciato parecchio a desiderare. E questo per due ragioni interconnesse: il presidente non solo ha mostrato una scarsa lucidità mentale ma ha anche messo in campo delle strategie d’attacco di dubbia efficacia. Cominciamo dal primo punto.Biden ha assunto spesso delle espressioni stralunate, perdendo a più riprese il filo del discorso e parlando con una voce fiocamente rauca: una circostanza, quest’ultima, che la Casa Bianca ha attribuito a un raffreddore. Trump non ha perso tempo e, subito dopo una frase logicamente incomprensibile pronunciata dal rivale, lo ha fulminato, dicendo: «Non so davvero che cosa abbia detto alla fine di quella frase. Non credo che sappia nemmeno lui che cosa ha detto». A peggiorare la situazione, ci si è messo il fatto che, a confronto concluso, Trump è uscito direttamente dallo studio televisivo, mentre Biden ha atteso che la moglie, Jill, gli prendesse la mano, per aiutarlo a scendere dal palco.È chiaro che la confusione mentale del presidente ha avuto un impatto anche sulle sue strategie di attacco durante il confronto: strategie che, a ben vedere, si sono rivelate scarsamente efficaci. Seguendo un copione già visto, Biden ha innanzitutto accusato l’avversario di essere un pericolo per la democrazia. «Questa è una persona che dice che Hitler ha fatto delle cose buone», ha dichiarato il presidente, che ha cercato inoltre di mettere in difficoltà Trump sull’aborto, accusandolo di voler avallare un divieto legislativo dell’interruzione di gravidanza a livello federale. Biden ha anche provato a cavalcare i guai giudiziari dell’avversario, definendolo un «criminale condannato» e accusandolo di immoralità per la presunta relazione sessuale avuta con la pornostar Stormy Daniels. Il punto è che, al di là della scarsa efficacia in termini di comunicazione, la strategia adottata da Biden gli si è ritorta contro. Quando è stato definito «criminale condannato», Trump ha infatti replicato: «Suo figlio è condannato e probabilmente lo sarà numerose altre volte». Il riferimento era ovviamente alla recente condanna penale subita da Hunter Biden per possesso illecito d’arma da fuoco.Il candidato repubblicano, dal canto suo, si è mosso principalmente su tre linee di attacco, cercando di colpire Biden dove è oggettivamente più debole alla luce dei sondaggi e della politica internazionale. Trump ha picchiato duro innanzitutto sull’inflazione. «Lui ha causato l’inflazione e sta uccidendo famiglie nere e famiglie ispaniche e praticamente tutti. Sta uccidendo le persone. Non possono più fare la spesa», ha tuonato il tycoon, la cui seconda linea di attacco ha riguardato la disastrosa evacuazione dall’Afghanistan nel 2021. «Per quanto riguarda l’Afghanistan, stavo uscendo dall’Afghanistan, ma noi ne stavamo uscendo con dignità, con forza, con potere. Quando Biden ne uscì, fu il giorno più imbarazzante nella storia del nostro Paese», ha affermato Trump, sostenendo che proprio quel disastro avrebbe incoraggiato la Russia a invadere l’Ucraina l’anno successivo. Il terzo fronte su cui l’ex presidente è andato all’attacco è stato poi quello dell’immigrazione clandestina. «Avevamo la frontiera più sicura nella storia del nostro Paese», ha detto, per poi aggiungere: «Biden ha deciso di aprire i nostri confini, aprire il nostro Paese a persone che provengono dalle carceri, a persone che provengono da istituti psichiatrici, manicomi, a terroristi».A livello strategico è chiara la differenza. Trump ha puntato tutto sulla logica dello slogan reaganiano «state meglio oggi o quattro anni fa?» Biden, invece, ha cercato di replicare lo schema del 2020: la santa alleanza, cioè, contro il «pericolo fascismo». Il problema è che, dopo quasi quattro anni di governo assai problematico, questo tipo di impostazione non sembra più funzionare. Il team di Biden sperava nel dibattito dell’altro ieri per rilanciare la candidatura del presidente: una candidatura che nei sondaggi arrancava e che, il mese scorso, ha cominciato a faticare anche sul piano della raccolta fondi. E così, alla fine, il confronto televisivo ha innescato un effetto boomerang per la campagna di Biden. Non a caso, pur andando all’attacco e cercando di sfruttare le vulnerabilità del rivale, Trump, giovedì sera, si è mostrato piuttosto calmo per i suoi standard: non è andato in escandescenze ed è stato tutto sommato abbastanza disciplinato. Ha evitato di strafare (cosa non facile per lui) e di cadere nelle provocazioni dell’avversario. Il dibattito dell’altro ieri può rappresentare il giro di boa di questa campagna elettorale americana. E per Biden, politicamente parlando, stavolta potrebbe essere veramente arrivato l’inizio della fine.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.