2021-11-23
L’Aifa conferma: mancano antibiotici. Prevista l’importazione dall’estero
Il direttore generale dell'Aifa, Nicola Magrini (Ansa)
L'Amoxicillina pediatrica è stata inserita nella lista dei farmaci carenti dell'Agenzia.Il problema della scarsità di Amoxicillina pediatrica su livello nazionale esiste, non si tratta di un caso isolato. «Il prodotto è inserito nella lista dei carenti di Aifa» conferma Domenico di Giorgio che già dirige l'Ufficio Qualità dei prodotti e Contrasto al Crimine Farmaceutico Aifa e si occupa di condurre il Tavolo Tecnico Indisponibilità. Lo strumento istituito nel 2015 e che ha coinvolto molti attori privati e istituzionali ha gestito le criticità nel quadro della carenza e dell'indisponibilità dei farmaci. Anche per l'antibiotico più utilizzato in pediatria si sfrutteranno gli strumenti messi in piedi per contrastare le carenze. «Non si tratta di un problema distributivo, ma di un problema produttivo. Nel documento aggiornato sulle carenze di medicinali c'è un'indicazione dello strumento necessario a risolvere il problema che può essere in questo caso l'importazione del prodotto dall'estero». Il piano è quello di accentrare le richieste e concentrare le importazioni sfruttando le strutture già esistenti, come il Farmaceutico militare. «È uno degli strumenti su cui investiremo di più perché costituisce una soluzione importante per gestire importazioni di sistema a beneficio di tutto il territorio nazionale». Le modalità di segnalazione previste spesso però sono fonte di caos. È lo stesso Emanuele Cesta di Aifa a dire: «Noi riceviamo tutt'oggi quantità di segnalazioni di indisponibilità dalle farmacie sul territorio pur non essendo assolutamente legittimati a riceverle. Il lavoro che facevamo era quello di smistare le segnalazioni alle regioni competenti». Mentre per quanto riguarda l'indisponibilità dei farmaci esistono problemi di distorsione del mercato a livello distributivo, il tema della carenza è invece causato da problemi di carattere produttivo, separare i due concetti dà modo di intervenire in maniera mirata ed efficace. Di Giorgio ha evidenziato come l'esternalizzazione delle produzioni farmaceutiche al di fuori dell'Europa abbia generato una serie di problemi. «Il tema della scarsità dei principi attivi è un tema cruciale di cui si occupa anche l'Europa. La delocalizzazione delle produzioni meno remunerative ha generato una vulnerabilità. Sicuramente avere delle produzioni di materie prime critiche in Europa sarebbe importante», ha puntualizzato il dirigente che è stato appena nominato come coordinatore della Joint Action sulle carenze di medicinali a livello europeo. L'esplosione del Covid, la scarsità delle materie prime in tutti i settori e la delocalizzazione della produzione farmaceutica meno remunerativa, sono gli elementi capaci di scatenare un problema che, se mal gestito, potrebbe divenire un disastro annunciato. Da questo punto di vista ricordiamo che l'Italia è il primo produttore europeo e il terzo mondiale, per cui noi come struttura siamo già molto forti, ma evidentemente va tenuta la guardia alta per scongiurare problemi che sembrano esser divenuti sistemici e soprattutto globali.Lo conferma anche un rapporto del Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union) sullo shortage farmaceutico. Nel 2020 tutti i Paesi dell'Unione europea (al tempo dello studio ancora 27) hanno subito il fenomeno della carenza di medicinali in modo più significativo per le terapie atte a trattare le malattie croniche a maggiore prevalenza. Il 92% delle segnalazioni riguardavano carenze per le cure cardiovascolari, l'84% carenze per le terapie atte a curare le patologie respiratorie. Le conseguenze sui pazienti hanno significato l'interruzione del trattamento nell'80% dei casi e la cattiva gestione dello stesso nel 50% dei pazienti. Inoltre si stima che in Europa più del 6% del carico di lavoro delle farmacie di comunità sia assorbito dalla gestione delle carenze. L'Agenzia italiana del farmaco non parla di emergenza né per l'antibiotico dei bambini né per altri medicinali e forse non lo fa perché la crisi dei medicinali è diventata ormai un errore di sistema a livello mondiale.