2024-02-22
Agnelli, la faida sui fondi esteri travolge i legali
Il 16 maggio si decide sulla querela di Luigi Emanuele Gamna alla figlia dell’Avvocato. Il professionista rivelò che l’ad di Exor gli disse che sua madre non doveva conoscere tutto il patrimonio.Il mistero misterioso delle società offshore degli Agnelli non era un mistero da vent’anni. Alcune delle faccende su cui indaga oggi la procura di Torino erano già ampiamente sul tavolo, dalla residenza svizzera di Marella Caracciolo al tesoro estero di Gianni Agnelli. A Margherita Agnelli, nel 2004, fu detto che avrebbe potuto ereditare qualcosa dalla madre Marella Caracciolo «solo se una delle due fosse stata residente in Italia». In più, l’esistenza di una rete di società in paradisi fiscali e bancari era stata ammesso in quello stesso periodo da John Elkann, che ne parlò come di «un fatto nostro», che andava tenuto nascosto a sua mamma. Questi due particolari sono stati messi nero su bianco in tempi diversi da Luigi Emanuele Gamna, ex legale di Margherita Agnelli, in un libro pubblicato a sua firma e in un procedimento penale in corso a Rimini contro la stessa Margherita. E possono mettere in imbarazzo la difesa dei fratelli Elkann perché arrivano da un professionista che la loro nonna l’ha denunciata per diffamazione. Ieri si è saputo che il Tribunale di Rimini ha fissato per il 16 maggio la discussione dell’opposizione di Gamna alla richiesta di archiviazione arrivata dalla procura. Il legale milanese ha querelato Margherita Agnelli, che lo aveva denunciato per evasione fiscale, per la ricostruzione dell’accordo del 2004 sull’eredità paterna contenuta nel libro Agnelli coltelli di Gigi Moncalvo. Nella richiesta di archiviazione firmata dal pm Davide Ercolani, si legge che in base alla ricostruzione dell’avvocato Gamna «Margherita incassò circa 700 milioni di dollari, fra denaro e società, oltre che tutta la collezione di opere d’arte che oggi viene stimata in circa un miliardo e mezzo di euro, mentre a Marella venne riconosciuto un vitalizio annuo di sette milioni di euro, più l’usufrutto di alcune proprietà immobiliari». Le cose riferite nella querela da Gamna sono assai interessanti. La storia dei quadri, all’epoca della transazione, non era emersa ed è venuta fuori solo la scorsa estate. E nella ricostruzione dell’avvocato milanese non si parla (e quindi sono state forse occultate) delle opere d’arte delle case di New York e di Roma che avrebbero dovuto andare a Margherita. In seguito si è scoperto che c’erano dei quadri di gran pregio anche nelle due ville torinesi e questi fatti sono oggetto di una denuncia presentata a Milano. Colpisce poi che la transazione del 2004 tra due signore residenti in Svizzera e con molti legami in Italia sia stata siglata in dollari. Evidentemente gli eredi della famiglia Agnelli, legittimamente, erano euroscettici, o avevano poca fiducia nella solidità del franco svizzero. Oppure si è deciso di non complicarsi la vita di fronte a un tesoro offshore, che in gran parte era denominato nella valuta statunitense. Società comprese. Sempre nella ricostruzione dell’avvocato a Rimini, riferita dal pm, si scopre che «inoltre venne deciso che alla morte della madre, Margherita avrebbe potuto ereditare da lei solo se una delle due fosse stata residente in Italia». Oggi, le indagini della Guardia di Finanza di Torino stanno proprio cercando di capire se la residenza elvetica di Marella Agnelli fosse fittizia, al solo scopo di togliere la successione dal diritto italiano e consentire di disporre tranquillamente della quota di legittima. Nel 2011, Gamna ha pubblicato un libro intitolato M. L’importanza di chiamarsi Agnelli. Tutti i segreti sull’eredità dell’Avvocato (Class Editori, Milano Finanza). Questo libro, portato in giudizio dai legali di John Elkann, contiene un passaggio bomba in cui il legale spiattella una telefonataccia ricevuta dal presidente di Stellantis durante le trattative con la madre. «La liquidazione della lista Maron è un nostro diritto perché si è pattuito che a mia madre debbano solo andare i valori contenuti. E non vogliamo che mia madre veda null’altro». Al momento non risulta che Elkann abbia mai smentito le rivelazioni contenute nel libro di Gamna o che ne abbia comunque preso le distanze. La «lista Maron»fa parte del sistema offshore degli Agnelli e, come ha scritto ieri Il Sole 24 Ore, «un filo rosso lega Dancing Tree e Blue Dragons - le due società controllate da John Elkann nel Liechtenstein - a Siegfried Maron, l’ex fiduciario di Rapperswil-Jona, una cittadina a 40 chilometri da Zurigo, che ha gestito il patrimonio personale di Giovanni Agnelli fino alla sua morte». Maron, in una riunione del 16 settembre 2003, aveva rivelato a Margherita Agnelli l’esistenza di alcuni beni offshore intestati al padre.Ieri Gamna ha commentato la notizia del procedimento di Rimini e ha ribadito la bontà del suo lavoro: «Margherita era contenta dell’accordo e ora tenta di entrare in possesso di Dicembre, la cassaforte di famiglia che consente di avere il controllo del gruppo intero». Il problema è che alla sua ex cliente sarebbe stato nascosto il vero perimetro del patrimonio paterno. Quindi poteva anche essere «contenta», ma forse era contenta per sbaglio. In ogni caso, sul tema del vasto patrimonio offshore dell’Avvocato, sottratto al Fisco italiano, Gamna ha aggiunto: «Forse oggi le cose sono diverse e quella che allora poteva essere solo un'ipotesi ha maggiore consistenza. Ma noi non eravamo al corrente di nulla né avevamo strumenti per accedere a conti e società di Outremer, come si dice». A leggere il suo stesso «memoir», come si dice, viene però il dubbio che la ragnatela offshore degli Agnelli fosse qualcosa di più di una semplice ipotesi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.