2020-06-13
Agli Stati generali Conte porta la Troika e usa due figurine per imbrigliare i dem
Ursula von der Leyen (Ansa)
Alla kermesse, sfilata di Christine Lagarde, Ursula von der Leyen e capo del Fmi. E Giuseppi si libera dall'assedio pd invitando Paolo Gentiloni e David Sassoli.Già dalla scelta della location - Villa Pamphilj, il terzo parco più grande della Capitale, molto glamour ma poco istituzionale - si era capito che gli Stati generali sarebbero stati l'arma di distrazione di massa sfoderata da Giuseppe Conte per dare le «brioches» a quel popolo un tempo osannato dai 5 stelle e oggi avvelenato dalla crisi post lockdown che qualche giorno fa gli ha urlato «buffone» davanti a Palazzo Chigi. Ma il programma degli incontri con i nomi degli ospiti diffuso alla vigilia dell'inaugurazione di stamattina dimostra che la dieci giorni di villa Pamphilj è qualcosa di più. Una polizza assicurativa per il premier, sempre meno avvocato e sempre più stratega politico. In un colpo solo Conte ha esautorato la maggioranza in Parlamento, si è intestato l'agenda europea stendendo i tappeti rossi per i vertici di Bruxelles, Francoforte e pure dell'Fmi, insomma la Troika. Ed è infine riuscito a mettere all'angolo il Pd invitando al desco il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Adesso chi mi tocca più? Avrà pensato il presidente del Consiglio guardando al futuro. Nonché alla guerra di trincea interna con gli alleati di governo e con la stessa società civile morsa dalla recessione. Grandi sorrisi e passerelle, 700 agenti delle forze dell'ordine impegnati per garantire la sicurezza, artificieri, tiratori scelti, pattuglie a cavallo che perlustreranno l'area del parco. Una via di mezzo tra un conclave, un congresso del Pcus e un forum di Cernobbio in salsa romana. Mentre l'Italia affonda.Ed ecco quindi la platea della prima giornata degli Stati generali dedicata ai colloqui con i vertici delle istituzioni Ue. Il programma di oggi, ancora non ufficiale, prevede nel pomeriggio un panel di economisti sul tema: «Policy in the post Covid world: challenges and opportunities» («Le politiche nel mondo post Covid: sfide e opportunità»). Alle 10.20 sarebbe previsto l'indirizzo di apertura di Conte. A seguire interverrà David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Alle 11.00 dovrebbe essere in videoconferenza Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea a prendere la parola seguita alle 11.30 da Paolo Gentiloni. Christine Lagarde, presidente Bce, dovrebbe prendere la parola alle 12, anche se la presenza è ancora da confermare. Alle 12.30 interverrà probabilmente Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. Dopo la pausa alle 14.30 dovrebbe essere Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, a intervenire, seguito alle 15.00 da Angel Gurría, segretario generale dell'Ocse e alle 15.30 da Kristalina Georgieva, direttrice operativa del Fondo monetario internazionale. Nella lista degli invitati non mancano poi i professori, in un inno alla competenza che servirà a Conte per eliminare l'eco dei V day della preistoria grillina. Parteciperanno Raffaella Sadun (professor of Business administration alla Harvard business school), Olivier Blanchard (Robert M. Solow professor of economics emeritus al Mit e senior fellow al Peterson institute for international economics), John Van Reenen (Gordon y Billard professor in management and economics al Mit). Da lunedì i lavori entreranno nel vivo. La parola passerà a Vittorio Colao, il manager che ha guidato la task force incaricata dal premier di mettere a punto un piano per la ripartenza. Il report finale, già reso noto, è stato anche duramente criticato, in particolare proprio dalle forze di maggioranza, ma l'ex numero uno di Vodafone sarà chiamato a esporlo. Un «doveroso omaggio», ha detto il premier, al lavoro degli esperti. In realtà la base di partenza da ostentare davanti al parterre di ospiti dell'evento non sarà il piano Colao, ma un masterplan cui Conte sta lavorando, insieme al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Proprio per questo, nei giorni scorsi, ha avuto colloqui bilaterali con tutti i ministri e con i capigruppo di maggioranza. Un piano, però, ancora tutto da scoprire e su cui il Pd chiede una «svolta di concretezza».Nella villa Pamphilj blindata come Conte, non ci saranno le opposizioni, che hanno respinto l'invito del premier dicendosi pronte al confronto «nelle sedi istituzionali. Né il Paese reale. «Chiamarli Stati generali è eccessivo, forse è più corretto dire brain storming: ognuno va là e espone», ha commentato ieri il leader degli industriali del Lazio, Filippo Tortoriello, intervistato dall'agenzia Ansa. «Ci si rende conto di quale drammaticità sta vivendo il nostro Paese?». Servirebbe «un colpo di reni, forte, per ripartire», avverte, ma «il tempo passa, i problemi si acuiscono, e non ci sono soluzioni adeguate». In attesa da anni di riforme, oggi, con il Covid-19, «siamo arrivati al 2020 in una situazione drammatica e il premier dice che forse ad agosto... forse. Ma è normale? Per misure sulle infrastrutture parla di luglio, di agosto, di settembre... Qui non ci si rende conto della drammaticità della situazione». Sbotta anche il governatore della Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti: «Trovo quantomeno miope la scelta di non includere presidenti di Regioni e sindaci negli Stati generali indetti dal governo. In questi mesi di emergenza straordinaria, i territori hanno dimostrato più che mai la loro forza e, anzi, hanno pure sopperito alle mancanze del governo centrale». Parole che hanno un peso essendo Toti rappresentante anche degli altri governatori.
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