2021-10-28
Affondata la legge bavaglio. Psicodramma tra Letta e il Pd
Addio ddl Zan, beffati i gendarmi del pensiero Lacrime e insulti, il segretario sotto accusa. Più che la legge Zan è diventata la legge Zac, nel senso che la tagliola del Senato ha decapitato ieri il provvedimento che voleva istituire il reato di omotransfobia, con annessa l'annuale giornata nelle scuole a favore della propaganda gender. Se c'era un modo per disintegrare qualsiasi ambizione di introdurre nel nostro ordinamento una norma sui comportamenti discriminatori delle tendenze sessuali beh, diciamo che Enrico Letta lo ha trovato. Con la tipica levità di un elefante in una cristalleria, il segretario del Pd ha proseguito la sua corsa per l'approvazione della legge. Risultato: è andato a schiantarsi, dimostrando che non basta aver trascorso sette anni alla guida dell'istituto di studi politici di Parigi per imparare a fare politica ma, come diceva Rino Formica, indimenticato ministro socialista dei tempi di Bettino Craxi, bisogna anche sporcarsi un po', perché la politica è sangue e m…, nel senso di escrementi. Troppo volgare per un tipino fino come Letta? È probabile, perché l'uomo è abituato a guardare il mondo dall'alto in basso, dalla vetta dei suoi studi e delle sue origini, della sua legion d'onore, massima onorificenza francese, e delle sue buone frequentazioni. In tanti avevano avvisato il segretario, invitandolo a cercare una mediazione per evitare che la legge finisse nel cestino della carta straccia, archiviata fino alla prossima legislatura. Ma il Nipotissimo, com'è chiamato per via della parentela con il più noto e ben più esperto Gianni, da anni eminenza azzurrina di Silvio Berlusconi, aveva deciso di tirare diritto, senza dare ascolto a nessuno. Dalle sue stesse file era arrivato l'invito a limare il testo della legge, togliendo qualche asperità, in particolare la giornata della memoria omosessuale, che ricordava tanto l'altra giornata della memoria, quella dedicata allo sterminio degli ebrei, ma senza che ci sia stato alcuno sterminio dei gay. Qualcuno aveva anche suggerito di levare i riferimenti al gender, per evitare discussioni su quanti generi sessuali esistano in natura. In pratica, si suggeriva di lasciare che a essere punite dalle nuove disposizioni fossero tutte le discriminazioni, senza alcuno specifico orientamento sessuale. E senza stabilire se sia più grave offendere una coppia etero rispetto a una queer, cioè sessualmente eccentrica, oppure una asessuata (sì, dopo i bisessuali e gli intersessuali il movimento Lgbtqia+ si è inventato pure questa categoria, mentre il più sta per quelli che una categoria non ce l'hanno ancora, ma si può aggiungere). Tuttavia Zan, il pasdaran della legge pro-omosessuali, non aveva inteso ragioni, e Enrichetto si era subito adeguato al rigore del suo parlamentare, sostenendone le ragioni. Così, per aver preteso tutto, il Pd ha perso tutto e la legge tornerà in commissione non prima di sei mesi. Il che equivale a una morte certa, in quanto dopo il riesame che dovrà essere fatto in una riunione ristretta ai senatori che si occupano di giustizia, il testo dovrà ripassare dall'aula e dopo di che, in seguito alle probabili modifiche, approderà alla Camera per l'ennesima discussione. Insomma, per farla breve sarà difficile che la proposta diventi legge dello Stato prima della scadenza della legislatura. Più probabile che rimanga uno dei tanti disegni che arricchiscono l'archivio del Parlamento senza mai aver visto la luce sulla Gazzetta ufficiale. La ghigliottina della legge Zan impone almeno un paio di riflessioni. La prima è la più evidente ed è che sui temi etici, sulle norme che riguardano la famiglia, l'educazione sessuale, il rispetto dei diritti delle persone, ma anche la libertà di opinione non si scherza e non si va avanti a colpi di mano e di maggioranza. La sinistra, se avesse voluto, avrebbe potuto trovare un punto di mediazione, che tutelasse chi è effettivamente discriminato, ma non prestasse il fianco alla propaganda pro gender. A scuola non si fa educazione sessuale, non si capisce dunque perché si debba fare quella omosessuale, bisessuale, transessuale e così via. Bastava un po' di buon senso e tutti, eterosessuali e non, sarebbero stati protetti dalle aggressioni e dalle offese. Ma i pasdaran Lgbtqia+ hanno preferito sventolare le loro bandiere multicolori, manco si trattasse del gay pride. L'altra considerazione riguarda la guida del maggior partito della sinistra. Ebbro di un risultato elettorale che lo ha visto vincente perché la metà degli italiani non è andata a votare, Letta si è creduto un politico sopraffino e ha voluto fare le prove generali di una sua futura ascesa a Palazzo Chigi. Ma così come ha affossato la legge Zan, il Nipotissimo ha affossato anche le sue ambizioni. Per conto nostro, è stato come prendere due piccioni con una fava.