2025-08-02
Intanto si salda l’asse con Erdogan. Sul tavolo la stabilità della Libia
Giorgia Meloni e Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
Il presidente del Consiglio ricevuto a Istanbul. Presenti anche gli esponenti di Tripoli.Nel giorno in cui la Corte di giustizia europea è entrata a gamba tesa contro la politica migratoria del governo di centrodestra, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni era in Turchia per rafforzare la cooperazione sulla gestione dei flussi migratori tra Recep Tayyip Erdogan e l’Italia. All’incontro di Istambul ha partecipato anche il primo ministro del governo di unità nazionale libico, con sede a Tripoli, Abdulhameed Mohamed Dabaibai. Nel corso del vertice a Palazzo di Dolmabahce i tre leader hanno discusso il rafforzamento della cooperazione per rispondere alle sfide comuni, non solo per contrastare immigrazione irregolare e trafficanti, ma anche per rafforzare la politica energetica e le relazioni con i partner del cosiddetto Piano Mattei come testimonia la nota congiunta: «Continuare i lavori da subito a livello tecnico per individuare azioni concrete da condurre congiuntamente in un quadro di tempo ben definito». La nota di Palazzo Chigi sulla visita lampo a Istanbul ricorda «gli eccellenti risultati raggiunti sul tema dell’immigrazione con la Turchia. Il premier ha sottolineato l’opportunità di valorizzare le lezioni apprese applicandole anche per il sostegno all’azione del governo libico in ambito migratorio». Peraltro, ai dati del ministero dell’Interno, nei primi sette mesi del 2025 c’è stato un moderato incremento degli sbarchi illegali via mare, che sono passati dai 33.480 dello stesso periodo del 2024 a 36.480 (+9,1%). Ma che sono comunque sensibilmente meno (-58,7%) rispetto allo stesso periodo del 2023 quando gli arrivi furono 88.464. Per questo, dice Palazzo Chigi, «non cessa il lavoro della premier per mettere in campo strategie e alleanze per contrastare i flussi illegali, una delle priorità di questo governo». In questo quadro, la Meloni ha discusso con i suoi interlocutori una serie di linee d’azione per combattere le reti criminali internazionali di trafficanti di esseri umani, migliorare la prevenzione dei movimenti irregolari e sostenere la Libia nella gestione della pressione migratoria cui è sottoposta. E se il contrasto ai flussi irregolari di migranti resta l’obiettivo primario del governo, la Meloni ha anche ribadito l’impegno dell’Italia per la stabilità, l’unità e l’indipendenza della Libia e «il sostegno a un processo politico, a guida libica e con la facilitazione delle Nazioni Unite, che conduca ad elezioni. I tre leader hanno concordato di continuare i lavori da subito a livello tecnico per individuare azioni concrete da concordare congiuntamente in un quadro di tempo ben definito. Quello di ieri è stato il sesto incontro faccia a faccia tra Meloni ed Erdogan considerando che l’Italia è il quinto partner commerciale della Turchia, il secondo in Europa dopo la Germania e il primo nel bacino del Mediterraneo. Il commercio tra i due Paesi ha superato i 32 miliardi di dollari nel 2024, segnando una crescita del 15% in più rispetto al 2023. I due leader già lo scorso aprile nel quarto vertice intergovernativo italo-turco firmarono svariati accordi bilaterali e memorandum d’intesa. La Turchia è un partner importante in una fase geopolitica tanto delicata quanto incerta per l’Italia e le ragioni sono molteplici: il ruolo di Ankara nel contenimento della rotta migratoria, il suo peso economico nell’accordo per la produzione dei droni firmato a Roma e infine il peso turco negli equilibri politici della Siria, reduce da una guerra civile e più in generale per la stabilità del Mediterraneo, una delle priorità del governo Meloni. Anche il comunicato libico sottolinea l’importanza del ruolo assunto da Ankara in Libia «può essere una chiave sia nel contenimento dei flussi migratori che nelle future politiche energetiche».
John Elkann (Getty Images)