
Il militare lavorava alle segnalazioni di operazioni bancarie sospette e avrebbe «spiato» il titolare della Difesa in modo illecito. L’inchiesta è partita dopo la denuncia per un articolo del quotidiano «Domani».C’è un indagato per accesso abusivo a banca dati informatica nell’inchiesta innescata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il militare, P.S., un tenente sino a pochi mesi fa in servizio presso il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza, lavorava con un altro paio di colleghi all’analisi e allo sviluppo delle segnalazioni di operazioni bancarie sospette presso la Direzione nazionale antimafia. Le sos sono le comunicazioni che i risk manager degli istituti di credito inviano all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Il procedimento, dopo la perquisizione e il trasferimento in Abruzzo del finanziere, è stato trasmesso per competenza dalla Procura di Roma a quella di Perugia. Infatti gli inquirenti capitolini non escludono una culpa in vigilando in capo al sostituto procuratore della Dna che era assegnato a questo servizio. A ottobre Crosetto aveva annunciato: «Ho dato mandato allo studio legale Mondani perché sono certo che le condanne in sede civile e penale siano l’unico metodo che direttori, editori e giornalisti possano intendere, di fronte alla diffamazione. Il mio ora è un obbligo Istituzionale: quello di difendere il dicastero».Con ogni probabilità il neo ministro della Difesa e fondatore di Fratelli d’Italia insieme con Giorgia Meloni, era arrabbiato per gli articoli del quotidiano Domani che in prima pagina quel giorno pubblicava un’inchiesta firmata dall’attuale direttore Emiliano Fittipaldi e dal collega Giovanni Tizian (quello dell’inchiesta flop sul Metropol) intitolata: «Così Crosetto ha incassato milioni di euro da Leonardo». A cui seguiva questo sommario: «Il nuovo ministro della Difesa solo nel 2021 ha guadagnato dal colosso delle armi 618.000 euro. “Ma non lavoravo per loro: è il compenso per il mio ruolo in Aiad”. Consulenze d’oro anche da Spa controllate».I giornalisti del Domani recentemente hanno raccontato la storia della compravendita di una villa da parte dei famigliari di Daniela Santanchè e Ignazio La Russa che ha portato a una plusvalenza milionaria. Una notizia che, come hanno riferito nelle ore successive alcuni quotidiani, era contenuta in una sos inviata alla Procura di Milano.Non è chiaro se siano state trovate prove del collegamento tra la presunta attività illecita del militare e gli articoli del Domani sotto la lente di ingrandimento degli investigatori.A quanto risulta alla Verità , l’indagato si sarebbe difeso rivendicando di aver svolto un accertamento su una storia di presunto riciclaggio da parte di alcuni colletti bianchi che, però, non riguardava direttamente il ministro. Ma il finanziere un accesso al Sistema informatico interforze su Crosetto lo ha fatto, generando un alert. Da cui sono partiti gli approfondimenti giudiziari. Anche perché l’indagato non avrebbe condiviso con il magistrato di riferimento la sua iniziativa. Da quel che ci risulta l’inchiesta del procuratore perugino Raffaele Cantone e delle stesse Fiamme gialle avrebbe portato all’individuazione di diversi accessi da parte di P.S. alle banche dati considerati abusivi.Grande esperto di criminalità organizzata, l’indagato è stato per molti anni alla Direzione investigativa antimafia ed era considerato uno dei migliori investigatori. Tanto da essere scelto per lavorare a un protocollo antiriciclaggio Dia-Dna.L’uomo è iscritto a un’associazione parasindacale che gestisce un sito e il finanziere non di rado ha scritto articoli a propria firma. Alla passione per la scrittura unisce anche quella per le materie criminologiche. Un profilo che lo fa assomigliare a un altro «cliente» di Cantone, l’ex cancelliere della Procura Raffaele Guadagno, presunta talpa di diversi giornalisti, scrittore di cold case e ora pensionato. La perquisizione nei confronti di P.S., eseguita dal Nucleo carabinieri dell’ispettorato del lavoro, non sarebbe avvenuta nella sede della Dna.Forse perché dal suo arrivo il nuovo capo dell’ufficio, Giovanni Melillo, ha avviato una radicale ristrutturazione del Servizio segnalazioni di operazioni sospette a prescindere dall’inchiesta e lo stesso Melillo è diventato il coordinatore della struttura, che prima era sotto il controllo di un aggiunto e del pm finito sotto osservazione a Perugia, il quale non si occupa più di questo settore. Ora le indagini, come detto, si starebbero allargando ad altre attività del militare e riguarderebbero, sembra, anche l’accesso a ulteriori banche dati, per esempio quella dell’anagrafe tributaria, che dà la possibilità di controllare le dichiarazioni dei redditi.Ma quali sono le informazioni sensibili pubblicate dal Domani che hanno fatto infuriare il ministro e che hanno innescato la denuncia che ha portato a scoprire i presunti accessi abusivi del finanziere? Leggiamo: «Dai documenti letti da Domani, risulta che il ministro Crosetto dal 2018 al 2021 ha percepito solo da Leonardo 1,8 milioni di euro […] è certo che nel 2018 percepisca 432.000 euro tondi tondi ¡…] nel 2019 […] Leonardo gli ha versato “solo” 177.000 euro, ma nel 2020 la cifra schizza: con un contratto non più da dipendente a tempo determinato ma da lavoratore autonomo, incassa ben 593.000 euro. Che salgono ancora, come visto, nel 2021, a 618.000 euro».Ora le indagini della Procura di Perugia dovranno accertare se quei numeri e anche altri uscissero dal computer del finanziere sotto inchiesta.
Leone XIV (Ansa)
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