2024-10-06
Trump coerente, la Harris ambigua. L’aborto alle urne fa più male ai dem
I coniugi Melania e Donald Trump (Getty)
Dopo le sentenze della Corte suprema, l’atteggiamento ondivago della candidata sull’interruzione tardiva irrita la sua base. Il tycoon, da sempre per la libertà legislativa degli stati, scontenta gli evangelici ma si copre al centro.Ha suscitato un certo scalpore la presa di posizione di Melania Trump sull’aborto. «Limitare il diritto di una donna a scegliere se interrompere una gravidanza indesiderata equivale a negarle il controllo sul proprio corpo», ha scritto l’ex first lady nel suo libro di memorie in procinto di uscire. Interpellato da Fox News su queste parole, Donald Trump ha replicato: «Ne abbiamo parlato. E ho detto, devi scrivere ciò in cui credi. Non ti dirò cosa fare. Devi scrivere ciò in cui credi». Si tratta di affermazioni che hanno suscitato qualche malumore tra l’elettorato evangelico. Eppure è improbabile che Melania abbia scritto queste cose, in un libro che uscirà a un mese dal voto, senza essersi coordinata con la campagna del marito.Cominciamo col dire che l’impatto elettorale dell’aborto negli Stati Uniti è mutato dopo che, a giugno 2022, la Corte suprema ha cassato Roe v Wade. Fino ad allora, l’interruzione di gravidanza non spostava sensibilmente voti. Era semmai un tema con cui i due principali partiti serravano i ranghi, mobilitando i settori più motivati dei loro rispettivi elettorati. L’annullamento di Roe, e conseguentemente di Planned Parenthood v Casey, ha però cambiato le cose. Finché quelle sentenze erano in vigore, l’interruzione di gravidanza risultava possibile a livello federale entro le 24-28 settimane di gestazione. Due anni fa, la Corte suprema ha invece stabilito che l’aborto non è un diritto protetto dalla Costituzione e che quindi deve essere una materia disciplinata dai singoli parlamenti statali, che sono eletti dai cittadini. Questo vuol dire che ogni Stato ha potuto aumentare o ridurre le restrizioni alla pratica abortiva.Tale cambiamento ha portato gli americani ad assumere una posizione articolata: secondo Gallup, il 60% non è favorevole all’annullamento di Roe, ma, al contempo, stando a YouGov, il 55% ritiene che l’interruzione di gravidanza dovrebbe avvenire entro un numero limitato di settimane di gestazione. È quindi chiaro che, a fronte di questo quadro complesso, si configurano potenzialmente problemi elettorali sia per i repubblicani che per i dem. I primi rischiano di essere percepiti come troppo rigidi, i secondi come troppo aperturisti.Trump è da tempo convinto che, alle ultime elezioni di metà mandato, i repubblicani siano andati peggio del previsto perché considerati come oltranzisti nell’opposizione all’aborto. Per questo motivo, dopo 40 anni, il tycoon ha fatto espungere dal programma del Gop la proposta di un divieto federale dell’interruzione di gravidanza. Pochi giorni fa, Trump ha anche annunciato che, da presidente, porrebbe il veto su una simile iniziativa del Congresso. La sua posizione è quella della Corte suprema: lasciare che della questione si occupino i singoli Stati. Una linea che, a ben vedere, Trump espresse già nel 2016. Ed ecco quindi il senso politico delle parole di Melania. Il tycoon è storicamente debole negli hinterland benestanti delle grandi città di Georgia, Virginia e North Carolina: aree in cui solitamente il voto femminile esprime preoccupazione verso posizioni percepite come troppo rigide contro l’aborto. Quanto espresso da Melania va quindi contestualizzato nel tentativo di conquistare tali galassie elettorali.Certo: il rischio che Trump si scopra a destra, c’è. Tuttavia la scommessa del tycoon poggia sulla convinzione che, a novembre, i conservatori religiosi non dimenticheranno che fu lui a nominare ben tre giudici originalisti alla Corte suprema. Inoltre, Trump sa bene che l’alternativa è Kamala Harris: una candidata assai abortista che gode dello storico sostegno del gigante pro choice Planned Parenthood, il quale ha annunciato a giugno 40 milioni di dollari in finanziamenti per la campagna dei dem.E qui veniamo all’altro lato della faccenda. Sì perché non solo la candidata dem rischia di perdere terreno. Ma la sua ambiguità sull’aborto tardivo potrebbe danneggiarla. È pur vero che non ha esplicitamente appoggiato questa controversa pratica. Tuttavia, quando durante il dibattito del 10 settembre le fu chiesto se sostenesse delle limitazioni all’interruzione di gravidanza, non rispose chiaramente. Tra l’altro, ha scelto come vice Tim Walz, il quale, nel 2023, ha siglato una legge statale che, secondo la Minnesota Public Radio, non fissa alcun limite temporale entro cui l’aborto possa essere effettuato in Minnesota.Un fattore, questo, che potrebbe non piacere a quel significativo pezzo di elettorato che, pur essendo pro choice, è comunque favorevole a delle restrizioni. A rendere ancor più complessa la situazione per la Harris sta il fatto che, secondo Politico, il mondo abortista americano che la sostiene sarebbe spaccato tra una corrente che chiede soltanto il ritorno a Roe e un’altra che esige invece delle istanze più radicali da parte della candidata dem. La vicepresidente, insomma, non solo deve gestire le tensioni nella sua base, ma sa anche che Melania potrebbe rappresentare adesso un ostacolo alla sua corsa verso lo studio ovale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.