2022-01-15
Abolite la Dad, i colori e il green pass per scongiurare il lockdown di fatto
Non serve scervellarsi sul maquillage dei report quotidiani, se poi il Paese si blocca. Si mandino a lavoro e in aula gli asintomatici, dando un taglio a regole astruse come i semafori e all’ormai inutile lasciapassare.Tra il «fare» e il «fare finta» il confine è sottilissimo. Dopo un lungo pressing delle Regioni, il ministero della Salute sembrava orientato almeno a riflettere sul minimo sindacale, e cioè sull’esclusione dal bollettino quotidiano Covid dei pazienti ricoverati per cause diverse dal coronavirus, e poi risultati positivi al test. Tuttavia, fonti del Cts, ieri, hanno accreditato una posizione nettamente contraria a qualsiasi modifica. A rendere tutto più surreale, con una prosa burocratica che sarebbe piaciuta ai vecchi capi comunisti di Berlino Est, il ministero, mentre alludeva a un’eventuale mini concessione, negava perfino di farlo. In una nota diffusa ieri, il dicastero faceva sapere che «al momento nessun atto formale è stato disposto» al riguardo. Come dire: non so ancora se ti dirò di sì, ma solo alla più piccola delle tue richieste, e intanto nego di aver assunto misure per formalizzare questo ipotetico assenso. A confermare che si era discusso di questioni di lana caprina, il fatto che, nel bollettino, alla serata di ieri, non era cambiato nulla: né il conteggio dei casi né quello dei ricoveri. Al netto della diatriba sul maquillage dei numeri, restano però sul tavolo tre piccoli «dettagli». Primo: secondo l’analisi Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) resa nota tre giorni fa, ben il 34% dei presunti positivi ricoverati richiede assistenza sanitaria per altre patologie rispetto al Covid (ed è poi risultato positivo al tampone pre ricovero). Secondo: è sulla base di dati palesemente gonfiati e sbagliati che il governo ha assunto le decisioni che conosciamo. Terzo (ed è la cosa più preoccupante e insieme disarmante): anche l’eventuale cambiamento nel computo non avrà effetti concreti, tangibili. Sì, certo, alcune Regioni potranno risparmiarsi un cambio di colore peggiorativo. Ma verrebbe da dire che una serie di governatori - sia di destra sia di sinistra - si sono svegliati troppo tardi per ottenere troppo poco, e avrebbero fatto meglio a non sostenere per mesi la linea dei pasdaran chiusuristi del governo.Ma ciò che conta è che, dal punto di vista dei cittadini, il nuovo computo non cambia niente: le scuole restano terremotate e prossime a finire in larghissima misura in didattica a distanza; una serie di servizi pubblici (dalla sanità ai trasporti) sono devastati dalle assenze per quarantene; i consumi sono stati colpiti in modo terribile; mentre del comparto turismo-ristorazione-hotel si è già detto tutto, con la carneficina (in termini di disdette e mancate prenotazioni) avvenuta nel periodo festivo. Tutto questo mentre tutto il mondo prende atto di una nuova situazione: alla linea aperturista del Regno Unito (governo conservatore) si è di fatto associata la Spagna (governo di ultrasinistra); Oms e Ema riconoscono che le attuali strategie sono fallimentari; la Francia dice no all’obbligo; la Corte Suprema Usa fa a pezzi i provvedimenti più illiberali dell’amministrazione Biden. Allora è venuto il momento di dire e dirsi qualche elementare verità. Siamo davanti a un bivio: delle due l’una. O l’Italia (pressoché unica al mondo) continua a perseguire l’obiettivo impossibile del Covid zero: e in questo caso la conseguenza è il lockdown di fatto a cui stiamo assistendo, pur in assenza di un lockdown formale e conclamato. Oppure (seconda alternativa, decisamente più desiderabile) anche l’Italia, come piano piano stanno facendo un po’ tutti, si accorge che il paradigma è cambiato, e che Omicron ci sta facendo transitare dalla pandemia all’endemia. Se le cose stanno così, occorre essere conseguenti, con almeno quattro misure. Primo: rimettere al lavoro i positivi asintomatici, naturalmente dotati di mascherine Ffp2. Non è immaginabile che un numero immenso di persone che stanno bene e non hanno alcun sintomo, siano bloccate a casa per un tempo allucinante (sulla carta, 7 giorni per i trivaccinati; ma in realtà, molto spesso, ben 10 anche se uno si negativizza, e con il rischio di arrivare fino a 21 giorni). Secondo: occorre mettere sul tavolo l’abolizione della Dad. Per quanto il governo dichiari di voler tenere aperte le scuole, se poi basta pochissimo (un positivo all’asilo, due alle medie, tre alle superiori) per farla scattare, è evidente che rischiamo di buttare al vento il terzo anno scolastico consecutivo. Si stabilisca invece il principio per cui la scuola è solo in presenza: se un ragazzo «si raffredda», starà a casa per qualche giorno, e gli altri continueranno regolarmente in presenza. Terzo: si aboliscano i colori, ormai privi di senso. Quarto: si metta in discussione il piccolo totem del green pass, ormai oscillante tra l’inutile e il dannoso.
«It – Welcome to Derry» (Sky)
Lo scrittore elogia il prequel dei film It, in arrivo su Sky il 27 ottobre. Ambientata nel 1962, la serie dei fratelli Muschietti esplora le origini del terrore a Derry, tra paranoia, paura collettiva e l’ombra del pagliaccio Bob Gray.
Keir Starmer ed Emmanuel Macron (Getty Images)