2018-06-23
I vitalizi proliferano: l'ex sottosegretario di Renzi
lo prenderà a 55 anni
Luigi Di Maio giura: «Il taglio la prossima settimana». Ma nell'attesa la Puglia consola con pensioni d'oro sei ex consiglieri regionali divenuti parlamentari e poi rimasti trombati. Un sottosegretario dell'ex premier incasserà 5.600 euro al mese. A 55 anni.«La prossima settimana è buona per abolire i vitalizi», dice il vicepremier Luigi Di Maio. La prossima settimana? Davvero? È buona? E perché? Ci sarà la giusta congiunzione astrale? I Pesci (grossi) usciranno dalla costellazione dei Privilegi? Il Capricorno italiano sfiorerà finalmente la Bilancia della giustizia? L'equinozio d'estate spargerà i suoi effetti benefici sul pianeta? O saranno le sfide decisive dei Mondiali a dare la spinta al taglio atteso per anni? Non lo sappiamo, ma le parole del leader 5 stelle ci riempiono di speranza: siamo davvero arrivati alla svolta? I signori Angelo Pezzana e Pietro Craveri (oltre 2.000 euro al mese per il duro lavoro in Parlamento di una settimana) si vedranno sforbiciare il gentile omaggio? Il signor Giuseppe Gambale (8.800 euro al mese da quando aveva 42 anni: ora ne ha 54) dovrà rinunciare a parte della sua cuccagna? E tutti gli altri a ruota? Non vediamo l'ora di poter dire che è successo davvero. Nel frattempo, però, siamo addolorati nel dovervi annunciare che di vitalizi non ne stiamo pagando di meno, ma sempre di più. Almeno 6 in più, per esempio, li stiamo pagando in Puglia, come ci ha ricordato ieri la Gazzetta del Mezzogiorno: nelle scorse settimane, infatti, è stata disposta l'erogazione della pensioncina d'oro a un gruppo di ex consiglieri regionali che erano parlamentari nella scorsa legislatura e che non sono stati rieletti. Da questo momento, perciò, prenderanno anche il vitalizio pugliese, che era stato loro sospeso, oltre ovviamente al vitalizio nazionale e alla loro pensione professionale, nel caso fortunato in cui ne abbiano diritto. Tre assegni (due, nei casi più sfortunati) direttamente sul conto corrente: non male come premio di consolazione per la mancata rielezione, non trovate? Fra l'altro non va dimenticato che la Puglia è una delle Regioni che spendono di più per i vitalizi: oltre 15 milioni di euro l'anno. In dieci anni la cifra stanziata per questo capitolo è quasi raddoppiata, tutti soldi che non possono essere utilizzati in altro modo. Alla faccia di chi dice che i vitalizi sono un problema del passato.Il più fortunato dei sei pugliesi è l'ex chirurgo Rocco Palese, 65 anni: per i suoi 18 anni in Consiglio regionale ha cominciato a incassare 9.724,81 euro lordi al mese. La stessa cifra va anche a Lucio Tarquinio: foggiano, 68 anni, già ragioniere al Poligrafico di Stato, è noto anche per aver cambiato partito sei volte nell'ultima legislatura. Lo vedete che la coerenza paga? Invece Luigi D'Ambrosio Lettieri, 63 anni, deve accontentarsi (si fa per dire) di 4.322 euro lordi al mese, ma del resto ha «lavorato» (si fa sempre per dire) per una sola legislatura, dal 15 maggio 2000 al 17 maggio 2005: c'è qualche altro italiano che con 5 anni di contributi alle spalle può incassare per il resto della vita 4.322 euro lordi al mese? Se lo incontrate, fatemelo conoscere. Il tarantino Gianfranco Chiarelli invece ha lavorato in Consiglio regionale un po' di più: 8 anni, dal 2005 al 2013, prima di farsi eleggere in Parlamento. Lo sforzo straordinario è stato ricompensato in questi giorni con un vitalizio mensile di 5.618 euro. Non male, soprattutto se pensate che Chiarelli ha appena compiuto 60 anni tondi tondi. In pensione a 60 anni? Con 5.618 euro? E perché Elsa Fornero con lui non è stata altrettanto severa? Non lo è stata nemmeno con Michele Pelillo, che a 61 anni riesce a ottenere un vitalizio di 7.779,85 lordi al mese in virtù dei suoi 13 anni di duro lavoro in Consiglio regionale. La stessa cifra che spetta anche ad Angelo Cera. Molti di questi onorevoli, è vero, hanno fatto un versamento aggiuntivo per potere ottenere il beneficio. Ma chi di voi non sarebbe disposto a dare un piccolo obolo alle casse regionali, sapendo che poi ne avrà un sostanzioso assegno mensile per il resto della vita? L'avrebbe fatto anche Massimo Cassano, eletto nel 2013 con il centrodestra e poi diventato sottosegretario al Lavoro del governo Renzi e del governo Gentiloni. Forse vi ricorderete: si parlò molto di lui nell'estate 2014 perché, appena asceso al governo, inviò domanda formale alla Regione Puglia per sapere se il suo vitalizio era salvo. «Tranquillo, sottosegretario. È qui in cassaforte», gli risposero. E Cassano tirò un sospiro di sollievo, continuando a stare nel governo che parlava di rigore da mantenere e di sacrifici da fare. Esercizio reso a lui più agevole dalla certezza di avere ad aspettarlo quel bel tesoretto. Nel luglio 2017, vista la malaparata del centrosinistra con cui aveva governato 4 anni, Cassano si è dimesso dal governo, è ripassato a Forza Italia e ha strappato la ricandidatura per il centrodestra. Gli elettori, che non sono fessi, l'hanno trombato. Avrebbe voluto finalmente consolarsi con il suo ricco vitalizio da consigliere regionale, che tanto gli stava a cuore già 4 anni fa, ma accidenti, ha scoperto che non può. Infatti ha appena 53 anni e mezzo. E la legge prevede che il vitalizio regionale da 5.600 euro al mese si possa incassare soltanto all'età di 55 anni. 5.600 euro a 55 anni, capite? Qualcuno gli porti i sali che un sacrificio così non sappiamo se riuscirà a sopportarlo.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)