2024-02-18
«Abbiamo rilanciato Valleverde. Che fatica con guerra e ritardi»
Il titolare del gruppo Silver1, Elvio Silvagni: «Ho preso il marchio in tribunale e l’ho rivitalizzato. A Suez bombardata nave con nostri prodotti».Valleverde, brand di proprietà del gruppo Silver1 guidato da Elvio Silvagni che si racconta alla Verità, conferma il positivo trend di crescita chiudendo il 2022 con un fatturato di oltre 25 milioni di euro (in salita rispetto ai 14 milioni del 2021 e i 17 milioni del 2019 pre Covid). Quale è il segreto di tale successo? «Da dopo il Covid, che ci aveva precipitati nell’abisso, la gente ha iniziato a uscire con la voglia di comprare, di andare in ferie e di vivere di nuovo. Adesso, però, siamo arrivati al 2024 e ci sono tante nuvole su tutta l’economia europea». State risentendo non solo delle guerre ma anche di ciò che sta accadendo nel Canale di Suez? «Nel Canale di Suez è stata bombardata una nave dove avevamo dei container che contenevano nostri prodotti. Pare sia ripartita ma solo quando arriverà riusciremo a capire se ci sono stati dei danni o meno. Dopo quello che è accaduto, tutte le navi sono state dirottate sul Sud Africa, facendo una rotta che dura venti giorni in più».Chi sta soffrendo maggiormente? «Le nazioni che sono sul Mediterraneo, soprattutto Grecia e Italia. La Germania ha i porti sul Mar del Nord e fanno prima le navi ad arrivare ad Amburgo. In più i container che devono arrivare in Italia sono i più cari di tutti, quelli che arrivano in Germania costano un terzo in meno. L’Europa doveva correre per difendere i traffici marittimi».Da dove era partito il container che attendevate? «Dal Pakistan e conteneva 20.000 paia di calzature. Per noi voleva dire 600.000 euro di lavoro. Spero che arrivino. D’ora in avanti dobbiamo considerare le tre settimane di viaggio in più e ci sfasa tutto il nostro commercio. Se dalla Cina ci voleva un mese per avere le merci, ora ce ne vogliono due. Abbiamo tempo di aspettare la merce due mesi? Non lo sappiamo ancora. Noi comperiamo un terzo in estremo Oriente e il resto in Europa. Dobbiamo capire se quel terzo conviene ancora acquistarlo o meno, ma certi articoli erano indispensabili». Le istituzioni stanno ponendo attenzione su questo problema? «Bisogna tenere in considerazione che i porti italiani stanno facendo un -40%. Vediamo fra due mesi come andrà la situazione». In effetti gli orizzonti del 2024 non sono rosei. «Siamo già con un segno meno per l’invernale dato che non c’è stato inverno. Non nascondiamo una certa preoccupazione per il fatturato da settembre a dicembre. Ora c’è il Micam, speriamo». Eppure la crescita c’è stata e non da poco. «Non siamo stati una eccezione, un po’ tutte le aziende del settore sono andate bene. È stata l’euforia della gente che voleva comperare e spendere. Ma oggi, con l’inflazione, la gente non ha più soldi».È importante partecipare a fiere di settore come Il Micam? «Per noi è una vetrina. Ma ormai c’è un contatto diretto con i clienti e gli agenti. E andare alle fiere è diventato costosissimo, tra alberghi e tutto il resto». Quali sono i mercati di maggiore espansione? «L’Italia è sempre il mercato numero uno e si spazia in alcuni mercati esteri. Da quando abbiamo comperato Valleverde era importante tornare forti sul mercato italiano e in tutti questi anni è stato il nostro obiettivo. Poi è arrivato il Covid che ha interrotto tutto. I sogni di espansione li abbiamo lasciati perdere. La Germania, la Francia e l’Europa non è che siano messe meglio dell’Italia, quindi non andiamo in nazioni in crisi».Quando ha acquistato la Valleverde? «Nel 2015 l’abbiamo presa dal tribunale perché era andata male, volevamo rilanciarla e ci siamo riusciti. Abbiamo cercato di svecchiare il marchio anche se Valleverde non è da ragazzo: il target è dai 35 anni in su».Quanti punti vendita avete? «Un negozio di proprietà a Lugo anche se contiene altri marchi perché non credo nel monobrand. In totale ci sono 1.200 punti vendita. Oltre 600.000 paia le scarpe prodotte all’anno». Ricerca e sviluppo sono le colonne per andare avanti? «La filosofia di Valleverde è: comode calzate, plantari morbidi. Cerchiamo anche di fare un po’ di moda. La nuova collezione che sarà protagonista al Micam punta su leggerezza e flessibilità delle suole e morbidezza dei plantari, grazie al brevetto SoftSystem, di nostra proprietà. È il nuovissimo plantare anatomico composto da uno scafo di gomma e sughero».Nel vostro gruppo non solo Vallevarde ma anche Rafting Goldstar «Siamo nati nel 1979 con Goldstar e questo articolo lo facciamo da 45 anni». Goldstar-Birkenstock, quest’ultima di proprietà di Lvmh, la causa infinita. L’oggetto del contendere è proprio l’utilizzo della suola in sughero, diventata simbolo dei celebri sandali prodotti dal marchio tedesco, tanto che il gruppo avrebbe voluto brevettarla a livello europeo. La stessa suola è, però, utilizzata anche per i modelli Goldstar e la vostra azienda si è ritrovata a doversi difendere nei tribunali di ben quattro Paesi. «Abbiamo vinto ma ora stanno facendo causa in tutta Europa. Loro non si arrendono mai».La diatriba è sulla suola? «All’inizio sì ma l’hanno già persa. Adesso hanno tentato, soprattutto in Germania, per i modelli con le due fasce. Hanno attaccato tanti clienti forti ma hanno anche perso».Cosa c’è nella ciabatta Goldstar? «Sughero, sottopiede in pelle e una anatomia del piede. Questa ciabatta, nata cinquant’anni fa, quando abbiamo iniziato a produrla nessuno la conosceva in Italia, praticamente non esisteva. Poi l’abbiamo lanciata Italia per primi ma contestano anche questo».
Ecco #DimmiLaVerità del 10 settembre 2025. L'esperto di politica internazionale Daniele Ruvinetti analizza l'attacco israeliano in Qatar e i droni russi in Polonia.
Danza Awa Odori, Osaka Expo 2025