2022-07-01
Alberto Gusmeroli: «Abbiamo cancellato 20 micro imposte e pure l’anticipo Irpef di novembre»
Alberto Gusmeroli (Imagoeconomica)
Il vicepresidente leghista della commissione Finanze: «Delega pronta, la mini flat tax estesa oltre i 65.000 euro di reddito».Flat tax, catasto e fisco 4.0 sono i punti cardini della delega fiscale che dopo essere stata licenziata dalla commissione Finanze e approvata dalla Camera, attende l’ok definitivo del Senato. La strada che ha portato il testo in Aula è stata costellata da tensioni e spaccature all’interno della maggioranza: «La delega quando era entrata in cdm era fortemente squilibrata a sinistra. Adesso è stata riequilibrata», spiega Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze della Camera e responsabile fisco della Lega.La delega fiscale è dunque in dirittura di arrivo. Siete soddisfatti del risultato?«Sei progetti di legge della Lega, esclusi nel testo iniziale, perché troppo spostato a sinistra, dopo nove mesi di battaglie, entrano nella delega per la riforma fiscale. Parliamo dell’abolizione di 20 micro tasse, il cui gettito è inferiore al costo che lo Stato sostiene per incassarle, l’abolizione dell’Irap per le piccole attività, un’ulteriore diminuzione dell’Irpef con la riduzione a tre degli scaglioni e l’avvicinamento tra reddito civile e fiscale (novità che andrà a semplificare gli adempimenti fiscali per le imprese, a livello di mole di documenti, ndr). È assurdo che non si possano scaricare spese sostenute per lavorare ma pian piano non sarà più così, la rateizzazione del secondo acconto di novembre in sei rate l’anno successivo, è quasi un risultato epocale perché sarebbe la prima volta in 50 anni che le tasse si pagano ad anno concluso e non in anticipo». Lei parla spesso di scampati pericoli, ritiene dunque che nella delega non ci saranno nuovi aumenti di tasse?«Nella versione iniziale si prevedevano tre aumenti di tasse: sulla casa, sui risparmi e sugli affitti. Solo la Lega si è subito accorta, tanto da non votarla in Consiglio dei ministri. Pd, Leu, Italia viva e M5s hanno lottato fino all’ultimo voto in commissione, sul catasto, per passare a una tassazione a prezzo di mercato, che avrebbe comportato aumenti di tasse per tutti. Una furia tassatrice di partiti tradizionalmente votati all’aumento delle tasse. La Lega ha lottato e ha vinto, recuperando l’alleanza con tutto il centrodestra. La casa non si deve toccare».Ha detto che la casa non si tocca e che non ci saranno nuove tasse, ma il presidente della commissione Finanze, Luigi Marattin, qualche settimana fa alla Camera ha sottolineato come si stanno dando gli strumenti per far valutare, a chi governerà, gli effetti distributivi di un’eventuale riforma del catasto. Allora il pericolo tasse non è scampato?«In realtà la nuova versione dell’articolo 6 della riforma fiscale sul catasto fa riferimento esclusivamente a norme esistenti del 1998 a null’altro. È vero che le forze di centrosinistra e il M5s hanno dimostrato un avversione ideologica contro i proprietari di casa, anche la prima casa, per cui bisognerà sempre vigilare e fondamentali saranno le elezioni politiche del 2023: non devono vincere le forze che vogliono patrimoniali e aumenti di tasse su casa e risparmi».Quindi possiamo dire che cercherete, qui e in futuro, di bloccare possibili e nuovi aumenti di tasse sulla casa?«Assolutamente, abbiamo messo alle strette Pd, M5s, Leu e Italia viva battendoli malgrado fossimo in minoranza nella maggioranza. Li contrasteremo sempre su aumenti di tasse sulla casa e sui risparmi. Peraltro questi hanno effetti depressivi sull’economia e quindi vanno evitati a tutti i costi».Passiamo a un altro tema a voi molto caro: la flat tax. Com’è stata declinata nella delega?«Siamo riusciti a far reinserire la mini flat tax sino a 65.000 euro, che era stata cancellata nella versione andata in cdm. Parliamo di oltre 2 milioni di attività economiche, tra cui migliaia di giovani che utilizzano un sistema semplice a bassa tassazione e che spinge all’emersione del sommerso. Siamo uno dei Paesi più complicati al mondo dal punto di vista fiscale e l’unico regime contabile semplice veniva abolito. Ma non solo. Siamo riusciti a ottenere l’estensione della mini flat tax oltre i 65.000 euro, diminuendo per tante altre imprese, imposte e adempimenti».Una questione spinosa è il superbonus, come mai siamo arrivati all’attuale caos?«Una legge quella del 2020 fatta senza correlarsi con la realtà, cercando poi di correggere gli effetti di partenza negativi in modo sbagliato. La colpa delle truffe è del governo Conte bis tra Pd e M5s, che permetteva l’uso dei crediti in certi casi senza visto di conformità. Lo spauracchio delle truffe ha determinato interventi legislativi sbagliati, bloccando tutto. E per sbloccare i crediti hanno continuato a modificare la normativa: il risultato è il caos. Non si può modificare una legge in vigore andando contro i cittadini e le imprese che l’hanno rispettata. Ma dov’è finita la certezza del diritto? Adesso dobbiamo risolvere ogni problema pregresso creato alle imprese e alle famiglie che hanno avviato i lavori e che rischiano di perdere i crediti del 2021, ma anche quelli prima di maggio 2022. Bisogna sbloccare i crediti tornando alla normativa iniziale, ovviamente con i dovuti controlli, ma tutelando tutte le situazioni; viceversa è meglio chiedere scusa, fare uno scostamento di bilancio se è stata sottostimata la copertura e sistemare il tutto».
Il ministro della Giustizia carlo Nordio (Imagoeconomica)