2021-02-07
A super Mario non piacciono i bonus
Il piano di Mario Draghi è chiaro: servono sostegni mirati alle imprese ma niente soldi a pioggia. Il problema sarà convincere i partiti che amano i carrozzoni fallimentari.Mario Draghi non è un presidente incaricato che deve studiare le carte, i cosiddetti dossier. Li conosce, infatti, molto bene e su di essi si è anche espresso più o meno recentemente. Dunque quello che pensa sul da farsi per uscire dal caos prodotto da Conte & C. ce lo ha chiaro. Altro è quello che riuscirà a far digerire alla eventuale maggioranza che lo dovrebbe sostenere. Tra l'altro molte cose sono state messe nero su bianco dallo stesso Draghi assieme agli altri partecipanti al G30, un think tank internazionale di consulenza in materia economica e finanziaria. Vediamo i punti principali.Anzitutto il problema della solvibilità delle aziende. Nella prima fase il problema fu il credito, le aziende avevano bisogno di soldi e subito per poter far fronte ai debiti e alle spese correnti. Furono erogati poco e male. Ora il problema è quello di restituire i soldi presi in prestito, la solvibilità. E Draghi più che accesso ai prestiti suggerisce forme di incentivazione alla creazione di capitale delle imprese, cioè di qualcuno che investe nelle imprese che ritiene possano avere un futuro, sia soldi pubblici che, soprattutto, privati. Come del resto avviene in Inghilterra con il Future fund, a Singapore con il Special situation fund for startups e in America con il Public-private investment program. Difficile che in Italia ci pensasse chi di economia non ne ha che un'idea molto vaga, di consistenza esigua e dotata di una lucidità nebbiosa.Un altro punto importante è che gli interventi dovranno essere selettivi. «Non tutte le aziende in difficoltà», scrive il gruppo dei 30, «dovrebbero ricevere un sostegno pubblico. Le risorse non dovrebbero essere sprecate per aziende destinate al fallimento o che non ne hanno bisogno». Chissà cosa penserà di Alitalia e di tante altri baracconi italiani. E qui saranno dolori: dove li troverà Draghi politici disposti a esporre gli attributi (ove essi siano presenti) al fine di decidere e selezionare? Auguri super Mario. Certo, nel documento si dice anche che dovranno essere predisposte delle reti di protezione sociale ma che l'obiettivo di esse dovrà essere quello di un reinserimento veloce nel mondo del lavoro. Dunque niente reddito di cittadinanza: su 4 milioni di assistiti han trovato lavoro solo in 200.000. Gli altri sono sulle spallucce degli italiani. In molti casi si è trattato di un atto di giustizia sociale ma l'obiettivo primario - dare lavoro - è fallito. Che gli dirà Mario a Grillo e ai grillini?Altra questione. Draghi distingue il debito buono, quello che procura lavoro, tipo gli investimenti nelle infrastrutture, e quello che non serve a nulla, vedi tutta la serie di inutili bonus. E qui come la metterà? Dove li troverà i seguaci? Tra quelli che li hanno voluti? Certo Damasco, in caso di imminente perdita di poltrone, è sempre dietro l'angolo, non occorre andare il Palestina, basta Montecitorio e quindi, presumibilmente assisteremo a qualche conversione multipla con doppio salto mortale e avvitamento. Roba da far impallidire anche la Cagnotto.E poi un'ultima questione. Draghi dice: va bene con la transizione digitale e al green ma occhio a non pesare sui conti delle aziende costringendole a spendere adesso soldi che non hanno. Ora, come la mettiamo con il Recovery fund che dedica a questi obiettivi la maggior parte delle risorse? Qui se la dovrà vedere in Europa dove certo non andrà con il cappello in mano tipo Mario Monti, ma certo non sarà facile.Staremo a vedere, come al solito, e poi giudicheremo, in bocca al lupo Mario Draghi.