2024-02-14
Intanto otto bolognesi su dieci bocciano Lepore e i 30 all’ora
Matteo Lepore (Imagoeconomica)
Il sondaggio del «Resto del Carlino» sconfessa il sindaco. «Più rischiosi i monopattini».Tra le varie giustificazioni avanzate da Matteo Lepore a sostegno della sua impopolare riforma della viabilità, vi è quella secondo cui i cittadini sarebbero dalla sua parte. Alla base di questa convinzione, un questionario promosso l’anno scorso, e già allora contestato dalle opposizioni perché considerato mal posto, in cui secondo il sindaco emergerebbe il parere favorevole dei bolognesi. Ebbene, le cose non stanno proprio così, e a testimoniarlo si è aggiunto, insieme con le varie proteste delle ultime settimane, un sondaggio promosso dal Resto del Carlino. Lanciato online lo scorso 16 gennaio, data in cui sono iniziate le sanzioni per il rispetto dei nuovi limiti, dopo quasi un mese e circa 7.000 partecipanti (non pochi, per il genere di iniziativa) si è concluso con l’80% dei votanti che si è schierato contro il provvedimento.Oltre a votare sì o no alla domanda sulla Città 30 («Sei d’accordo con questa decisione?», chiedeva il sondaggio), il quotidiano dava anche la possibilità ai partecipanti di lasciare un commento, alcuni dei quali sono stati pubblicati nell’edizione di ieri. «È solo una questione ideologica, non c’entra nulla con la sicurezza, non è possibile che uno per andare a lavorare si deve alzare un’ora e mezza prima», sono le parole di una lettrice. Mentre un altro scrive: «Il limite dei 50 orari è sufficiente nella maggior parte delle strade, chi causa incidenti non rispetta neanche questo e va più veloce. Solo in alcune strade strette o in prossimità di scuole o comunque con situazioni particolari è giustificato un limite inferiore». Cioè quello che sostengono, dal ministero dei Trasporti, il ministro Matteo Salvini e il viceministro Galeazzo Bignami, il quale ha minacciato ancora una volta Lepore di disapplicare il provvedimento qualora la giunta di Bologna non si adeguasse alla nuova direttiva del ministero. Tra i vari commentatori, in 31 hanno invece optato per un breve e conciso «cambiare sindaco».Il quotidiano di Bologna fornisce anche un’analisi dettagliata dei votanti. Di essi, il 64% si è dichiarato di sesso maschile, mentre il 32% ha riferito di essere donna. Il 4% rimanente si divide tra un 3% che ha preferito non rispondere e un 1% di non binari. Rispetto all’età, invece, il 56% dei partecipanti ha più di 55 anni, di cui la metà è nella fascia 55-64 e la restante parte è già oltre i 65, mentre i votanti tra i 45 e 55 anni sono il 22%. Soltanto il 6% ha dichiarato di avere tra i 25 e i 34 anni, fatto che si può spiegare o con il disinteresse dei giovani verso le questioni politiche oppure con l’assenza di controlli, visto che essi sono in teoria meno propensi a rispettare regole, in particolar modo se avvertite come inopportune, in mancanza di effettive sanzioni. «No», ha infatti risposto un cittadino alla domanda del sondaggio, «in più noto che con il passare dei giorni la gente sta tornando a circolare alla velocità di prima. Non era meglio cominciare a sanzionare senza mettere in piedi tutto questo “teatrino”? Alla fine paga sempre Pantalone». Sono diversi, in realtà, i commenti che criticano la scarsa presenza di controlli. «Per me il problema, oltre alla velocità ridotta, è la quasi totale assenza di controlli per i ciclisti», commenta un lettore. «Spesso e volentieri procedono contromano, sotto i portici o sui marciapiedi. Sono un rischio, oltre che per loro stessi, anche per auto e pedoni». «Bastavano le pattuglie per far rispettare i 50», gli fa eco un altro. «Inoltre bisogna educare i ciclisti, la maggior parte di loro passa con il semaforo rosso, per non parlare dei monopattini che scorrazzano ovunque e delle piste ciclabili dove non si capisce quando cominciano né dove finiscono». Insomma, anche la carta del favore popolare è andata: non resta che quella del sindaco illuminato in un mondo che rifiuta il progresso e «la scienza».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
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