2023-02-16
Nel 2022 i miliardari nel mondo sono diminuiti del 6%
True
La popolazione di super ricchi per la prima volta, dopo quattro anni, ha registrato una diminuzione del 6% nel 2022, arrivando a contare 392.410 individui. Motivo? Portafogli colpito dall'alta volatilità del mercato che ha portato a un -11% della ricchezza.Le donne continuano a essere una parte minoritaria all’interno della popolazione dei miliardari. Nel 2022 sono solo l’11%, contro l’89 % degli uomini.Secondo un recente report di Wealth-X le università che hanno sfornato più miliardari si trovano principalmente negli Usa, e vedono al primo posto Harvard con circa 17.660 alunni che sono diventati paperoni, il 5% della popolazione miliardaria mondiale.Lo speciale contiene tre articoli.Trend in netto contrasto con la crescita registrata negli ultimi anni, specialmente nel 2020 e 2021. Per ritrovare un indebolimento nella popolazione dei paperoni mondiali si deve andare al 2018 quando i mercati sono stati particolarmente volatili. La stessa instabilità, questa volta innescata dalla guerra in Ucraina, ha fatto vacillare le ricchezze di molti miliardari che hanno visto un calo del proprio patrimonio netto combinato del 11%. Dopo i massimi storici registrati negli ultimi anni, questa flessione ha visto la ricchezza netta media della popolazione miliardaria scendere a 41,8 trilioni di dollari. Il calo nella popolazione dei paperoni, specifica l’ultimo report di Wealth-X, non ha colpito tutte le regioni del mondo: il Medio Oriente, l'America latina e i Caraibi hanno registrato una crescita sia nel numero dei miliardari che nella loro ricchezza. Dati in positivo anche per la Cina, nonostante l’Asia nel suo complesso non abbia registrato performance di rilievo.La divisione geografica della ricchezzaNonostante il calo nel numero dei miliardari gli Usa continuano ad essere il Paese con il maggior numero di paperoni (34,3%) che in totale raggiunge una ricchezza di 14.545 miliardi di dollari. Al secondo posto si trovano i paesi asiatici che raccolgono il 29,6% dei miliardari globali e 11.854 miliardi di dollari. Medaglia di bronzo per l’Europa con il 25,6% di ricchi che hanno nel complesso un patrimonio di 10.561 miliardi di dollari. Se ci concentriamo sul Vecchio Continente scopriamo che il paese con più paperoni è la Germania con 19.870 individui e un patrimonio di 2.226 miliardi, seguita dal Regno Unito (14.885 per 1,145 miliardi), dalla Francia (12.150 per 1,244 miliardi), dalla Svizzera (9.090 per 967 miliardi) e infine dall’Italia con 8.500 individui che dispongono di 1.074 miliardi di dollari. Osservando il calo nella popolazione dei miliardari notiamo come l’Italia sia il Paese che ne ha persi di meno (-1,2%), seguita dal Regno Unito (-3%) e dalla Svizzera (-6%). La Germania ha registrato una perdita di paperoni del 7,2% e la Francia del 10%. Ampliando lo sguardo a livello globale si nota come solo gli Usa e il Giappone sono riusciti a battere la Francia in fatto di miliardari in picchiata, facendo registrare rispettivamente un -10,3% e -13,3%. La Cina, in controtendenza, ha invece visto crescere la sua popolazione di ricchi del 2,3%. Questo trend è dovuto da una parte alla concessione di particolari stimoli politici mirati e dall’altra all’esposizione relativamente limitata alla guerra tra Russia e Ucraina. Elementi che hanno contribuito a depotenziare le pressioni legate alle catene di approvvigionamento e quelle nel settore immobiliare. La Cina non è però l’unica realtà che ha fatto registrare delle performance positive. Il Medio Oriente e l’America Latina hanno infatti visto un aumento sia nel numero dei miliardari che della loro ricchezza. Le aree del Medio Oriente hanno avuto una crescita nella popolazione wealth del 7,4% e del patrimonio di un + 1,9%. Dati positivi legati principalmente al settore energetico, e all'impennata dei prezzi delle materie prime (gli sforzi dell’Ue per cercare un'alternativa alla Russia come fornitore di gas). Per quanto riguarda l’America latina i miliardari sono aumentati del 3% nel e la loro ricchezza del 5,1%. Il motivo in questo caso è legato al fatto che le più grandi economie della regione sono importanti esportatori di materie prime.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/2022-miliardari-mondo-diminuiti-6-2659429230.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="le-donne-miliardarie-sono-solo-l-11-rispetto-all-89-degli-uomini" data-post-id="2659429230" data-published-at="1676574522" data-use-pagination="False"> Le donne miliardarie sono solo l'11% rispetto all'89% degli uomini Le donne continuano a essere una parte minoritaria all’interno della popolazione dei miliardari. Nel 2022 questo sono solo l’11%, contro l’89,2% degli uomini. Oltre a rappresentare una piccola percentuale le donne miliardarie hanno ottenuto la loro ricchezza in modo diverso rispetto agli uomini.Partiamo dal fatto che negli ultimi cinque anni si è registrata una costante crescita dei miliardari selfmade grazie ad un maggiore afflusso di capitali ed a maggiori opportunità di mercato. Questo tipo di «creazione della ricchezza» continua però ad essere particolarmente concentrato nella popolazione maschile. Secondo i dati il 75,7% dei paperoni uomini si sono creati il proprio impero di ricchezza da soli, il 19% ha unito l'eredità ricevuta con il proprio spirito imprenditoriale e il restante 4,8% è miliardario grazie alla famiglia. Per le donne la fotografia è nettamente diversa. Si hanno infatti il 45% che si è creata da sola la propria fortuna, il 30% che ha usato l’eredità per poi spiccare il volo e il 25% che deve tutto alla propria famiglia.La più grande differenza lo si ha sul mondo no profit. Quasi il 20% delle donne ultra ricche trascorre la maggior parte del proprio tempo in questo settore, rispetto al 5% degli uomini. Questa maggiore propensione verso il segmento non profit deriva, in parte, da interessi e preoccupazioni personali, ma è anche legata alla maggiore prevalenza di ricchezza ereditaria tra le donne, rispetto che tra gli uomini. Altra differenza tra gli uomini e le donne riguarda la gestione dei propri asset finanziari. Le donne investono molto di più in lusso e immobiliare (12,7%) rispetto agli uomini(4%). Focus lusso il mondo dei paperoni blu tende a scegliere l’acquisto di jet e yacht. Le donne si indirizzano invece maggiormente sugli oggetti d'arte di fascia alta, gli orologi di lusso e i gioielli. Per quanto riguarda invece gli investimenti in aziende pubbliche, private e la liquidità nel proprio portafoglio le percentuali si equivalgono senza troppe differenze. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/2022-miliardari-mondo-diminuiti-6-2659429230.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="le-universita-che-hanno-sfornato-piu-miliardari-si-trovano-negli-stati-uniti" data-post-id="2659429230" data-published-at="1676574522" data-use-pagination="False"> Le università che hanno sfornato più miliardari si trovano negli Stati Uniti Con un totale di 392.410 individui, la popolazione dei miliardari è un segmento della classe benestante, che rappresenta solo l'1,2% dei milionari nel mondo. Come entrare in questo club ristretto? Fare l’università giusta potrebbe essere l’inizio del percorso. Secondo un recente report di Wealth-X le università che hanno sfornato più miliardari si trovano principalmente negli Usa, e vedono al primo posto Harvard con circa 17.660 alunni che sono diventati paperoni (5% della popolazione miliardaria mondiale). Numero che è più del doppio rispetto alla Stanford e all'Università della Pennsylvania, che sono rispettivamente al secondo e terzo posto. A livello globale, tra le prime 20 università classificate per numero di alunni miliardari, solo quattro si trovano al di fuori degli Stati Uniti e sono l’università di Cambridge con 4.149 ex studenti che sono entrati nel club dei miliardari, quella nazionale di Singapore (3.653), Oxford (3.356) e l’Insead (Francia) con 2.625 alunni d’oro. Nessuna università italiana è presente nelle classifiche globali.Età e creazione di ricchezzaRiflettendo le caratteristiche della popolazione mondiale dei paperoni, gli alunni più ricchi si sono creati la propria ricchezza, per la maggior parte, da soli. Il California Institute of Technology è al primo posto tra le università degli Stati Uniti con il 91,7% degli studenti Uhnwi selfame. Percentuale che impallidisce però rispetto alle prime cinque università del mondo. Al primo posto troviamo infatti l'Indian Institute of Management Ahmedabad dove circa il 96% degli alunni diventati miliardari hanno creato da soli la propria ricchezza. Al secondo posto ci sono l’università di Peking e la Fudan university (Cina) con il 93,6%, seguite dall’università del Witwatersrand (Sud Africa) con il 92,3% e dalla Renmin University della Cina con il 92,1%.Le università americane vengono battute anche in termini di età. Se infatti si osserva chi ha la quota più giovane di miliardari la risposta la si trova fuori dal territorio a stelle e strisce. Al primo posto c’è l’università del Kuwait con un’età media fra i suoi paperoni di 40.7 anni, seguita dall’università americana del Beirut (47.4 anni), da quella di Tel Aviv (49.1 anni), di Tsinghua (Cina) con 49.3 anni e dal Monash in Australia con una media di 50 anni. Negli Usa l’università che sforna i miliardari più «giovani» è quella di Denver con 56.7 anni.