2023-06-23
Zuckerberg e Musk passano ai fatti. Vogliono sfidarsi a cazzotti in gabbia
Il ceo di Twitter: «Pronto a batterlo». La risposta: «Dimmi dove». La surreale tenzone forse a Las Vegas All’origine di tutto la concorrenza di Meta ai «tweet». ll patron di Tesla va verso lo scontro con Bruxelles.Se fosse un incontro di Wrestling potrebbero essere chiamati sul ring «l’uccellino elettrico versus Faccialibro». O «mister Tesla versus capitan Meta». Eppure sembrano fare sul serio il non più giovane nerd Mark Zuckerberg (39 anni) e quello che per alcuni è un visionario, per altri solo pazzo, Elon Musk (51 anni). Non con una sfida alla Uomo tigre ma con un «cage match» tipico delle arti marziali miste. Ma perché due miliardari della Silicon Valley vogliono prendersi a calci e pugni assai poco virtuali dentro a una gabbia? Facciamo un passo indietro a martedì quando Musk ha postato sulla sua piattaforma social, Twitter, un messaggio in cui affermava di essere «pronto a combattere in una gabbia» con Zuckerberg («I’m up for a cage match if he is»). In realtà, il patron di Tesla rispondeva a un articolo pubblicato l’8 giugno secondo cui Meta starebbe lavorando a un social network testuale molto simile a Twitter che dovrebbe chiamarsi Threads. Da parte sua, il capo di Facebook e della società madre di Instagram, che dal 2020 si è dedicato piuttosto intensamente ad arti marziali come il jiujitsu, ha risposto con l’immagine del tweet di Musk e la didascalia «send me location» («mandami il luogo»). Insomma, con il classico: «Dimmi dove». Solo una provocazione social? «La storia parla da sola», ha dichiarato alla Bbc una portavoce di Meta. Anche il sito americano The Verge ha confermato che Zuckerberg non sta scherzando, e che sarebbe quindi effettivamente pronto a entrare nella gabbia con Musk. Quest’ultimo, sempre a The Verge, ha proposto di sfidarsi all’UFC Apex di Las Vegas (chiamato Vegas Octagon) dove si tengono eventi di arti marziali miste (MMA) dal vivo che appartiene alla Ultimate Fighting Championship. E poi su Twitter ha pure scherzato: «Ho questa grande mossa che chiamo “il tricheco”, dove mi sdraio sopra il mio avversario e non faccio nient’altro». Vedremo se dai cinguettii e dalle storie su Instagram se le daranno davvero di santa ragione. Di certo, la battaglia si gioca già sul ring dei dollari. E degli utenti, e degli inserzionisti pubblicitari, da contendersi. Secondo una recente inchiesta del New York Times, le entrate pubblicitarie di Twitter per le cinque settimane dal 1 aprile alla prima settimana di maggio sono state di 88 milioni di dollari, con un calo del 59% rispetto all’anno precedente. Nel frattempo, in una riunione interna a Meta la settimana scorsa, il chief product officer dell’azienda Chris Cox ha detto ai dipendenti che gli utenti sono alla ricerca di una versione di Twitter che sia «gestita in modo sano».Il lancio della sfida arriva dopo il tour di Musk a Roma da Giorgia Meloni, a Parigi e pure a New York dove è stato immortalato al fianco del primo ministro indiano, Narendra Modi, come se fosse un altro capo di Stato. Ma soprattutto coincide con l’altro cage match che il patron di Twitter, Tesla e Space X sta combattendo con la Ue dopo la decisione di uscire dal Codice di condotta volontario contro la disinformazione. Proprio ieri il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, è volato in California per una missione di due giorni nella Silicon Valley. «La tecnologia ha messo alla prova la nostra società. È giunto il momento di ribaltare la situazione. Tutte le società che operano in Europa, comprese le aziende statunitensi, dovranno presto applicare le nostre nuove regole su Ia, piattaforme online e dati», ha avvertito Breton inaugurando l’Ufficio Ue a San Francisco. Nel corso della giornata era previsto anche un colloquio con Musk. «Sono qui per spiegare il nuovo quadro europeo e aiutare le aziende tech statunitensi a prepararsi», ha sottolineato il commissario. Che oggi incontrerà Zuckerberg nella sede di Meta per discutere del «Patto Ia» e dell’attuazione del pacchetto di leggi sui servizi digitali (Dsa). Bruxelles spinge l’»etichetta» europea anti deepfake. Tema, peraltro, caldissimo in vista delle elezioni del 2024 e dei messaggi politici sui social network. Musk ha invece sbattuto la porta scuotendo il dibattito sulla Dsa che entrerà in vigore il 25 agosto. Parliamo del Digital Services Act, le nuove regole sui social network varate dalla Commissione ad aprile 2022 e approvate dal Parlamento europeo a luglio sempre dell’anno scorso che prevedono multe fino al 6% del fatturato annuale di un’azienda. La battaglia tra la Commissione Ue e Musk è però partita il 27 ottobre del 2022 quando il patron di Tesla, per celebrare l’acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari, prima aveva scritto «The bird is freed» (l’uccellino è stato liberato) e poi come prima mossa, aveva immediatamente licenziato l’amministratore delegato, il direttore finanziario, il capo dell’ufficio legale e il general counsel. L’antifona era: rivoluzionare la piattaforma e togliere le «censure». Subito era arrivato il commento di Breton, che aveva ritwittato il proprietario di Tesla e SpaceX, con una risposta tagliente: «In Europe, the bird will fly by our rules» (In Europa, l’uccello volerà secondo le nostre regole). Lo stesso Breton, la sera del 26 maggio aveva twittato di nuovo: «Twitter abbandona il Codice di condotta volontario della Ue contro la disinformazione. Ma gli obblighi rimangono. Puoi scappare ma non puoi nasconderti». Senza però fare ancora chiarezza su chi decide cosa sia disinformazione. O su come, a fronte delle importanti e legittime censure su chi commette illeciti, evitare il rischio di vedersi censurare contenuti di natura politica e intellettuale. Chissà per chi tiferà la Ue nella lotta in gabbia tra Elon e Mark.
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica). Nel riquadro il programma dell'evento organizzato da La Verità
Charlie Kirk con la moglie Erika Frantzve (Getty Images)
L’AIE cambia idea, niente picco di domanda. Tassonomia Ue, gas e nucleare restano. Stagione atlantica avara di uragani. La Germania chiede più quote di emissione. Cina in ritardo sul Net Zero. Maxi-diga in Etiopia.