2020-07-09
Zinga smascherato continua a scappare. E nessuno risponde della truffa a 7 zeri
Il governatore dem diserta il question time in consiglio regionale. I dispositivi di protezione pagati 14 milioni ma mai consegnati.Il Mascherina-gate non è ancora finito. A tre mesi dallo scoppio dello scandalo che sta travolgendo la Regione Lazio, guidato da Nicola Zingaretti, non si sa ancora quando verranno restituiti i 14.000.000 di euro anticipati dall'Ente alla società Eco Tech srl per la fornitura di 9,5 milioni di dispositivi di protezione. Ieri nel question time del consiglio, dove il segretario del Pd è stato sostituito dal suo vice Daniele Leodori, si è consumata l'ultima tappa di questa imbarazzante vicenda. Anche la firmataria dell'interrogazione, il consigliere di FdI Chiara Colosimo ha inaugurato il suo discorso «certificando l'ennesima assenza del presidente Zingaretti. Lo faccio perché ormai è una costante, ma è giusto che chi ci ascolta lo sappia». Tra le poche cose certe del Mascherina-gate c'è che ad oggi nelle casse regionali sono rientrati solo 1.746.000 euro, frutto del piano di rientro concordato a maggio (scaduto alla fine di quel mese) con Eco Tech. Ma la Exor Sa e la Giosar ltd hanno continuato a promettere invii di denaro che non si sono mai concretizzati. L'ultimo annuncio da parte della Giosar era un bonifico in arrivo nelle ultime 48 ore. Ma per l'ennesima volta i soldi non sono rientrati. Tanto che il legale di Eco Tech, Cesare Gai, comincia ad «avere qualche dubbio» sul fatto che i sub fornitori restituiscano quanto ricevuto. Che l'affare avesse preso una brutta piega fin dall'inizio era stato messo nero su bianco proprio dalla stessa Colosimo che lo scorso 7 aprile ha presentato la prima interrogazione sul tema. È meta marzo quando vengono firmati i contratti tra la Regione e la ditta dei coniugi Anna Perna e Sergio Mondin: l'accordo finale prevede 9,5 milioni di mascherine (Ffp2, Ffp3 e chirurgiche) al prezzo di 35.819.200 euro, con un anticipo del 50%. I giorni passano ma il materiale non arriva, così nascono i dubbi sull'affare negoziato da uno degli uomini più vicini a Nicola Zingaretti, il capo della Protezione civile regionale Carmelo Tulumello. Dalla visura sulla Eco Tech srl emerge che la società di Frascati si occupa di «commercio all'ingrosso di materiale elettrico». È la miccia che fa esplodere definitivamente il caso. Dalla Pisana (sede della Regione Lazio) si cerca di correre ai ripari solo a cavallo tra marzo e aprile quando vengono annullati due dei tre contratti di fornitura. Però il primo dei tanti colpi di scena è dietro l'angolo: dato che il 10 aprile viene stipulata quella che in gergo si chiama la novazione, ossia due nuovi contratti con le stesse identiche condizioni tra Eco Tech srl e Regione Lazio. L'unica modifica nei «nuovi» accordi è la data di consegna della merce che viene posticipata al 17 aprile. Scelta a dir poco sorprendente. I motivi alla base della decisione sono due: la sottoscrizione di due polizze assicurative, emesse dalla Seguros Dhi-Atlas ltd, a garanzia dell'affare e il certificato Sgs che testimonia la regolare esistenza della merce. Peccato che tutti questi documenti, come rivelato dalla Verità, siano falsi. Le polizze fideiussorie vengono rilasciate da Andrea Battaglia Monterisi, imputato in un processo di camorra a Benevento, attraverso la sua Seguros Dhi-Atlas. Questa società, come abbiamo scritto, per l'Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) e Banca d'Italia non risulta essere abilitata in Italia né all'esercizio dell'attività assicurativa, né a quella finanziaria. «Pertanto, sulla base di queste risultanze, i documenti emessi dalla Seguros Dhi-Atlas Ltd allegati […] non sono idonei a fornire una copertura assicurativa». Farlocche come il documento Sgs. Che si tratti di un documento mal taroccato lo si evince dal fatto che il report della prova è preceduto dall'acronimo Rf, che viene utilizzato per le radio frequenze. E a poco serve che qualche riga più in basso venga inserita la tipologia della merce e quando sia stata controllata. Anche in questo caso la conferma definitiva sul falso è stata data dalla stessa società svizzera Sgs che ha scritto: «Vi informiamo che questo non è un originale ma una copia non autorizzata. Dunque è un documento privo di valore». Sul caso Eco Tech si è mossa anche la procura della Repubblica di Roma, dove i magistrati Elena Neri e Paolo Ielo hanno aperto un fascicolo a carico di Anna Perna e Sergio Mondin che sono indagati per inadempimento in pubbliche forniture. Il loro legale, Cesare Gai, è certo dell'innocenza dei due coniugi, invece non ha certezze sul fatto che Exor Sa e Giosar ltd restituiscano rispettivamente 3,5 milioni di euro e 4.740.000. Soldi stabiliti dal piano di rientro che la Regione continua ad aspettare, l'unica altra azione promossa dal Lazio è l'adozione un decreto ingiuntivo come confermato dallo stesso vicepresidente Daniele Leodori nella seduta del consiglio regionale di ieri. «Da quando il presidente Zingaretti», ha detto alla fine del suo intervento il consigliere Chiara Colosimo, «è venuto in quest'aula a dirci che avrebbe fatto luce, queste risposte non sono arrivate». Spiegazioni che forse solo la procura della Repubblica di Roma può dare.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)