2022-03-13
Zennaro torna a casa. La vendetta del padre contro Di Maio: il ministro ora taccia
L’attacco alla Farnesina: un fallimento l’azione diplomatica. Ma il manager smorza i toni: non mi sono sentito abbandonato.Un’attesa di poco inferiore a un anno, per la precisione 361 giorni di cui 75 trascorsi nelle celle sudanesi a causa di un sequestro di persona mascherato da disputa commerciale. Ieri la conclusione della vicenda dell’imprenditore veneziano Marco Zennaro, rientrato finalmente in Italia. Il suo aereo, dopo il decollo dal Sudan (rimandato di 24 ore a causa di una tempesta di sabbia) e uno scalo in Turchia, è atterrato a Fiumicino poco dopo le nove del mattino. È stato il padre del manager, Cristiano, a comunicare - non senza polemica nei confronti dell’operato del ministero degli Esteri - la notizia: «Ringrazio mio figlio per essere sopravvissuto a quei 75 terribili e infernali giorni di detenzione. Devo purtroppo denunciare il totale fallimento dell’istituzione italiana che incomprensibilmente non ha voluto risolvere un palese sequestro di persona a scopo di estorsione. Mi auguro che la Farnesina abbia il pudore di non rilasciare retorici comunicati perché se Marco è uscito da quell’inferno lo deve solo ed esclusivamente a sé stesso». Zennaro senior è grato anche con gli altri famigliari «per aver trovato in tempi brevi le risorse finanziarie per far cessare la detenzione». Poi un ringraziamento ai dipendenti della ditta di famiglia «per aver portato avanti l’attività con grande senso di responsabilità pur in assenza del loro titolare». Un contributo rilevante per la liberazione di Zennaro, 47 anni, è stato dato proprio dall’Unioncamere Veneto che in precedenza aveva lanciato una raccolta fondi da destinare al collega. In poco tempo da imprenditori, associazioni di categoria e sindaco di Venezia incluso (Luigi Brugnaro) sono stati raccolti 200.000 euro. Somma di denaro che è stata versata in Sudan, dove il tribunale di Khartoum aveva stabilito che questa cifra avrebbe permesso di chiudere l’unico procedimento civile (nei tre penali il nostro connazionale è sempre stato dichiarato innocente) a carico di Zennaro. Occorre ricordare che durante l’anno trascorso in Africa gli è stata a lungo contestata la frode, a causa di alcuni presunti difetti nei trasformatori elettrici che aveva consegnato all’intermediario Ayman Gallabi (morto successivamente in circostanze misteriose durante un’immersione subacquea nel Nilo), il commerciante sudanese, a sua volta, rivendette la merce alla società nazionale dell’energia elettrica del suo Paese, Sedc ltd, dietro alla quale ci sarebbero stati alcuni miliziani locali, ritenuti i veri finanziatori dell’affare. Giorni e notti in celle fatiscenti e in pessime condizioni igienico sanitarie, arresti domiciliari e finte scarcerazioni sono state le conseguenze delle accuse. Poi lo scorso 14 giugno il primo barlume di giustizia per l’imprenditore italiano, la scarcerazione ma con il divieto di lasciare lo Stato africano. Da allora sul suo caso non è emerso più nulla. Delle drammatiche trattative per il rilascio, il manager, ha fatto una ricostruzione diversa rispetto a quella del padre. «Mi dissocio completamente. La Farnesina ha fatto tutto quello che poteva fare. Il contesto sudanese è un contesto difficilissimo, peggiorato da un colpo di Stato, da una miseria dilagante, da una crisi sociale, politica, economica che affligge il Paese da troppo tempo. Non mi sono sentito abbandonato da nessuno. Non si può», ha detto Marco Zennaro, «chiedere quello che non si può avere. Si conclude un incubo, sono finalmente a casa». Ma c’è di più: «È stato un anno lungo e duro. Chi ringrazio? Prima di tutto mia moglie, perché in tutto questo tempo ha tenuto saldi i valori più importanti che ho nella vita che sono rappresentati dalla famiglia e dai figli. Inoltre intendo ringraziare anche le due dottoresse che mi hanno supportato clinicamente durante questo anno in Sudan, Anna Paola Borsa e Lucia Ceschin». Prima di riprendere il treno che in tarda serata l’ha portato alla stazione di Venezia, il manager è stato ospitato allo stadio Olimpico per la partita di rugby (federazione per la quale è tesserato) Italia-Scozia. In precedenza erano arrivati pure i ringraziamenti del titolare del ministero degli Esteri, Luigi Di Maio, nei confronti del direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina Luigi Vignali: «Grazie per essere stato più volte in Sudan al fine di seguire da vicino il negoziato, mostrando grande impegno e senso del dovere». Il ministro M5s ha elogiato per il suo contributo anche l’ambasciatore italiano a Khartoum, Gianluigi Vassallo che dallo scorso 15 agosto ha ospitato Zennaro nella foresteria della nostra sede diplomatica. Particolarmente soddisfatto per l’esito della vicenda il sindaco di Venezia, Brugnaro: «È la notizia che tutti noi aspettavamo. Tutta la città in questi mesi si è mobilitata con manifestazioni e attività di sensibilizzazione e, da ultimo, è stata fondamentale la generosità di chi ha donato del proprio per consentire a Marco Zennaro di rientrare a casa, riabbracciare la sua famiglia, e avere la tranquillità di potersi difendere dalle accuse che gli sono state mosse».
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