2025-02-25
Voto rubato anche a Berlino
Friedrich Merz (Getty Images)
I socialisti, clamorosamente battuti nelle urne, torneranno al governo perché la Cdu è disposta a qualsiasi acrobazia pur di escludere la destra. Che però ha raddoppiato i consensi ed è sostenuta da un tedesco su 5.La Germania è di nuovo divisa in due. Non c’è il muro alto 3,6 metri che impediva ai tedeschi dell’Est di raggiungere quelli dell’Ovest, ma nei fatti c’è un confine invisibile che spacca in due il Paese ed è costituito dai risultati elettorali di domenica. Le urne hanno sancito che nell’ex Repubblica federale la maggioranza degli abitanti vota la Cdu e gli alleati della Csu bavarese, con qualche rara eccezione che premia i socialdemocratici. Mentre nelle regioni che fino al 1989 erano sotto il dominio sovietico, a fare incetta di voti è stata Alternative für Deutschland, che in alcuni Land, come ad esempio in Sassonia, ha sfiorato il 40 %. Qualcuno, a questo punto, potrebbe pensare che i tedeschi dell’Est, abituati a vivere sotto un regime dispotico, con la caduta del muro in poi si siano sentiti un po’ orfani e, a 36 anni di distanza, sognino il ritorno sotto l’ombrello di una dittatura, questa volta non di sinistra ma di destra.Sciocchezze. La realtà è che l’integrazione fra le due Germanie è stata solo apparente e oggi l’ex Repubblica democratica vive una situazione di disagio economico e sociale. Il benessere per tutti non c’è stato perché la maggior parte delle aziende e degli interessi imprenditoriali sono rimasti a Ovest. Però, con la globalizzazione e l’apertura delle frontiere anche nei Land orientali, si deve fare i conti con il mercato e l’integrazione con i migranti e quasi mai si tratta di risultati con saldi positivi. La crisi colpisce indiscriminatamente a Est e a Ovest ma, nel primo caso, fa più male perché le condizioni di partenze erano più basse.A questo, poi, si aggiunge il fatto che a un’immigrazione capace di scatenare una guerra tra poveri si sommano le riforme di un ambientalismo duro e puro che non guarda in faccia a nessuno, ma che rischia di essere pagato solo da alcuni, ovvero dalla fascia più debole della popolazione. Spegnere le centrali nucleari mentre la guerra faceva schizzare il prezzo del gas non è stata una buona idea, soprattutto considerando che già molti tedeschi facevano fatica a pagare le bollette. Dopo lo stop al metano russo, sia i pensionati sia le famiglie meno abbienti sono stati costretti a un riscaldamento intermittente o a lasciar accumulare il debito nei confronti dell’azienda elettrica.Così, disperati per non riuscire a far quadrare il bilancio domestico e preoccupati per essere sempre più ai margini della società, milioni di tedeschi all’improvviso sono diventati nostalgici del Terzo Reich. Nazisti a loro insaputa, potremmo dire. Arruolati d’ufficio nelle squadre d’assalto della nuova gioventù hitleriana impersonata da Alice Weidel, la bionda capa di Afd che i giornali rappresentano come una contraddizione vivente perché lesbica, madre di due figli avuti con la procreazione assistita e sposata a un’immigrata dello Sri Lanka.Certo, può darsi che tra le fila del Alternative für Deutschland ci siano dei nostalgici, ma tra quelle degli elettori ci sono certamente persone che sia sul fronte dell’immigrazione sia, soprattutto, su quello dei salari, dell’ambientalismo e delle politiche europee, chiedono di cambiare. E siccome i partiti tradizionali, finora, non li hanno ascoltati, questi milioni di tedeschi si sono rivolti a Afd, sperando che almeno Weidel faccia qualche cosa.Ciò che si sta verificando in Germania non è dunque molto diverso da ciò che è accaduto in Francia con Marine Le Pen e il Rassemblement national e, in parte, da quello che è successo da noi. L’elettore, stanco di aspettare una risposta ai propri problemi, cambia e vota per coloro che promettono una politica diversa. E, paradossalmente, a girare le spalle ai partiti tradizionali (quello di Emmanuel Macron a Parigi, quello di Olaf Scholz in Germania) è il ceto più debole, quella classe operaia che un tempo votava a sinistra. È così che un partito che fino a 13 anni fa non esisteva, nell’ex Germania dell’Est è diventato il primo partito.A Bruxelles, ma anche a Roma, in tanti si consolano dicendo che l’onda estremista a Berlino si è infranta contro il muro dei gruppi europeisti. Per costoro il fatto che Cdu e Spd abbiano i numeri per governare, dando vita a una grossa coalizione, è il successo della democrazia e la sconfitta del populismo. Sarà, ma io temo che, se i nuovi governanti tedeschi non soddisferanno le richieste degli elettori che hanno votato per Weidel, al prossimo giro Afd non prenderà il 21%, ma il 31 e forse di più. Perché i più grandi alleati della destra, con la loro ignavia, stanno a sinistra.
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