Utero in affitto, emendamento bocciato a Strasburgo. Coghe e Brandi: «L’Europa è diventata un mostro: accetta anche eugenetica così»

Utero in affitto, emendamento bocciato a Strasburgo. Coghe e Brandi: «L’Europa è diventata un mostro: accetta anche eugenetica così»
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«La bocciatura dell'Aula di Strasburgo dell'emendamento contro l'utero in affitto presentato dall'eurodeputata della Lega, Simona Baldassarre, è gravissima. Il segno ulteriore della crisi di identità dell'Europa, della perdita delle proprie radici. L'Europa dei burocrati e della finanza è diventata la terra di nessuno e un mercato a cielo aperto, senza orizzonti di senso neanche quelli alla base dei diritti dell'uomo» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia. «Contro le donne costrette ad affittare il proprio utero, sono scesi in campo anche i più insospettabili: oltre a tante realtà del femminismo europeo, anche la sinistra spagnola ha spiegato chiaro e tondo come le 'pance in affitto' minino i diritti delle donne oltre che dei bambini, che hanno il diritto naturale ad avere una mamma e un papà» hanno proseguito Coghe e Brandi. «Possono provare a nascondere la verità - hanno ancora dichiarato - ma la verità è una: la compravendita di un bambino resta la mercificazione di un essere umano. È un controsenso che la politica, che deve occuparsi delle disuguaglianze economiche sempre crescenti, appoggi o non contrasti proprio l'uso e l'abuso di donne povere che in cambio di soldi vendono i propri ventri a ricchi signori e ai loro capricci. Se siamo contro lo sfruttamento del lavoro umano e la compravendita di umani, come fa l'Europa a calpestare la dignità di queste donne e di bambini indifesi? È vergognoso, orribile, è assurdo». «L'Europa - hanno concluso Brandi e Coghe - è diventata un mostro. Basta pensare che non contrastando l'utero in affitto di fatto accetta anche l'eugenetica, visto che attraverso cataloghi vengono scelte le caratteristiche dei bambini desiderati».

«Il condono ripara i flop del centrosinistra»
Edmondo Cirielli e Antonio Tajani (Ansa)
L’emendamento alla manovra di Fdi mira a riattivare la regolarizzazione del 2003. Così si metterebbe mano a situazioni rimaste sospese soprattutto in Campania: all’epoca, il governatore dem Bassolino non recepì la legge. E migliaia di famiglie finirono beffate.

Nella giornata di venerdì, la manovra di bilancio 2026 è stata travolta da un’ondata di emendamenti, circa 5.700, con 1.600 presentati dalla stessa maggioranza. Tra le modifiche che hanno attirato maggiore attenzione spicca quella di Fratelli d’Italia per riaprire i termini del condono edilizio del 2003.

I senatori di Fdi Matteo Gelmetti e Domenico Matera hanno proposto di riattivare, non creare ex novo, la sanatoria introdotta durante il governo Berlusconi nel 2003. Obiettivo: sanare situazioni rimaste sospese, in particolare in Campania, dove la Regione, all’epoca guidata da Antonio Bassolino (centrosinistra), decise di non recepire la norma nazionale. Così migliaia di famiglie, pur avendo versato gli oneri, sono rimaste escluse. Fdi chiarisce che si tratta di «una misura di giustizia» per cittadini rimasti intrappolati da errori amministrativi, non di un nuovo condono. L’emendamento è tra i 400 «segnalati», quindi con buone probabilità di essere discusso in commissione Bilancio.

Merz abbatte il prezzo dell’energia per legge
Friedrich Merz (Ansa)
Con l’ok di Ursula, il governo tedesco approva un massiccio intervento sul settore elettrico che prevede una tariffa industriale bloccata a 50 euro al Megawattora per tre anni, a partire dal prossimo gennaio. Antonio Gozzi (Federacciai): «Si spiazza la concorrenza».

Ci risiamo. La Germania decide di giocare da sola e sussidia la propria industria energivora, mettendo in difficoltà gli altri Paesi dell’Unione. Sempre pronta a invocare l’unità di intenti quando le fa comodo, ora Berlino fa da sé e fissa un prezzo politico dell’elettricità, distorcendo la concorrenza e mettendo in difficoltà i partner che non possono permettersi sussidi. Avvantaggiata sarà l’industria energivora tedesca (acciaio, chimica, vetro, automobile).

Il governo tedesco ha approvato giovedì sera un massiccio intervento sul mercato elettrico che prevede un prezzo industriale fissato a 50 euro a Megawattora per tre anni, a partire dal prossimo gennaio, accompagnato da un nuovo programma di centrali «a capacità controllabile», cioè centrali a gas mascherate da neutralità tecnologica, da realizzare entro il 2031. Il sistema convivrebbe con l’attuale attuale meccanismo di compensazione dei prezzi dell’energia, già in vigore, come ha confermato il ministro delle finanze Lars Klingbeil. La misura dovrebbe costare attorno ai 10 miliardi di euro, anche se il governo parla di 3-5 miliardi finanziati dal Fondo per il clima e la trasformazione. Vi sono già proteste da parte delle piccole e medie imprese tedesche, che non godranno del vantaggio.

A 80 anni dall’Olocausto, Gerusalemme ha un ruolo chiave nella modernizzazione della Bundeswehr. «Ne siamo orgogliosi», dicono i funzionari di Bibi al «Telegraph». Stanziati da Merz quasi 3 miliardi.

Se buona parte della modernizzazione della Bundeswehr, le forze armate federali, è ancorata all’industria tedesca, Israele sta svolgendo un ruolo chiave nella fornitura di tecnologia di difesa. «La Germania dipende enormemente dalla tecnologia israeliana, in particolare nei settori della tecnologia dei droni, della ricognizione e della difesa aerea», riferisce Roderich Kiesewetter, membro della Cdu come il cancelliere Friedrich Merz e capo della delegazione tedesca presso l’Assemblea parlamentare euromediterranea (Apem). Il parlamentare ha aggiunto che il suo Paese «beneficia inoltre notevolmente della cooperazione in materia di intelligence, che ha già impedito molti attacchi terroristici in Germania». Al Telegraph, alti funzionari della difesa israeliani hanno dichiarato di svolgere un ruolo chiave nella nuova politica di riarmo tedesca e di esserne «orgogliosi».

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