2018-12-15
Uomini? In giuria no, in gara sì. Miss Universo diventa surreale
Paranoia sessista: per la prima volta a valutare le concorrenti saranno soltanto donne. In compenso, alla finale partecipa il trans Angela Ponce.Serve un concorso di bellezza per mostrarci a che livello di confusione ci ha trascinato l'ottusità ideologica. Questo genere di competizioni, nell'ultimo anno, ha patito l'attacco del Me too e del neo femminismo rampante. Per garantirsi la sopravvivenza, il circo milionario della vanità è dovuto correre ai ripari, imbellettandosi di politicamente corretto. Miss America ha cancellato la competizione in costume da bagno, onde non esporre troppo «il corpo delle donne». Miss Mondo ha rivolto uno sberleffo a Donald Trump incoronando la messicana Vanessa Ponce de León, rappresentante dei latinos, munita di master e impegnata in un'organizzazione umanitaria chiamata «Migranti in cammino». Ora tocca a Miss Universo, il concorso più prestigioso (il quale, coincidenza, fino a qualche tempo fa era gestito da Trump in persona). La finale si terrà domenica, in Thailandia, e la Miss Universe organization ha annunciato un'importante novità. Per la prima volta nella storia, la giuria della competizione (giunta alla sessantasettesima edizione) sarà composta esclusivamente da donne. Ci saranno manager, imprenditrici ed ex reginette. «Questo nuovo format consentirà al nostro comitato di selezione di conoscere veramente ciascuna delle concorrenti nei prossimi giorni», ha detto alla Abc Paula M. Shugart, presidente della kermesse. «Ogni membro del comitato è una donna che è fonte d'ispirazione e riflette il nostro impegno per migliorare le opportunità delle detentrici del titolo sia a livello personale che professionale per tutto l'anno», ha proseguito la signora, spiegando che le giurate «sono modelli di riferimento per le giovani donne che saranno le nostre leader di domani».La retorica, come vedete, non manca mai. Al di là delle frasi pompose, sembra che il vero problema non sia l'ispirazione delle donne quanto, piuttosto, il solito sguardo maschile. Una sguardo che si vuole predatorio, dominatore: l'occhiata del macellaio che valuta il quarto di carne appeso al gancio. Ecco allora che si opta per una giuria tutta femminile, nel tentativo maldestro di trasformare il concorso di bellezza in una sorta di celebrazione dell'autodeterminazione femminile. Non deve più essere l'uomo a giudicare la bellezza della femmina. Spetta alla donna valutare le sue simili, magari stabilire nuovi canoni. sentiero pericolosoNon si rendono conto, a Miss Universo, della strada su cui si stanno incamminando. Credono di difendere i diritti delle donne e di ribadirne l'indipendenza, ma si sbagliano di grosso. Eliminare i giurati maschi significa stabilire che l'occhio maschile è per forza perverso. Che il maschio è preda di insopprimibili istinti animaleschi che si scatenano alla sola vista di un lembo di pelle scoperta.Sapete dove si ragiona in questo modo? Nei Paesi islamici. Là dove, come ha scritto Slavoj Zizek, le donne indossano il velo poiché abitano un «universo estremamente sensualizzato, in cui il mero incontro con una donna costituisce di per sé una provocazione a cui nessun uomo è in grado di resistere». il contrappassoL'afflato femminista, dunque, favorisce l'insorgere del bigottismo. Con la scusa di difendere la donna, Miss Universo la ghettizza, la copre. La riduce a carne che il maschio ferino brama. Ma il concorso fa pure di peggio: ne distrugge l'essenza. Oltre alla giuria femminile c'è pure un'altra novità nell'edizione di quest'anno. In finale è arrivata Miss Spagna, la trans Angela Ponce. «Nessuno dei concorrenti è obbligato ad essere lì», ha dichiarato la Ponce a Time. «Sono in competizione perché è quello che volevo fare da quando ero una bambina. Sto dimostrando che le donne trans possono essere ciò che vogliono essere: un insegnante, una madre, un medico, un politico e persino Miss Universo. Curioso vero? I maschi non possono giudicare le concorrenti però gli ex maschi possono sfilare in passerella. Di nuovo, la donna è ridotta a sola carne. Se per competere basta avere l'aspetto di una donna, benché ottenuto artificialmente, significa che solo questo conta. Non le menate sul carattere, la cultura e il coraggio. Non valgono le belle parole sul valore della femminilità, sulla valorizzazioni delle concorrenti al di là dell'aspetto fisico. Facendole selezionare da sole donne e permettendo a una trans di competere, Miss Universo ha trasformato i «diritti» in un cappio. Ha sancito che le reginette - le quali rappresentano l'intero universo femminile sul palco - sono soltanto carne che va sottratta allo sguardo del predatore preda del desiderio, carne che si può modellare in base al desiderio del desiderio. Siamo così ossessionati dal corpo delle donne che ne stiamo cancellando l'anima.
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