2020-05-28
Ubi e Intesa si fanno la guerra in Borsa. Antitrust e Copasir convocano i manager
L'istituto guidato da Victor Massiah porta in tribunale Ca' de Sass: «Offerta decaduta». Si teme l'intervento di un attore straniero.«Non cambieremo la nostra offerta per Ubi. Non c'è alcuna possibilità di farlo». L'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, era stato perentorio con gli analisti lo scorso 5 maggio quando presentando i risultati trimestrali aveva anche fatto il punto sull'Ops assicurando che l'operazione verrà portata a termine entro agosto. «Fino a quando l'offerta non sarà ufficiale», con la pubblicazione del prospetto di Intesa atteso a giugno, «non possiamo dire niente», aveva ribattuto tre giorni dopo l'ad dell'istituto bresciano bergamasco, Victor Massiah. Eppure il rumore sta diventando sempre più forte in quella che sembra essere diventata una guerra di trincea per Ubi che ha deciso di portare l'offerta in tribunale chiedendo la cessazione della cosiddetta passivity rule per gli effetti della pandemia. Se l'azione dovesse avere successo, L'Ops non avrebbe più efficacia e Ubi sarebbe libera di imbastire operazioni difensive senza essere ingessata dalla norma che limita lo spazio di manovra degli amministratori di società sottoposte a takeover. Secondo Ubi, infatti, la mancata rinuncia da da parte di Intesa ad attivare in maniera tempestiva la clausola Mac (material adverse clause), che si sarebbe avverata in seguito allo scoppio del Covid-19, avrebbe come effetto il venir meno dell'articolo 104 del Tuf che regolamenta il diritto di difesa di società oggetto di offerta pubblica e che impone al cda di astenersi da compiere atti che possano contrastare l'offerta. Ovvero negoziare eventuali operazioni alternative che dovrebbero però essere approvate dall'assemblea straordinaria.Ma le comunicazioni dalla trincea di Ubi arrivano anche in maniera meno convenzionale attraverso la voce di «fonti finanziarie vicine all'operazione» che ieri alle agenzie di stampa hanno lanciato un'altra frecciata: il prezzo di Intesa Sanpaolo incorporerebbe «attualmente l'ipotesi di successo dell'operazione nel suo complesso. In mancanza di successo», proseguono le fonti, «i vantaggi finanziari e le conseguenti distribuzioni di dividendi, promessi da Intesa, potrebbero non avvenire nella misura indicata da Intesa, con impatto negativo certo sulla valutazione e l'andamento del titolo della stessa». Affermazioni pesanti. Tanto che altre «fonti», questa volta vicine al gruppo di Messina, hanno contrattaccato ricordando alle stesse agenzie come non è il titolo di Intesa che «incorpora l'ipotesi di successo dell'Ops lanciata su Ubi», bensì il contrario cioè il «titolo della stessa Ubi che incorpora il premio riconosciuto dall'Ops promossa da Ca' de Sass». Cosa per altro già sottolineata in una nota diffusa ieri mattina dagli analisti di Banca Akros che in caso di esito positivo dell'azione giudiziaria promossa da Ubi, si aspettano che il prezzo del titolo Ubi scenda di oltre il 20%, «dato che attualmente il titolo è quotato, incluso il premio offerto di Intesa». Dagli spalti di questa guerra in Borsa arriva la voce anche di altri broker. Come quelli di Equita che definiscono «molto improbabile» il presentarsi di opzioni strategiche più vantaggiose per gli azionisti di Ubi, in grado valorizzare maggiormente il titolo rispetto a quanto implicito nell'offerta di Intesa. che, in sede di lancio dell'operazione, ha riconosciuto un premio del 23% rispetto al valore del titolo antecedente l'Ops. In Piazza Affari ieri Ubi ha chiuso la seduta a 2,5 euro (+0,7%) e Intesa ha guadagnato il 2,4% a 1,5 euro.Nel frattempo, la partita si gioca anche sul campo dell'Antitrust che ha avviato l'istruttoria sulla fusione i cui effetti sul panorama bancario italiano potrebbero mettere fine, secondo il Garante, alla «sostanziale simmetria» con Unicredit. Le audizioni sono già partite e ieri sarebbero stati sentiti Ubi e il suo socio e partner nella bancassicurazione Cattolica, mentre sono state già ascoltate Intesa, Bper (coinvolta nell'operazione per comprare alcune filiali della stessa Ubi proprio per evitare una eccessiva concentrazione) e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Domani toccherà invece a Unicredit che ha chiesto di intervenire nel procedimento. Il materiale raccolto dalle parti confluirà nell'istruttoria, la cui conclusione è attesa entro fine di luglio e che dovrà prima acquisire il parere consultivo non vincolante dell'Ivass. L'Antitrust dovrà «condividere» alcuni testimoni con il Copasir che stamattina sentirà i vertici dell'istituto guidato da Massiah mentre per domani è attesa l'audizione di quelli di Unicredit. Il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha infatti deciso di approfondire le dinamiche di controllo e di governance degli istituti e l'autonomia della scelte strategiche che implicano fattori di interesse nazionale. Compresa l'operazione Intesa-Ubi se dovesse palesarsi una controfferta, al momento improbabile, di qualche soggetto straniero.