2023-07-12
Timmermans in panchina sulla legge Natura
Virginijus Sinkevicius (Ansa)
Oggi il voto all’Europarlamento. Ieri la trattativa è stata condotta da Virginijus Sinkevicius, commissario agli Oceani. Lavorìo per cercare una maggioranza che respinga l’emendamento che sopprime la norma. Obiettivo: approvare la versione smussata del Consiglio.Da una parte gli agricoltori guidati dalla Copa-Cogeca, l’associazione che riunisce le cooperative europee. Dall’altra gli ambientalisti capitanati da Greta Thunberg. Mentre in Aula a Strasburgo si teneva il dibattito politico, davanti all’Eurocamera è andata in scena una doppia manifestazione sulla contestatissima legge per il ripristino della natura (Restoration law), il cui voto è previsto oggi alla plenaria. Ad arrivare per primi sono stati gli agricoltori con un flash mob contro la legge. Ma a unirsi a sorpresa alla protesta è stato anche il capogruppo e presidente del Ppe Manfred Weber, che da settimane motiva la sua contrarietà al provvedimento proprio con l’obiettivo della tutela degli agricoltori. A pochi metri dal presidio anti Restoration law c’erano invece gli ambientalisti chiamati a raccolta da Greta. Che ha sfoderato i soliti slogan contro i politici («Hanno dimostrato di aver sempre tradito la nostra fiducia. Hanno avuto molte opportunità di dare valore alle loro azioni ma hanno fallito tutte le volte»). Non si è invece tenuto l’incontro tra l’attivista svedese e Weber previsto in mattinata all’interno dell’Eurocamera a margine del dibattito in Aula, fa sapere il portavoce del presidente del Ppe. Che poi, in mattinata, ha ribadito la richiesta di una nuova proposta. «Non vogliamo bloccare o cancellare l’iniziativa, vogliamo avere una base solida per la discussione. Ecco perché la Commissione dovrebbe presentare una nuova proposta», ha sottolineato Weber. Assente al dibattito il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans. L’alfiere della politica green made in Ue che ha contribuito a distruggere la cosiddetta maggioranza Ursula è infatti volato a Valladolid, in Spagna, per partecipare alla seconda giornata del Consiglio Ue informale su ambiente ed energia. Tanto che a incontrare i rappresentanti di varie nazioni del gruppo dei conservatori Ecr è stato il commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius. Timmermans ha dunque disertato l’Aula delegando a lui le ultime trattative in vista del redde rationem di oggi. Anche perché i socialisti hanno capito che il Ppe avrebbe i numeri per votare sì alla prima risoluzione di rigetto (dovuta al fatto che la commissione Envi non ha trovato una maggioranza a sostegno). Per questo stanno cercando di raccogliere qualche altro no al primo per arrivare a votare sul documento più mitigato approvato dal Consiglio Ue, nonostante il no dell’Italia. I liberali di Renew Europe hanno infatti cercato di salvare la legge proponendo una nuova versione più soft e ha quindi presentato emendamenti che ripropongono il testo approvato dal Consiglio a giugno. «Il mio gruppo è a favore del testo, siamo in una divisione che si aggira attorno a 70 a 30. Noi siamo per un compromesso, il nostro obiettivo è che non ci siano fallimenti sulle leggi ambientali in questo Parlamento», ha detto il capogruppo di Renew Europe, Stéphane Séjourné. Il presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola in un colloquio con il Financial Times ha invece sottolineato che «i legislatori dovrebbero evitare di oltrepassare la linea invisibile tra le ambiziose politiche verdi e il sostegno dei cittadini per i cambiamenti imposti alle loro vite. Dobbiamo tenere conto dell’impatto economico e sociale di tutto ciò che facciamo, e forse non lo abbiamo fatto abbastanza», ha aggiunto la Metsola osservando come il voto di oggi sia «un esercizio democratico» e i gruppi abbiano «il diritto democratico» di ritirarsi dai negoziati. Intanto, a raccogliere i voti di Ecr è l’eurodeputato ceco Alexandr Vondra il quale avrebbe concordato che il gruppo dei conservatori voterà sì al primo emendamento ma lui stesso si asterrà, come segnale di apertura. Di certo, voterà per il rigetto della proposta l’europarlamentare Pietro Fiocchi (Fdi) che definisce il testo «fortemente ideologizzato». Infatti, «la proposta prevede il vincolo su nuove aree al di fuori di Rete natura 2000, le quali sarebbero interdette alle attività umane. Sussiste una palese violazione del principio di proprietà privata senza che vengano previste sufficienti risorse per riparare i danni prodotti, inoltre c’è una manifesta violazione dei principi di proporzionalità e di sussidiarietà. Senza considerare che in alcuni Stati membri la proposta, se adottata, potrebbe portare a una limitazione della crescita economica e a potenziali problemi di sicurezza alimentare», ha aggiunto.Resta il fatto che ieri Timmermans si è defilato, o perché è stato depotenziato o perché ha capito che la partita è persa ed è meglio giocarsi il futuro su altri tavoli. Proprio ieri, infatti, Politico ha scritto che il capo del Green deal dell’Ue lascia aperta la possibilità di tornare alla politica nazionale dopo le dimissioni del primo ministro olandese Mark Rutte. A una precisa domanda fatta ieri in conferenza stampa, il commissario non ha detto di no. I Paesi Bassi terranno le elezioni a novembre. Ma prima ci sarà la resa dei conti sulla legge Natura a Strasburgo.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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