2023-08-29
Rete unica, via libera all’accordo Mef-Kkr
Pietro Labriola (Imagoeconomica)
C’è il dpcm: al Tesoro una partecipazione di minoranza nella Netco di Tim fino a un massimo di 2,2 miliardi.Via libera del Consiglio dei ministri al decreto della presidenza del Consiglio (dpcm) per rendere operativo l’accordo tra il ministero dell’Economia e il fondo americano Kkr sulla rete di Tim. Lo scorso 10 agosto è stato sottoscritto un memorandum tra il Mef e il fondo di investimento statunitense, che entro il 30 settembre deve presentare un’offerta vincolante per rilevare fino a un massimo del 20% della Netco, la società dove appunto confluirà la rete fissa di Tim. Sempre ieri è stato approvato un decreto legge che dà copertura al dpcm che autorizza a partecipare all’operazione. Partecipazione che sarà quindi di minoranza fino a un importo massimo di 2,2 miliardi. Giorgia Meloni, che ha firmato il decreto, lo ha definito «un provvedimento estremamente importante e che riguarda uno dei grandi dossier industriali che questo governo ha ereditato, che si trascina da decenni e che nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare». Durante la riunione con i ministri la premier ha poi sottolineato che «dopo aver trovato una soluzione seria per Ita con un accordo con Lufthansa, Commissione europea permettendo, e che a volte solleva problemi che difficilmente capiamo, ora è venuto il momento di dare una prospettiva a quello che è stato uno dei campioni internazionali delle telecomunicazioni». La direzione intrapresa dal governo, «è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro», ha ribadito la Meloni, spiegando che «quello di ieri «è un primo passo, al quale seguiranno ovviamente logiche di mercato, ma finalmente possiamo dire che in Italia c’è un governo che su un dossier così importante si attiva a difesa dell’interesse nazionale e dei lavoratori. E che ha una strategia». Il decreto firmato dalla Meloni sancisce il ritorno dello Stato nella rete di telefonia fissa dalla privatizzazione del 1997, voluta e decisa da Romano Prodi. Lo Stato sarà lo sparring partner di un’operazione in cui per ora sborsa 2,5 miliardi di una rete che vale dieci volte tanto. Il 10 agosto scorso, il Tesoro, azionista di Tim attraverso Cassa depositi e prestiti con il 10%, ha dato il via libera all’operazione sottolineando che i termini dell’offerta dal punto di vista dei rapporti tra le parti prevedono un ruolo decisivo del governo nella definizione delle scelte strategiche. E ha di fatto selezionato Kkr come partner per la rete, ma in cambio del golden power avrà garanzie sulla gestione della rete. Il fondo Usa ha ricevuto dal consiglio di amministrazione di Tim il diritto esclusivo a trattare l’acquisto del 100% di tutti i cavi che dalle centrali del gruppo di Tlc arrivano fino alle nostre case e di quelli sottomarini della controllata Sparkle. Kkr sarebbe disposta a finanziare l’operazione per la maggior parte con capitale proprio e per il resto a debito. Nella cordata, in un secondo tempo, potrebbe entrare anche il fondo privato (italiano) F2I, partecipato da alcune grandi banche. Nella conferenza stampa tenuta al termine del cdm, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che la partecipazione del Mef alla Netco di Tim «è finalizzata ad assicurare l’esercizio dei poteri speciali e la capacità di incidere in termini di strategia e sicurezza su quella che noi consideriamo una infrastruttura, cioè la rete di Tlc che fa riferimento all’implementazione della fibra, decisiva anche per il futuro del Paese. Speriamo che con questa azione si possa dare un quadro stabile e definitivo da una vicenda che da molto tempo vive una situazione di impasse e che quindi nei prossimi mesi potrebbe avere una soluzione definitiva», ha aggiunto Giorgetti.Nel frattempo, ieri il titolo Tim, guidata dall’ad Pietro Labriola, ha archiviato la seduta in Piazza Affari con un rialzo del 3,35% a 0,28 euro. Nelle sale operative i riflettori sono accesi sulla definizione degli altri soggetti coinvolti nell’offerta e sulla posizione dei francesi di Vivendi (l’azionista più importante di Tim che vende la rete) che potrebbe essere chiarita in un incontro che dovrebbe tenersi con il governo nelle prossime settimane. Senza dimenticare l`Antitrust e il tema degli aiuti di Stato - visto che il Mef controlla l’83% di Cdp, a sua volta azionista di controllo di Open fiber - che potrebbe essere risolta attraverso rimedi di governo societario volti a tutelare la concorrenza. Alla domanda di una giornalista proprio sulla possibilità che Cassa depositi possa avere anche un ruolo in questa operazione, il ministro ha risposto: «È possibile, tenendo conto dei vincoli dell’Antitrust». Quanto all’intervento al fianco dell’americana Kkr, Giorgetti ha infine precisato che «Kkr non è nuova a Tim, esiste già la partecipazione del fondo Usa in Fibercop. Quello che interessa al governo è ribadire il controllo pubblico su alcune scelte strategiche su una infrastruttura strategica».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.