2022-01-08
Il testo del decreto fermo al Colle. Multe e controlli restano incognite
A due giorni dal Cdm, il provvedimento che più impatterà sui cittadini, contenente l’obbligo vaccinale per over 50 e ulteriori strette per i no vax, non è stato pubblicato. Solo indiscrezioni sul nodo cruciale delle sanzioni.«Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole». Sono le parole, testuali, pronunciate dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, il 17 febbraio del 2021 durante il suo discorso programmatico per la fiducia al Senato. È passato quasi un anno e quella promessa non è stata mantenuta. Il decreto più importante tra quelli sul Covid varati dal governo Draghi (4 in 21 giorni) in termini di impatto sulla popolazione ancora non vaccinata è stato approvato all’unanimità nel Cdm del 5 gennaio, se ne è dibattuto per 48 ore sui giornali, nei talk show e pure al bar con la solita rissa di opinioni, basata su cosa? Sulla bozza del provvedimento finita sul tavolo dei ministri mercoledì sera e già stralciata in alcune parti fondamentali - come quella sull’obbligo del super green pass per entrare in banca, dal parrucchiere e alle poste - dopo il niet della Lega. Senza una conferenza stampa, con uno scarno comunicato diffuso al termine del Cdm e con i commenti di due ministri raccolti in mezzo alla strada. Conditi, nel giorno della Befana, da una manciata di indiscrezioni sulle sanzioni rilanciate dalle agenzie di stampa con il solito «fonti di Palazzo Chigi dicono che». Stop. Si sa che ieri il nuovo dl, rivisto in alcuni passaggi, sarebbe finito nelle «cucine» del Quirinale. Dove evidentemente si è fermato a lungo perché quando questo giornale è andato in stampa ancora non era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Un passaggio cruciale, considerato che ci sono misure destinate a trovare applicazione fin da subito e sulla base delle quali già oggi le persone stanno orientando i propri comportamenti. Peraltro, ci dovrebbero essere nuove disposizioni sulla gestione dei contagi nelle scuole, alcune delle quali hanno riaperto ieri (e le altre ripartiranno lunedì). L’obbligo vaccinale per gli over 50 scatterà al momento della pubblicazione in Gazzetta e durare fino a metà giugno, mentre il green pass rafforzato sul luogo di lavoro diventerà obbligatorio dal 15 febbraio. I lavoratori over 50 avranno tempo fino al 31 gennaio per fare la prima dose di vaccino in modo da essere in regola con l’appuntamento del 15 febbraio per l’accesso ai luoghi di lavoro col super green pass. Dal 20 gennaio sarà infine obbligatorio il green pass base (rilasciato con tampone antigenico valido 48 ore oppure molecolare valido 72 ore) per i clienti di parrucchieri, barbieri, centri estetici. Dal 1 febbraio il pass base è esteso ai clienti di pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali (saranno esclusi i negozi che vendono alimentari, le farmacie e quelli che «soddisfano le esigenze essenziali e primarie della persona»). Nel frattempo, a far discutere è stato soprattutto il tema delle sanzioni. Per tutti gli over 50, lavoratori e non, scatterebbero dal primo febbraio. Nella bozza del 5 gennaio non venivano però menzionate le multe connesse alla violazione dell’obbligo vaccinale, ma solo quelle per la violazione dell’obbligo di super green pass. Si spera che nel testo definitivo venga colmata la lacuna che riguarda anche la procedura di accertamento. Se quanto filtrato dalle solite «fonti» di palazzo verrà confermato, si parla di più sanzioni: 100 euro una tantum senza spiegare però cosa si intenda, una volta al mese finché non si adempie all’obbligo?) per gli over 50 non vaccinati mentre per i lavoratori ultracinquantenni che non abbiano il super green pass c’è la sospensione dal lavoro senza stipendio e una multa da 600 a 1.500 euro nel caso di accesso ai luoghi di lavoro in violazione dell’obbligo. In caso di reiterata violazione la sanzione è raddoppiata. Inoltre, dovrebbero valere le sanzioni da 400 a 1.000 euro già previste per tutti i cittadini, a prescindere dall’età, in caso di violazione dell’obbligo di green pass o super green pass per l’accesso a servizi, attività, mezzi di trasporto. Dal 10 gennaio e fino alla cessazione dello stato di emergenza fissato al 31 marzo, ricordiamolo, sarà obbligatorio il green pass rafforzato per alberghi e strutture ricettive, feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, sagre e fiere, centri congressi, servizi di ristorazione all’aperto, impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici, palestre, piscine, centri natatori, sport di squadra e i centri benessere anche all’aperto, centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all’aperto, aerei, treni e navi, trasporto pubblico locale. Non si capisce comunque cosa succede quando concorrono due sanzioni a fronte della medesima condotta (la legge 689 dice che si applica quella più alta fino all’importo triplicato) e vanno chiariti i criteri applicativi altrimenti sarà l’ennesimo pasticcio normativo. Di certo, un decreto legge così importante come quello approvato mercoledì sera avrebbe dovuto essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, previa emanazione del presidente della Repubblica, seduta stante. L’impressione è invece di trovarci di fronte all’ennesimo caso (questa volta tacito) di «salvo intese». Come un governo Conte qualsiasi.