2022-08-21
Terzo polo furioso contro il duello in tv fra Letta e Meloni: «Va fatto a quattro»
Iv e Azione attaccano «Porta a porta». Intanto Carlo Calenda fa slittare la Leopolda e l’uomo di Michele Emiliano candidato diventa un caso.Il terzo polo passa le giornate a sgomitare. Due protagonisti in camicia in cerca di visibilità potrebbe dire qualcuno. In effetti il caratterino dei leader di Azione e di Italia viva è noto. La polemica del giorno, o degli ultimi giorni a dire il vero, è sulla disperata richiesta (inascoltata) da parte di Carlo Calenda di poter fare un dibattito televisivo con i leader delle coalizioni: Enrico Letta, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. A mandarlo su tutte le furie la decisione che arriva dalla Rai di fissare un incontro tv tra Meloni e Letta per il 22 settembre, a due giorni dal silenzio elettorale. «Alla prima serata di Porta a porta di giovedì 22 settembre che ospiterà il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa», fa sapere la Rai, «sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Ciascuno sarà intervistato per mezz’ora con modalità da stabilire. Porta a porta è pronta ad ospitare altri confronti nella stessa serata se ne maturassero le condizioni». Il leader di Azione è furioso, si sente messo in disparte, proprio lui, abituato a stare sempre al centro dell’attenzione. «Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni», denuncia con sdegno. Lo rincorre il suo compare, Matteo Renzi: «C’è una polemica sul confronto tv solo tra Meloni e Letta, credo che vada fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte. Gli italiani hanno dovere di sapere tra M5s, terzo polo, Pd e alleati, e centrodestra chi è più credibile. Faccio un appello al presidente e al dg Rai: non ci siano scherzi su questo». Si contano anche i minuti in casa terzo polo. Michele Anzaldi deputato di Italia viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai ieri ha scritto su Facebook: «Ieri (l’altro ieri, ndr) Carlo Calenda ha presentato il programma elettorale del terzo polo insieme a tre ministre (Elena Bonetti, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna) ma il Tg2 non gli ha dato spazio di parola né alle 20.30 di ieri né alle 13 di oggi. In queste due edizioni, però, il tg diretto da Gennaro Sangiuliano ha dato voce ad altri 12 interventi politici, di cui la metà a esponenti della destra». Insomma si frigna davanti allo schermo per uno spazio in più. Intanto i due leader del terzo polo sembrano anche pestarsi i piedi. Ieri Matteo Renzi ha annunciato che la Leopolda sarà rimandata. L’appuntamento dei renziani che ogni anno viene organizzato a Firenze, per il 2022 era in programma dal primo al 3 settembre, ma non si dovrebbe più fare. Questo perché nello stesso week end nel quale è prevista la Leopolda «Calenda ha scelto di presentare la lista a Milano. Credo perciò che la rimanderemo», ha detto Renzi in occasione della presentazione delle liste in Toscana. Tra i nomi più attesi c’è naturalmente quello di Maria Elena Boschi. «Lei correrà nel suo collegio di residenza che da qualche anno è a Roma», spiega l’ex premier che aggiunge, «Cosimo Ferri sarà candidato in Liguria e Toscana. Lucia Annibali sarà nella nostra squadra, accanto a Francesco Bonifazi. Io sarò candidato a Milano, in Toscana e in 4-5 circoscrizioni. Non ho ancora capito se Berlusconi si candida a Milano o Monza. Se vuole fare un dibattito io sono disponibile». Sulle candidature toscane ha detto: «Ci sono un po’ di duelli divertenti con il Pd e i suoi alleati, noi schieriamo persone serie e importanti». Un passaggio al terzo polo importante da annotare nella giornata di ieri: Massimo Cassano, direttore generale dell’Arpal e vicinissimo a Michele Emiliano ha annunciato il suo passaggio ad Azione e verrà candidato nel proporzionale. Un rinforzo notevole che però sorprende un po’ visto che i due considerano il presidente della Puglia Emiliano uno dei peggiori governatori di sempre. Lo hanno sempre attaccato sui temi di Ilva e Tap, ma ora, forse, sono disposti a chiudere un occhio pur di accaparrarsi uno dei suoi uomini più fedeli. «Da oggi in poi», ha annunciato l’ex senatore prima Forza Italia e poi Ncd, «metto a disposizione di Azione la mia esperienza e la rete di amministratori. Sono di questo convinto ed ovviamente tutte le mie scelte politiche sono conseguenti e conformi alle iniziative ed alle posizioni che Carlo Calenda assumerà nel panorama nazionale e regionale a cominciare dalla mia collocazione all’opposizione del governo regionale».
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
Continua a leggereRiduci