«L’ultima trovata di Salvini» o «una soluzione fattibile» per frenare la violenza durante gli scioperi e le proteste? La proposta del vicepresidente del Consiglio e ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha scatenato un po’ di polemiche e reazioni di disaccordo bipartisan proprio perché in tanti si chiedono se sia «legalmente attuabile». Il leader leghista, lunedì sera, dopo una giornata di tensioni e violenze, soprattutto a Milano, nel corso delle manifestazioni pro Gaza, ai microfoni del Tg1 ha lanciato la sua soluzione alla violenza dei manifestanti: «Impediremo che si ripeta e chiederemo una cauzione a chi organizza cortei e manifestazioni. In caso di danni pagheranno di tasca loro». L’idea della «cauzione» è stata rilanciata dallo stesso ministro della Lega subito dopo sui suoi profili social. «Sono lavoratori», ha spiegato, «anche gli italiani che sono rimasti a piedi, così come le decine di poliziotti mandati all’ospedale».
Ma sarebbe davvero possibile far pagare una «cauzione»? O questa proposta è in contrasto con i principi costituzionali?
L’idea di Salvini non è piaciuta a Forza Italia, che ha subito preso le distanze, proprio perché questa soluzione sarebbe di «difficile attuazione». I dubbi che gli stessi alleati della Lega hanno sono legati anche al fatto di far «pagare di tasca loro» agli organizzatori delle manifestazioni, perché quasi sempre loro sono estranei agli episodi di violenza. I dubbi sollevati non sono solo questi e la proposta di Salvini sta alimentando, in queste ore, il dibattito politico e giuridico. C’è chi si chiede se questa proposta non sia in conflitto con il diritto di manifestare liberamente, sancito dall’articolo 17 della Costituzione. La proposta della Lega è finalizzata a garantire la sicurezza di tutti i cittadini e fare in modo che venga tutelata anche l’incolumità delle forze dell’ordine in servizio durante le manifestazioni. Ma come si potrebbe realmente attuare? Giuridicamente il legislatore potrebbe introdurre una norma che preveda una cauzione in casi specifici, ma tale norma dovrebbe essere introdotta nel pieno rispetto dei principi costituzionali. Si tratterebbe, quindi, di un intervento legislativo di non facile realizzazione.


