Lo schema ansiogeno dell’informazione è lo stesso, la facilità con cui ogni fenomeno è ricondotto alle alte temperature pure. Lo scopo è sempre colpevolizzare il cittadino per imporre le costose (e inutili) politiche ecologiste. Anziché attrezzarsi per mitigare gli effetti.
Contrordine compagni; non è la pioggia a indicare la bassa moralità dell’esecutivo, ma il termometro. E dunque: in estate fa caldo, governo ladro! Passato il gay pride a Budapest si doveva pur trovare qualcosa di hot per riscaldare gli animi dei gauchisti benpensanti. Eccola servita, come una grigliata a Ferragosto, l’anomala, assassina ondata di calore. Ora che Greta Thunberg flirta con il suo nuovo boyfriend e tende più al climax che al clima, spiazza un po’ gli ambientalisti da sciagura perché si potrebbe, parafrasando Dante, affermare: più del calor poté il digiuno. C’è però pur sempre il climatologo disposto ad annunciare che l’Inferno è qui e adesso e non nel mezzo del cammin di nostra vita. Parola di Luca Mercalli – che ha il farfallino, ma non va a farfalle: «Zero termico a 5.100 metri, un’anomalia assoluta».
Così ieri verso le 16 quando il sole arriva al suo massimo tutti i siti d’informazione (o di deformazione causa caldo?) strillavano: ondata di calore in tutta Europa, 40 gradi in Italia: due morti in Sardegna. Le vittime – informa l’Ansa – sono un signore di 75 anni morto d’infarto sulla spiaggia di Buduni, mentre a San Teodoro è spirato un sessantenne. Senza sapere se avessero altre patologie la sentenza è stata emessa: li ha ammazzati il caldo. A Sirmione un camionista di 70 anni è stato trovato morto alle 6 e 30 nella cabina del suo Tir. Come d’ordinanza: «Non si esclude che all’origine del malore ci sia il caldo». Sarà capitato a tutti di passare accanto a un Tir in sosta d’estate: si sente un certo rumorino che è quello del condizionatore. Ieri mattina alle 6 e 30 – rilevazione dell’Aeronautica militare – la temperatura a Sirmione era 28 gradi. Nel conto delle sciagure al mercurio ci mettono anche una bambina americana di dieci anni morta d’infarto a Versailles (Parigi) mentre era in vacanza. La ragione della scomparsa è il caldo anche se poi fanno sapere che «la bambina era in condizioni di salute cagionevoli e sottoposta a cure speciali». Ma insomma il termometro c’entra.
Anzi è uno strumento di tortura per le maestranze. Ce lo fa sapere la Nidl Cgil che ce l’ha con Glovo che ha proposto ai fattorini un aumento di paga in base alle temperature: 2% fino a 36 gradi, 4% fino a 40, 8% sopra ai 40 gradi. La Cgil ha detto: «È un messaggio implicito che rischia di trasformare un pericolo per la salute in un incentivo economico». La faccenda è seria perché anche chi sta in collina, come Sergio Mattarella – il Quirinale è il colle più alto d’Italia per definizione – soffre il caldo. Il presidente, intervenuto all’assemblea degli assicuratori, ha detto: «Serve la protezione e la prevenzione dello Stato per gli eventi climatici estremi». Che ovviamente sono terribili perché fanno strage di persone come si è visto, anche se le cartelle cliniche non parlano di febbroni.
Ma il caldo fa comodo: ieri a Bruxelles Teresa Ribera – la vicepresidente socialista spagnola pasionaria verde con delega al Green deal – ha presentato il nuovo regolamento che impone entro il 2040 il taglio del 90 % delle emissioni. Ursula von der Leyen – che misura sì la temperatura, ma delle polemiche agitate dai socialisti attorno alla sua fragilissima maggioranza – ha detto appoggiando la proposta Ribera: «Poiché i cittadini europei sentono sempre più l’impatto dei cambiamenti climatici, si aspettano che l’Europa agisca. L’industria e gli investitori guardano a noi per impostare una direzione prevedibile di viaggio. L’obiettivo è chiaro, il viaggio è pragmatico e realistico». Se poi si truccano un po’ le notizie l’obbiettivo diventa ancora più chiaro: morti per infarto o morti per caldo che differenza c’è?
È un po’ come ai tempi del Covid: se l’obbiettivo è il Green deal, esaltiamo i caduti del termometro. E proprio alla pandemia ha fatto riferimento ieri la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, paragonando il protocollo che tutela i lavoratori dalle alte temperature al protocollo Covid, definito «un’esperienza virtuosa di tutto il nostro sistema». E chiedendo pure di passare da «un protocollo temporaneo» a «una norma stabile per l’emergenza a caldo».
Peraltro gli spagnoli più che per il calore sono preoccupati per le tangenti: Pedro Sanchez potrebbe veder liquefarsi la sua maggioranza e doversi dimettere; in Ue sono previste valanghe. È capitato anche alla Coldiretti di calcare un po’ la mano per tirare, è il caso di dirlo, l’acqua ai suoi mulini. Vogliono gli invasi per l’irrigazione – il piano c’è da tempo, l’investimento sarebbe consistente, ma è fermo – e ieri hanno diffuso l’ennesimo allarme sulla sete dei campi e sulla strage dei raccolti. Peccato che sempre ieri a Milano c’è stata una riunione dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni che sostiene: il Lago di Garda è al 90% circa di riempimento, il Po porta 8.000 litri al secondo. Le previsioni dicono che da domani in mezza Italia piove (ma anche ieri a Siena è piovuto talmente tanto che hanno dovuto rinviare il Palio), anche se in venti città resta l’allarme afa. Saremo bagnati, ma sarà sudore; i martiri del cambiamento climatico.
Che però sarebbe cominciato nel 1964. Proprio L’Unità – e allora non c’erano i rider, ma i muratori lavoravano sodo anche sotto il sole – pubblicava il 19 luglio di 61 anni fa in prima pagina: «Caldo africano, mal comune in tutta Europa: foschia sui litorali italiani, temperatura record a Parigi, a Siviglia 41 gradi, temporali bollenti in Inghilterra e i tedeschi hanno razionato l’acqua». Contrordine compagni: è una sciagura. Verrebbe però da dire: nihil novi sub solem!