Ansa
La storia vera di Rabiye Kurnaz e del figlio Murat, arrestato in Pakistan e venduto agli americani per 3.000 dollari come responsabile degli attacchi dell'11 settembre 2001, è diventato un caso. Un fenomeno senza più confini, che l’Italia potrà trovare al cinema dal 24 novembre.
John Lightsey e i pompieri all'opera l'11 settembre 2001 (Getty Images-courtesy J. Lightsey)
John Lightsey, operatore del numero di emergenza dei Vigili del fuoco di New York, parla di come fu gestito il disastro delle torri gemelle, degli amici perduti, della sua vita prima e dopo quel giorno che cambiò il mondo per sempre.
Martina Gasperotti (Jose Jimenez/Primera Hora/Getty Images)
La sopravvissuta all'impatto: «Ero nella torre Nord, cercavo un'ascensore, poi il boato. La mia prima reazione fu imprecare».
(Kevin Frayer/Getty Images)
L'attacco alle Torri Gemelle polarizzò gli Stati Uniti: da George W. Bush a Barack Obama fino a Donald Trump, classi operaie sempre più arrabbiate e giovani spinti a sinistra. La balbettante era Biden coincide con un appannamento dell'Atlantismo e la sfida in salita contro Pechino.
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A 20 anni dal giorno in cui Osama Bin Laden mise in ginocchio gli States, provocando la reazione militare contro il terrorismo di matrice islamica, esso si è moltiplicato in sigle diverse e tutte spietate, spesso in lotta perfino fra loro. Dal Medio Oriente all'Asia, all'Africa, la minaccia per i nostri Paesi è in continua crescita.